
Nello stesso giorno dell’ennesimo terremoto (con epicentro a circa 200 km a sud di Tokyo, a 20 km di profondità nelle acque del pacifico al largo dell'area di Sugura-wan) ritornano le conseguenze dello tsunami dell’11 marzo. Livelli record di radiazioni sono stati rilevati nei detriti accumulati in un tubo di scarico tra i reattori n.1 e n.2 della centrale di Fukushima, pari ad almeno 10 sievert all’ora. Lo ha reso noto la Tepco, il gestore dell’impianto nucleare, ricordando che i massimi precedenti risalivano al 3 giugno, quando si registrarono 3-4 sievert all’ora, all’interno del reattore n.1. «Stiamo ancora verificando la causa di livelli tanto elevati di radioattivita», ha detto un portavoce della Tepco.
Il dosaggio, rilevato da tre operai all’interno dell’impianto, ha portato a dichiarare l’intera zona off-limits. Il governo nipponico e la Tepco hanno confermato l’obiettivo di centrare «l’arresto a freddo» dei reattori danneggiati per metà gennaio del 2012, dopo aver ridotto gradualmente la temperatura del combustibile anche con l'avvio del sistema di raffreddamento stabile. Annuncio in controtendenza rispetto alla dichiarazione del Governo al completamento della prima fase dei lavori, che il tasso di radioattività rilasciata dalla centrale era ormai tornata «a livelli quasi regolari».
Ma non è l’unica notizia che arriva dal Paese del Sol levante in tema di radiazioni. Il governo di Tokyo ha deciso di bandire il commercio della carne proveniente dalla prefettura di Iwate (a 250 Km dalla centrale), in scia al possibile rischio radioattività. Il provvedimento arriva dopo misure simili prese a luglio per la contaminazione al cesio riscontrata in circa un migliaio di capi di bestiame delle prefetture di Fukushima e Miyagi, cui era stato dato foraggio esposto alle radiazioni fuoriuscite dalla disastrata centrale Fukushima.
Un livello di allarme inferiore invece per le coltivazioni di riso, l’alimento principe della cucina nipponica e uno dei pochi alimenti che il Giappone ha in eccedenza, con il via ai test che il ministero dell’Agricoltura prevede di compiere in due fasi per verificare l’ipotesi di contaminazione dalle radiazioni. I primi esami saranno fatti alla vigilia della raccolta di quest’anno in diverse regioni, con il secondo passaggio che invece prevede altri accertamenti sul raccolto. Gli ispettori, in base a quanto comunicato dal ministero, misureranno i livelli di cesio radioattivo: in caso di contaminazione oltre i limiti di legge dei 500 becquerel per kg, il ministero potrà decidere il divieto di vendita a tutti gli agricoltori della regione. Se i livelli di cesio radioattivo sono inferiori, ma prossimi alla soglia limite, la regione interessata sarà sottoposta al test di radiazione sul riso dopo la raccolta.
Nessun commento:
Posta un commento