lunedì 19 settembre 2011

Maddalene, le rocce avranno il loro parco

RUMO - Un parco dedicato alle rocce delle Maddalene. Questo il progetto che sarà realizzato a Marcena di Rumo nell'estate 2012 nel parco vicino alla chiesa parrocchiale, annunciato dal professor Giuseppe Bargossi , vicedirettore del dipartimento di scienze della terra dell'ateneo bolognese, e da Michela Noletti , sindaco di Rumo (nella foto con Bargossi e Fedrigoni). Un'anticipazione divulgata nel corso della conferenza intitolata «Rumo: in cima alle Maddalene, dentro la terra» promossa nella serata di sabato, per spiegare alla popolazione l'importanza geologica di questa catena montuosa. Saranno prelevati dalle diverse zone delle Maddalene, blocchi di pietra dell'altezza di un metro circa, ognuno dei quali dotato di scheda esplicativa e collocato all'interno del parco per poter rendere nota ed accessibile a chiunque la conoscenza della varietà e l'importanza delle rocce presenti lungo la catena montuosa delle Maddalene.

«È un progetto importante il cui contenuto sarà raccolto all'interno di un volume, accessibile anche a studenti delle scuole medie ed elementari, con una parte più scientifica dedicata ai più esperti» ha spiegato il professor Bargossi, che collaborerà personalmente con l'amministrazione di Rumo per la compilazione delle schede esplicative. Nel corso della serata, oltre alla consegna del Sigillum Magnum dell'Alma Mater Studiorum al sindaco Noletti ed all'ex sindaco di Rumo Vito Fedrigoni per il costante impegno in favore delle attività scientifiche legate alle Scienze della terra e per la realizzazione del Centro Studi Geologici Lauro Morten, un'importante ed esplicativa spiegazione ad opera di Roberto Braga , ricercatore del dipartimento di scienze della terra all'università di Bologna, ha illustrato al pubblico presente il motivo che rende le Maddalene così speciali dal punto di vista geologico. Si tratta della presenza di peridotiti, ovvero rocce formate dall'associazione mineralogica di Spinello e Granato, possibile solo a grandi profondità nella terra, uniche in Italia.

«Sono delle rocce con un patina ocracea, che all'occhio inesperto possono sembrare insignificanti - spiega Braga - sono rocce con un alto peso specifico, formatesi in presenza di molta pressione e quindi in profondità, sono una finestra su una zona inaccessibile della Terra, il Mantello superiore». Sono dunque massi formatisi ad una profondità di 65-70 km, una zona non accessibile all'uomo, considerando che la tecnologia moderna permette ad una trivella di scavare al massimo fino a 12 km di profondità. Molte, ancora, le domande che ruotano attorno a queste rocce. «Come fanno a salire fino in superficie se sono così pesanti?»; «Provenendo da profondità inaccessibili all'uomo, possono dirci qualcosa in più sul funzionamento della terra?»: quesiti che forse troveranno risposta proprio nel centro studi geologico ricavato presso la Malga Masa Murada a Rumo.

Cicciolina, pensione da 3mila euro al mese

cicciolinaROMA - E' stata in Parlamento dal 1987 al 1992, cinque anni e una sola legislatura. Ma per l'ex onorevole Ilona Staller, in arte Cicciolina, sta per arrivare il momento di incassare la pensione prevista dalla legge: circa 3mila euro lordi. Il prossimo 26 novembre Cicciolina compirà 60 anni, sarà allora che riceverà il vitalizio maturato come ex onorevole.

A onor del vero quello della Staller non è l'unico caso. Anche altri personaggi che si sono affacciati in Parlamento giusto il tempo di un battito di ciglia ricevono lo stesso compenso. E' questo il caso, ad esempio, di Gino Paoli, Pasquale Squitieri, Toni Negri. E non c'è che dire. In un momento storico come questo, dove la crisi economica è imperante, alla popolazione vengono chiesti grandi sacrifici e i privilegi della casta balzano ancor più agli occhi, notizie come queste lasciano l'amaro in bocca.

Come si legge sul quotidiano Il Corriere della Sera, la diretta interessata ha detto: 'Pensi che me l'ero persino dimenticato. Ma non mi vergogno, non ho derubato nessuno, quei soldi me li sono meritati'. Spiegando: 'Mi mancavano due mesi di contributi, ai tempi pagai quasi 2 milioni di lire e adesso questo beneficio mi spetta. So che risulta impopolare, ma allora gli italiani dovrebbero cambiare la legge, mica l'ho fatta io. Sarei disposta a versare tutto in beneficenza, ma solo se lo faranno anche gli altri'.

Cicciolina non si sente una provilegiata per questo vitalizio e ha affermato: 'Ho lavorato duro, il mio non è stato il bunga bunga di un giorno, ma un ragionamento, una campagna elettorale intelligente. E faticosa. Giravamo per le piazze io, Moana e Ramba, ho perso molti chili per la fatica. E alla fine ho preso 20mila preferenze, seconda solo a Pannella. Gli italiani mi hanno voluta'.

Ricordando quei tempi e il suo lavoro in Parlamento la Staller ha detto: 'Partivo ogni mattina dalla Cassia con la mia Peugeot 205, mica avevo l'autista, un'ora e mezzo di traffico, spesso rientravo a mezzanotte'. E a proposito dello stipendio ha sottolineato che il 60 per cento lo dava al partito e che per lei restavano circa 3 milioni di lire. Aggiungendo: 'La metà li passavo ad un avvocato che scriveva per me le proposte di legge. Ne ho fatte una ventina'. Ha, infine, ricordato: 'Quando feci un discorso contro la violenza sulle donne mi applaudì pure Nilde Iotti'.

lunedì 12 settembre 2011

Gli appassionati del sentiero 501 Un club tra sport e gastronomia

MEZZOCORONA. Sono circa 80, tutti podisti dilettanti, accomunati dal fatto di "frequentare" con costanza (una o più volte a settimana) il sentiero 501. E' il sentiero, conosciuto come il "Sentiero di Sant'Antonio", che dalla funivia si inerpica al Monte di Mezzocorona, un dislivello di circa 400 metri che i più allenati arrivano a percorrere in 25 minuti o giù di lì. Tra questi appassionati podisti scalatori, c'è Giorgio Dalvit, quarantenne originario di Mezzolombardo e residente a Palù di Giovo, di professione cuoco a Salorno. E' a lui che circa un anno fa è venuta l'idea di costituire un gruppo su Facebook denominato "Quei che va sul mont, de corsa o a pè", "quelli che vanno sul monte di corsa o a piedi". Gruppo a invito a cui sono iscritte a oggi 75 persone. Oltre a una trentina di simpatizzanti. Ed è sempre di Dalvit l'idea di organizzare con dei raduni riservati appunto a "Quei che va sul mont...". Raduni che partono con l'incontro dei partecipanti nei pressi della funivia e prevedono la salita a piedi lungo il sentiero 501 e la cena in uno degli alberghi sul Monte di Mezzocorona. Finora di raduni ne sono stati effettuati tre, il primo circa un anno fa. E per i prossimi giorni, mercoledì, Dalvit ha organizzato il quarto appuntamento sportivo-culinario. Gli inviti vengono "spediti" via internet, ma anche il passaparola ha fatto e fa la sua parte. Infatti, agli appuntamenti podistico non competitivo hanno aderito atleti della Piana Rotaliana ma anche di val di Cembra, Val di Non e dell'alta Val di Sole. L'inventiva di Dalvit ha sfornato una quarantina di magliette con logo per i partecipanti agli incontri del gruppo Facebook. Magliette andate a ruba. "Mi toccherà stamparne altre - afferma contento - perché c'è chi è rimasto senza e me la chiede". Comunque non è che sia necessaria la maglietta ufficiale per partecipare al raduno di "quei che va sul mont...". È allora necessario inerpicarsi per il Sentiero di S.Antonio? "Quanto meno occorre avere voglia di percorrerlo, camminando o correndo, prima di cenare in compagnia".
11 settembre 2011

Paul Simon a Ground Zero



Durante la cerimonia commemorativa di oggi a Ground Zero, a New York, Paul Simon ha cantato la canzone The Sound of Silence. Paul Simon ha iniziato a scrivere la canzone, che originariamente si chiamava The Sounds of Silence, dopo l’uccisione del presidente statunitense John Fitzgerald Kennedy, nel novembre del 1963. Nel 1964 Simon & Garfunkel ne registrarono una versione acustica per il loro primo album Wednesday Morning, 3 A.M. e nel settembre del 1965 la canzone è stata pubblicata come singolo, con l’aggiunta della batteria, del basso e della chitarra elettrica. The Sound of Silence deve parte della sua popolarità anche alla sua presenza nella colonna sonora del film Il laureato, nel 1967.

Falling Man La storia della foto più famosa e impressionante scattata l'11 settembre 2001


Falling Man

La storia delle stragi dell’11 settembre è un’immensa storia di immagini, riempita a sua volta di mille storie diverse, entrate nella memoria collettiva in una serie di scatti e dirette e video di quel giorno. E dentro ha le storie delle persone morte quel giorno, molte delle quali si mescolano nel numero complessivo delle vittime, e una delle quali è raccontata in una fotografia divenuta simbolo di un sacco di cose, non solo di quel giorno ma anche dei modi con cui gli americani reagirono a quel giorno.

È la fotografia del “Falling Man”, l’uomo che cade.

La scattò l’11 settembre alle 9 e 41 minuti e 15 secondi Richard Drew, un fotografo dell’agenzia Associated Press che aveva visto passare altri momenti della storia durante la sua carriera. Quando aveva 21 anni si trovava accanto a Robert Kennedy, candidato democratico alla presidenza, nel momento in cui venne ucciso in un albergo di Los Angeles, nel 1968. Il sangue gli finì addosso, e lui scattò le immagini di Kennedy mentre moriva, mentre Ethel Kennedy lo abbracciava e chiedeva ai fotografi di non farlo, di non scattare. La mattina dell’11 settembre Drew era stato mandato al Bryant Park di Manhattan – una cinquantina di isolati a nord del World Trade Center – per fotografare una sfilata di moda premaman: c’era anche una troupe della CNN, e un cameraman ricevette in cuffia la comunicazione che un aereo si era schiantato contro una delle torri gemelle. Subito dopo l’agenzia chiamò Drew e gli disse di andare là. Drew prese la metropolitana che funzionava ancora e scese alla fermata di Chambers Street, da dove sbucò per trovarsi di fronte le due torri avvolte nel fumo: il secondo aereo aveva centrato la torre Sud. La gente guardava in alto e urlava: si vedevano persone saltare giù dalle torri.
Drew cominciò a scattare.
In quei momenti un aereo centrava il Pentagono. Dopo poco la torre Sud crollò, seguita dalla Nord: Drew, scattando ancora, capì che doveva togliersi di lì e rientrò negli uffici di Associated Press.

Tra le foto che aveva fatto alle persone in caduta libera dalle torri, alle persone che andavano a morire schiantandosi a terra in fuga da altre morti, una lo colpì subito per la sua potenza formale e simbolica: sullo sfondo di linee verticali delle due torri, precisamente a separare il profilo di una da quella dell’altra, la sagoma di un uomo verticale e capovolta, con le braccia allineate al corpo e una gamba compostamente piegata, come in un tuffo, come una freccia, era stata bloccata nella fotografia, ferma e rivelatrice di velocità insieme. Era una foto pazzesca. Uscì sui giornali di tutto il mondo il giorno dopo.

sabato 10 settembre 2011

Titolo del postI venditori ambulanti di Ground Zero Da dieci anni fanno grandi affari vendendo libri e souvenir sugli attacchi terroristici, Slate spiega come sono organizzati



Nei pressi dell’area in cui un tempo sorgevano le Torri Gemelle c’è il Tribute-WTC, il centro visitatori che racconta che cosa accadde a New York durante gli attacchi dell’11 settembre nel 2001 e come sarà il nuovo World Trade Center. Il centro raccoglie fotografie, filmati e testimonianze dei sopravvissuti e di chi si diede da fare per organizzare e gestire i soccorsi. C’è anche un piccolo negozietto che vende souvenir molto sobri, ma numerosi turisti preferiscono acquistare un ricordo di Ground Zero sulla strada da uno dei tanti ambulanti che vendono spesso abusivamente libri e fotografie legati all’11 settembre, come spiegaLuke O’Brien su Slate.

Il fenomeno era già iniziato poche settimane dopo gli attentati a New York e dopo dieci anni la presenza dei venditori di souvenir è diventata la norma. I prodotti che vendono di più sono i libri con le immagini del giorno degli attacchi: costano tra i 5 e i 15 dollari e hanno nomi evocativi come “Tragedy” o “Forever in Our Hearts”. Ce ne sono di semplici e di più elaborati con tanto di mappe, schemi e approfondimenti sul terrorismo. Hanno mediamente una ventina di pagine con numerose fotografie, diventate tristemente famose, anche protette dal diritto d’autore.


I venditori ambulanti capiscono di essere in una posizione delicata. Invece di vendere rumorosamente la loro merce, si affiancano ai turisti e cercano di scambiare quattro chiacchiere. Una delle loro strategie preferite è quella di indicare un edificio della zona, poi di aprire uno dei loro libri per mostrare una foto dell’11 settembre in cui lo stesso palazzo era ricoperto da macerie e detriti.

Intervistare e avere informazioni dai tanti venditori ambulanti che circolano per Ground Zero non è semplice. Hanno sempre il sospetto che chi fa troppe domande possa essere della polizia, oppure qualcuno del crimine organizzato che vuole controllare i loro affari. Gli ambulanti si muovono del resto in una zona grigia gestendo un’attività che non è del tutto legale. Sanno di non aver bisogno di particolari licenze e che i loro prodotti sono protetti dal Primo emendamento, quello sulla libertà di parola e di stampa, ma al tempo stesso sanno che un poliziotto potrebbe sempre multarli, allontanarli dalla zona o indagare sui loro eventuali precedenti.



Jennifer Adams, che gestisce il Tribute-WTC, racconta che alla maggior parte dei sopravvissuti dell’11 settembre non piacciono queste forme di profitto, basate su una tragedia che ha colpito direttamente le loro vite e i loro affetti. I turisti non sembrano invece turbati dalla presenza degli ambulanti e, se dopo molti anni sono ancora lì, significa che riescono a fare buoni affari con i loro libri e souvenir.

Nei giorni buoni, un venditore ambulante riesce a piazzare fino a quindici libri, venduti con notevoli margini di guadagno. Molti volumetti vengono stampati direttamente a New York nelle tipografie di Chinatown, spiega O’Brien, e ogni stampa costa intorno agli 80 centesimi. I testi al loro interno sono spesso composti traendo ampio spunto dalle pagine online sull’11 settembre. Anche le fotografie sono tratte dal Web e ci sono diverse violazioni del diritto d’autore. Periodicamente i libri subiscono modifiche alla grafica e alla organizzazione dei contenuti: rimangono sostanzialmente gli stessi, ma la nuova grafica dà l’idea che siano prodotti recenti e più aggiornati.

Per rendere la loro attività ancora più credibile, alcuni venditori ambulanti fanno anche aggiungere falsi ISBN alle pubblicazioni che vendono e codici a barre fasulli, dando così l’impressione di commerciare documenti affidabili. Dalla tipografia le scatole contenenti i libri arrivano nella zona di Battery Park quasi tutte le mattine. I venditori comprano i loro stock di libri a circa un dollaro l’uno, li mettono nelle loro borse e si spostano poi verso Ground Zero per iniziare la vendita.

Il controllo sul commercio di queste pubblicazioni è di recente passato nelle mani di Huseyin Gulgu, un uomo di origini turche la cui identità viene protetta con molta attenzione dei venditori ambulanti. O’Brien è riuscito a mettersi in contatto con Gulgu, che ha confermato di gestire il commercio di buona parte dei libri venduti per strada sull’11 settembre, senza dare però altre informazioni.


Ho ottenuto il numero di Gulgu da Mark Anthony Niemczyk, l’ambulante più eccentrico di Ground Zero. È un tizio barbuto di Tinton Falls, New Jersey, e dice di essere stato un membro dei Navy SEAL e di aver lavorato come pompiere tra le macerie del World Trade Center. Guida un pickup Ford F-150 sul quale sono riportati i nomi dei pompieri uccisi l’11 settembre. Sul retro del furgoncino c’è l’immagine degli aeroplani che colpiscono le Torri e una serie di citazioni.

Il pickup è appariscente e attira ogni giorno frotte di turisti. Oltre al furgoncino, Niemczyk possiede un banchetto per la vendita di magliette, libri e altro materiale sugli attacchi terroristici. Dice di dare i soldi che ricava dalle vendite in beneficenza allo High Hopes, un centro di aiuto per le persone sorde che però fa sapere di non aver mai ricevuto un centesimo dall’ambulante. Gli altri venditori sono ammirati dalla sua capacità di fare affari, ma al tempo stesso lo destano per come li tratta e per gli insulti che rivolge loro in continuazione: «Non sono nemmeno americani».

È vero, non lo sono, ma questo non ha impedito a Niemczyk di farci ugualmente qualche affare insieme. Un giorno il proprietario del furgoncino rimase senza libri e riuscì a rintracciare un compare di Gulgu, Ramazh Sahin, per comprare una ventina dei libri venduti dagli altri ambulanti. Li comprò a 1,25 dollari l’uno e riuscì a venderli tutti in un’oretta chiedendo dieci dollari per ogni copia.


Alla fine della giornata, Sahin si è rifatto vivo. Niemczyk ne voleva altri. I due uomini hanno così deciso di mettersi in affari insieme e si sono dati una stretta di mano dietro al pickup di Niemczyk, davanti all’immagine degli aerei che colpiscono le Torri Gemelle. E questa è l’America.

Vietato dire «extracomunitari» Circolare dell'ex procuratore di Trento, ora procuratore a Savona, Francantonio Granero: chiamateli "persone migranti"

TRENTO. «Non usate più la parola extracomunitario, ma il termine "persona migrante"». L'indicazione è stata data agli agenti attraverso una circolare dal procuratore capo della Repubblica di Savona, Francantonio Granero. Persona nota in Trentino. Il magistrato, infatti, è stato procuratore a Trento per molti anni, e ha condotto anche l'inchiesta sulla strage del Cermis. Ora, a Savona, ha vietato l'uso del termine "extracomunitario", decisione che farà certamente discutere a livello nazionale.

venerdì 9 settembre 2011

Sassari: regione in allerta dopo sospetto caso di “pecora pazza”

E’ stato individuato dai veterinari del Sevizio di Sanità animale della Asl di Sassari un sospetto focolaio di scrapie-Tse, ovvero pecore e ovini malati, in gergo “pecora pazza“. Tutto questo è avvenuto all’interno di un’azienda del territorio del comune di Bultei, poichè nei giorni scorsi è arrivata la diagnosi del laboratorio dell’Istituto Zooprofilattico di Sassari relativo a due capi ovini morti. Tutta la regione, però, adesso è in allerta. L’assessore regionale della Sanità Simona De Francisci, infatti, ha dichiarato che la sorveglianza sulla scrapie resta e continuerà ad essere alta per contrastare al massimo il morbo che rispetto al passato, nonostante il nuovo caso a Bultei, ha diminuito sensibilmente la sua diffusione.

giovedì 8 settembre 2011

Il mio fiore.....

Titolo del postOggi apre lo Juventus Stadium

Oggi si gioca la prima partita nel nuovo stadio di Torino, che non ha ancora un nome ufficiale e secondo molti cambierà il calcio italiano
Oggi apre lo Juventus Stadium


Questa sera a Torino la Juventus inaugura il suo nuovo stadio, il primo in Italia posseduto interamente da un club di calcio, sul modello di quanto accade ormai da tempo in numerosi paesi europei a partire dalla Gran Bretagna. Dalle 20 i tifosi potranno entrare nel nuovo stadio e visitare le sue strutture di contorno, dove ci sono negozi e punti di ristoro, mentre alle 21.30 inizierà la partita amichevole tra Juventus e Notts County. L’inaugurazione è molto attesa e i 41.000 biglietti per assistere alla prima partita giocata nel nuovo stadio sono esauriti.

Cosa c’era prima
Lo stadio si trova verso la periferia nord di Torino dove sorgeva il Delle Alpi, realizzato in occasione dei Mondiali di Calcio del 1990. Nonostante avesse molti difetti, legati alla costosa manutenzione del terreno di gioco e alla pessima visibilità del campo da molti punti degli spalti, il vecchio Delle Alpi ha fatto il proprio dovere per una ventina di anni, con voci e progetti ricorrenti su una sua possibile sostituzione con un impianto più moderno. Nel 2003 il Comune di Torino decise di vendere alla Juventus il diritto di superficie sull’area dello stadio per 99 anni al prezzo di 25 milioni di euro.

Polemiche
La vendita fu accompagnata da numerose polemiche, sollevate da chi riteneva che il Comune avesse chiesto troppo poco denaro per un’area di territorio urbano così ampia. Altre critiche riguardarono la scelta di apportare alcune varianti per inserire nel complesso anche un’area commerciale. Negli anni è stata anche criticata la scelta della Juventus di ricorrere all’aiuto dell’Istituto di Credito Sportivo (ICS) – un ente di diritto pubblico con gestione autonoma – per affrontare i costi della costruzione dello stadio. La Juventus ha ottenuto un finanziamento da 50 milioni di euro nel 2009 [pdf] e un secondo prestito da 10 milioni di euro l’anno seguente, sempre da parte dell’ICS, prevedendo di finanziare il resto del progetto con i fondi derivanti dagli sponsor e dalle attività commerciali intorno allo stadio.
Apertura Juventus Stadium

Manifesti minacciosi contro il Giro di Padania






ROVERETO - Se fosse servita, la conferma che non tira aria di attesa ospitale per il Giro della Padania è arrivata la notte scorsa dai manifestini minacciosi appesi in tutta la città. «Benvenuti a Rovereto... merdacce!!!», recita il cartello in cui si raffigura il «trota» - al secolo Renzo Bossi, figlio del senatùr Umberto - a faticare sui pedali in salita bersagliato dal tiro di ortaggi e con un filo spinato a sbarrargli la strada. Insomma, l'annuncio di quanto potrebbe accadere domani con l'arrivo della quarta tappa a passo San Valentino di Brentonico o sabato alla partenza prevista a Rovereto per l'ultima tappa diretta a Montecchio Maggiore. Anche ieri i momenti di tensione non sono mancati. Subito dopo esser scattata da Loano, la seconda tappa del Giro della Padania ha subìto un primo stop sul lungomare di Savona da parte di un gruppo di manifestanti che brandivano i tricolori.

I corridori, dopo uno stop iniziale, sono stati fatti proseguire all'interno della città e si sono ricongiunti alla carovana degli organizzatori in periferia. Il tricolore Visconti, spintonato, è stato costretto poi a ricorrere alle cure del medico per aver battuto un ginocchio contro il manubrio. Nel parapiglia è rimasto ferito anche un poliziotto. Prima di ripartire, il leader della classifica generale, Sacha Modolo, e Ivan Basso, si sono recati dal presidente della Monviso-Venezia, Michelino Davico, per chiedere a nome di tutti i partecipanti che il pubblico rispetti la corsa: «Noi siamo venuti a questa gara per correre e chiediamo solo che il pubblico ci permetta di farlo. Siamo professionisti, chiediamo il rispetto del nostro lavoro da parte di tutti». Modolo e Basso hanno riferito di essere stati insultati a più riprese da alcuni manifestanti lungo il percorso: «Qualcuno è andato anche oltre e ci ha rifilato delle sberle. Sono comportamenti inaccettabili. Ci alleniamo e fatichiamo quotidianamente per poter correre, non accettiamo che i nostri sforzi vengano resi vani in questo modo». Frattanto ieri mattina a Trento, al commissariato del governo, in vista della tappa roveretana si è tenuto un vertice al quale hanno partecipato il sindaco, il questore, i comandanti provinciali di carabinieri e guardia di finanza e la dirigente provinciale Patrizia Gentile.

«Abbiamo fatto il punto - spiega Miorandi - per capire se tutto è in ordine e la risposta è stata positiva. La città è pronta a gestire al meglio l'evento, senza allarmismi e senza paura. Compiremo il nostro dovere istituzionale. Domani (oggi, ndr) faremo un vertice in città per controllare che tutto sia pronto, come si fa per qualsiasi altro evento. Purtroppo non è così, lo dicono le cronache. Ci si adegua e ci si prepara». Ieri è stato confermato il percorso. Ritrovo al Mart e passerella dei corridori in corso Rosmini, via Fontana, via Dante, via Setaioli e piazza Podestà. Il via ufficiale alla gara sarà dato in via Vicenza, all'altezza della casa rossa, con la carovana poi diretta in Vallarsa. Sarà il sindaco ad abbassare la bandierina al via? «No - risponde -, io sono il responsabile dell'ordine pubblico e devo sorvegliare che tutto vada bene». «Oggi - conclude il commissario del governo, Francesco Squarcina - abbiamo valutato con attenzione le condizioni di rischio legate all'arrivo in Trentino del Giro della Padania. Il comitato per la sicurezza si sta preparando all'evento con misure particolari, più incisive e mirate, per garantire la sicurezza della manifestazione». Infine va registrata la nota del Comitato delle associazioni per la pace e i diritti umani di Rovereto: «Riteniamo che la città che si propone come città della Pace, concetto in cui risultano incluse la tolleranza, la collaborazione, l'accoglienza e la solidarietà, non dovrebbe prestarsi ad essere parte di un'iniziativa chiaramente riconducibile alla Lega Nord».

Russia. Gravi 2 sopravvissuti incidente aereo Yaroslavl | euronews, mondo

Russia. Gravi 2 sopravvissuti incidente aereo Yaroslavl | euronews, mondo

Russia: tragedia aerea, addio a campioni del mondo di hockey

2011, Lokomotiv Yaroslav, Hockey - 0Un gravissimo incidente aereo in Russia è costato la vita a 43 persone, tra cui i giocatori della squadra di hockey su ghiaccio del Lokomotiv Yaroslav, che stava raggiungendo Minsk per giocare la prima partita della stagione. L’aereo di linea Yak-42, decollato da Yaroslav, si è schiantato subito dopo la partenza, dopo essersi inclinato, finendo fuori dalla pista: si tratta del quarto incidente aereo avvenuto in Russia in due mesi: nei precedenti erano precipitati due Antonov e un Tupolev.
Tra le vittime vi sono giocatori di nazionalità svedese, polacca, ucraina, ceca, tedesca, bielorussa e lettone: nella squadra russa, infatti, militavano anche il tecnico canadese della squadra, Brad McCrimmon, e cinque giocatori stranieri dal portiere svedese ed ex campione olimpico Stefan Liv ai giocatori cechi Josef Vasicek, Jan Marek e Karel Rachunek, fino allo slovacco Pavol Demitra. Due persone si sarebbero salvate ma sono in gravissime condizioni: si tratta di un assistente di vole e del giocatore di hockey Alexandr Galimov, che era stato dato inizialmente per morto. Sul luogo dell’incidente, sono in corso gli accertamenti degli investigatori, mentre le autorità sportive russe hanno deciso il rinvio dell’inizio del campionato di hockey. La notizia del gravissimo incidente era stata diffusa mentre si stava svolgendo il primo incontro di campionato della nuova stagione, immediatamente sospeso. "I giocatori chiedono di scusarli ma non vedono come potrebbero finire la partita, ha spiegato il presidente della Lega Hockey, Alexander Medvedev.

Titolo del postLago di Toblino, sono arrivate le nutrie



nutrieTOBLINO - Una passeggiata di fine agosto sulle rive di Toblino sembrava aver riservato una gradevole sorpresa ad un nostro lettore, convinto di aver avvistato nelle acque del lago una lontra, «simpatico e rarissimo animale». Purtroppo quello che è finito immortalato nello scatto fotografico pubblicato qui accanto non si è rivelato altro che una meno poetica nutria, un grosso roditore con la classica coda nuda da ratto «importato» dal Sudamerica.
 
I primi esemplari arrivarono in Italia addirittura nel 1928 per dare inizio a un allevamento commerciale per la produzione di pellicce. Da allora questa attività è continuata, con un vero e proprio boom negli anni Sessanta e Settanta. All'entusiasmo, subentrò però una crisi del settore che rese non più remunerativo l'allevamento. Risultato: diverse nutrie fuggite o liberate cominciarono a colonizzare i territori umidi della Pianura padana, arrivando alla costa adriatica fino all'Abruzzo e quella tirrenica fino al Lazio.
 
Qualche esemplare ha trovato condizioni ideali nelle acque del Basso Trentino, determinando una serie di problemi per i quali si è deciso un piano di abbattimento nelle zone più densamente popolate. Roditori prolifici, le nutrie scavano profondi cunicoli sulle rive dei laghi e dei corsi d'acqua rendendole pericolosamente instabili e particolarmente vulnerabili in caso di ondate di piena. Inoltre rappresentano un pericolo per certe coltivazioni (il caso classico è il granturco) delle quali si cibano. Infine stravolgono l'equilibrio dei biotopi nei quali si installano, predando fra l'altro le uova dei volatili che nidificano in tali zone. Peccato: l'idea di una lontra al lago di Toblino sarebbe stata certamente una notizia molto più confortante. Ma, purtroppo, non è così come confermano al Museo di Scienze naturali di Trento: Myocastor coypus, ovvero nutria. B. B.

La manovra «salva» l'Autonomia Sì alla clausola che rispetta gli Statuti. Dellai: «Ma non è finita qui»

TRENTO. La batosta c'è, inutile girarci attorno. Ma la manovra approvata ieri dal Senato si rivela per la Provincia di Trento forse meno pesante (in prospettiva) di quanto preventivato all'inizio. Il testo contiene infatti la famosa clausola di salvaguardia per le Regioni speciali. Una formuletta che può risultare decisiva nella trattiva su quanto il Trentino dovrà pagare per il risanamento dei conti pubblici. «L'attuazione delle disposizioni del presente decreto alle Regioni a statuto speciale e alle Province autonome di Trento e Bolzano avviene nel rispetto del proprio statuto e delle relative norme di attuazione e secondo quanto previsto dall'articolo 27 della legge 5 maggio 2009, n. 42».

Poche parole, inserite nella parte finale del maxi-emendamento ma che potrebbero risultare decisive quando Dellai e Durnwalder dovranno contrattare con il governo l'entità della compartecipazione delle due Province autonome al risanamento delle casse pubbliche. Significa, in sostanza, che lo Stato dovrà tenere conto degli accordi sottoscritti con il Patto di Milano che prevedono per Trento e Bolzano già oggi un contributo di 250 milioni di euro all'anno ciscuno per il risanamento dei conti pubblici, oltre all'acquisizione di alcune deleghe come quella sull'università e sugli ammortizzatori sociali.

«Faremo la nostra parte - ha chiarito Dellai - ma vogliamo pagare il giusto. La clausola era già stata approvata all'unanimità in commissione e mi sarei stupito assai se il maxi-emendamento del governo non l'avesse compresa. Quella norma non fa altro che ribadire un principio giuridico sacrosanto. In questo momento sono molto più preoccupato per l'Italia visto che sono convinto che nei prossimi mesi il governo dovrà varare una nuova manovra correttiva».

L'impegno finanziario aggiuntivo per le due province per il prossimo anno ammonta ad oggi a circa 350 milioni di euro che - grazie alla trattativa con il governo - potrebbe scendere a 150. Questa almeno è la speranza di Dellai che - con la clausola di salvaguardia approvata ieri - potrà presentarsi al tavolo delle trattative con una solida coperta giuridica sulle spalle. Il problema è: quali sono i margini di manovra? Il punto interrogativo, ad oggi, è grande e inquietante. «Si figuri - spiega ancora il governatore - che ad oggi non abbiamo ancora definito con precisione a quanto ammonti il patto di stabilità per il 2011, figuriamoci quello del 2012. Ci attendono mesi molto intensi e di grande preoccupazione ma in questo momento dobbiamo tenere i nervi saldi».

Oggi Dellai dovrebbe essere a Roma per una seduta straordinaria della Conferenza delle Regioni nella quale i rappresentanti degli enti locali esamineranno (tra gli altri temi) anche il testo della manovra approvata ieri. Anche perché ulteriori correzioni future non sono affatto escluse, come ha chiarito ieri il sindaco di Roma Alemanno: «Noi rappresentanti degli enti locali stiamo lavorando per modifiche successive»

mercoledì 7 settembre 2011

Titolo del postBORGA: bisogna tagliare le Comunità, non i Comuni


euroLa questione dei costi della politica ha finito con l'investire anche il sistema delle autonomie comunali trentine sotto il duplice profilo delle indennità degli amministratori e del numero dei Comuni, entrambi da molti ritenuti eccessivi. A tal proposito, pur consapevole di pormi fuori dal coro, dico subito di non condividere tale opinione. In primo luogo, pur consapevole della necessità di non eludere il tema in questione, rilevo come i Comuni non possano essere valutati con un approccio meramente ragionieristico. Essi, infatti, sono anche e soprattutto identità, storia, cultura ed appartenenza: in una parola Comunità, quella vera, ovviamente, quella che ha alle spalle secoli di storia condivisa, e non quella artificiosamente creata da Dellai e soci nel 2006. Tutti valori, questi, che difficilmente possono essere monetizzati, ma la cui importanza per la vita della nostra gente mi pare difficilmente negabile. Ciò non significa che il numero dei Comuni trentini sia intangibile, ma la questione va affrontata cum grano salis, senza cedere alla demagogia. E qui faccio riferimento a chi, da un lato invoca la soppressione di buona parte dei Comuni trentini, dall'altro nulla dice sulle Comunità di valle.
 
Se di costi della politica si vuole (e si deve) parlare, cominciamo in primo luogo dalle Comunità di valle, enti estranei alla nostra storia, rifiutati dai Trentini con livelli clamorosi di diserzione dalle urne, e a tutt'oggi, dopo oltre sei anni, ancora fermi, che altro non faranno che aggiungere burocrazia a burocrazia. Il tutto comprimendo fortemente le autonomie comunali, trattenendo nel contempo ben saldo il timone in mano alla Giunta provinciale. Se di tagli dobbiamo parlare, incominciamo con il tagliare le costose Comunità. In tal modo al consistente risparmio ottenuto, si aggiungerebbe il riconoscimento del ruolo degli enti da sempre più vicini ai cittadini. E a chi obietta che i Comuni non sarebbero in grado di fornire servizi adeguati, è facile rispondere che alla gestione associata dei servizi possono provvedere anche le Amministrazioni comunali, così come accade(va) da tempo, ad esempio, in materia di polizia urbana. Peraltro un percorso di unificazione dei Comuni si è già spontaneamente avviato, indicando la strada da perseguire, senza la necessità di inopportune forzature.
 
Venendo ora al problema delle indennità, personalmente ritengo che le indennità di sindaci ed assessori comunali non siano eccessive in considerazione delle responsabilità e dell'impegno che tali ruoli comportano, così come ho avuto modo di apprendere nei miei oltre otto anni da sindaco. E ciò anche per i Comuni di più ridotte dimensioni, di cui molti invocano la soppressione, come se il problema dei problemi fosse quello delle indennità dei relativi amministratori. Prendiamo, dunque, ad esempio proprio questi Comuni e vediamo che l'intera Giunta costa complessivamente 31.464 euro all'anno (con compensi che per il Sindaco sono di 1.140 e per gli assessori di 342 euro al mese lordi). Cifra considerevole qualcuno dice, senza però considerare l'importanza che la presenza di un Comune ha per la relativa Comunità, né, soprattutto, i costi per la collettività trentina di altre brillanti iniziative. A solo titolo d'esempio (si tratta di gocce nell'oceano) mi permetto di ricordare il calendario «glocal» pubblicato lo scorso anno «per celebrare un mondo biodiverso, non uniforme, non omologato» ed il cofanetto contenente un opuscolo ed un dvd, aventi ad oggetto la storia dei musulmani aleviti turchi. Il costo delle simpatiche iniziative, entrambe promosse dalla nostra allegra Provincia, è stato pari a complessivi 32.589, superiore ad un intero anno di quello delle Giunte di uno dei piccoli Comuni trentini.
 
Ed allora, mi chiedo, sapendo che di spese come questa il bilancio provinciale è infarcito, chi è più utile alla Comunità trentina: gli amministratori di Fierozzo, Sfruz o Bresimo o bizzarre iniziative quali quelle sopra ricordate? Ed ancora mi chiedo, cosa dovremo tagliare prima: i piccoli Comuni o i calendari «glocal» e le opere sui musulmani aleviti turchi? Nel concludere, però, una sintetica annotazione. È ormai del tutto evidente la volontà della Giunta provinciale di trasferire in tempo breve alle Comunità di valle molte (tutte le più importanti) competenze oggi facenti capo ai Comuni: anagrafe, tributi, edilizia privata e pubblica, commercio (a tal riguardo sono chiarissime le recenti dichiarazioni dell'assessore Gilmozzi). E ciò nel silenzio, oltreché del Consiglio delle Autonomie, di molti, troppi, amministratori comunali, evidentemente più preoccupati di rispondere ai propri referenti di Trento, che non delle sorti dei loro Comuni. Se ciò avverrà, allora sì che molti Comuni e relativi amministratori diverranno inutili e che le loro indennità saranno giustamente considerate una spesa ingiustificata.
 
Noi faremo quanto ci è possibile perché ciò non avvenga, ma da soli ben difficilmente riusciremo a fermare il processo in corso. Sugli amministratori comunali trentini grava quindi ora una grande responsabilità: in gioco non sono, infatti, il loro ruolo e le loro indennità, ma stesse le Comunità che i cittadini hanno loro affidato. Con giusto orgoglio rivendicate il vostro ruolo: difendetelo fino in fondo, rigettando le pressioni politiche, perché con esso voi difendete una parte importante della storia della nostra Terra.

L'Italia sull'orlo della bancarotta


borsa
Domani a Francoforte il consiglio della Bce, la Banca centrale europea, deciderà se intervenire ancora una volta d'urgenza acquistando titoli di Stato italiano per salvare l'Italia dal tracollo finanziario, o se invece lasciare il nostro Paese al suo destino, la bancarotta. Lo spread tra i Btp, i buoni poliennali del Tesoro, e i Bund tedeschi, ha superato anche ieri il differenziale di 365 punti: nessuno si fida più dei titoli di Stato italiano e della capacità di essere rimborsati.

La Borsa di Milano è sprofondata ulteriormente nella giornata di ieri (-1,98%), con un susseguirsi a vendere titoli e azioni in un'atmosfera da fuggi fuggi generale. Il debito pubblico italiano ormai ha sforato i 1.900 miliardi di euro, e la corsa sembra inarrestabile. I mercati internazionali, i governi europei, l'opinione pubblica e i risparmiatori stanno seguendo con apprensione quanto sta accadendo a Roma, tenendo il fiato sospeso.

Il crollo dell'Italia rischia di trascinare a fondo l'euro, e con esso tutta l'Europa. L'ora è grave, anche se gli italiani sembrano non accorgersene o esserne del tutto coscienti: il pericolo è di finire come la Grecia, come l'Argentina. E ieri, di fronte al baratro che incombe, il governo italiano ha cambiato per la quinta volta in poco più di un mese la manovra finanziaria, ha disfatto e rifatto la tela del provvedimento che deve rassicurare i mercati finanziari, ha stravolto le misure di risanamento, ha negato ciò che aveva detto il giorno prima, e rinnegato quello del giorno prima ancora, ha gettato nel panico tutti i governi europei e gli investitori internazionali. Ha dimostrato che non c'è governo, non c'è guida, non c'è percorso di cammino e destinazione da raggiungere.

Dal cilindro del nocchiero di una nave allo sbando è uscito fuori un ridicolo prelievo di solidarietà Prelievo annunciato negato poi rintrodotto e poi di nuovo tolto, ed ora infine rimesso nel testo di legge, che porterà ad una misera riscossione sopra i redditi da 500.000 euro, lo 0,01 dei contribuenti, versando nelle casse dello Stato per il 2012 un gettito di 35 milioni, un decimo di quello richiesto alla nostra Autonomia, di fatto nulla. Poi di nuovo il ritocco in serata: sarà sopra i 300.00 euro, poco cambia. Aumenterà l'Iva dell'1%, misura già introdotta, ritirata, rinserita e spergiurato poi che non sarebbe stata applicata.

Così le pensioni: le donne nel privato lasceranno il lavoro a 65 anni. Prima era stato annunciato di sì, poi di no, poi di nuovo di sì. Poi che sarebbero stati tolti al conteggio gli anni dell'università e del militare. Poi che no, restavano e le pensioni non venivano in alcun modo toccate. Non si sa se il Senato riuscirà ad approvare in tempo la manovra, nonostante il voto di fiducia, per trasmettere qualche segnale rassicurante all'Europa, ai governi e ai risparmiatori. Ormai è il Paese che ha perso del tutto credibilità e fiducia, e soprattutto governi e mercati internazionali mostrano di non credere più che esista un governo in grado di governare la situazione. La commedia italiana che va avanti da troppi anni, già scaduta in farsa, sta per tramutarsi in tragedia.

Di fronte ad un Paese che va a picco, il Presidente del Consiglio si dimena a casaccio concentrato soltanto in vicende di prostitute, lenoni, faccendieri, arraffoni, ricattatori, personaggi di malaffare. Un governo che da tre anni non governa, che ha distrutto la credibilità del Paese, che ne ha minacciato la tenuta economica e finanziaria, e che si arrabatta tra i propri spasimi, cementato soltanto dalla paura di venire inghiottito dal niente, tiene in ostaggio l'Italia. Silvio Berlusconi ha distrutto se stesso e nella sua distruzione sta distruggendo il Paese intero.

Non c'è più tempo da perdere. Se domani l'Europa, sgomenta di fronte al suicidio in corso dell'Italia, deciderà che non può più rischiare la sua tenuta per noi e ci abbandonerà a noi stessi, il Paese finirà preda della speculazione. Nessuno acquisterà più titoli di Stato italiano se non a rendimenti da capogiro, che porteranno alla bancarotta. Il rischio è che non si possano più pagare gli stipendi degli statali e le pensioni, che i titoli vengano congelati e non più rimborsati, che le imprese non abbiano più prestiti dalle banche se non a costi esorbitanti e insostenibili, che la crisi paralizzi l'economia e trascini nella recessione.

Non c'è più tempo da perdere. Occorre un governo di unità e salvezza nazionale, che ridia una guida al Paese, che tranquillizzi i mercati, che riporti speranza agli altri paesi europei, che dimostri nei fatti che non siamo la Grecia e che possiamo ancora farcela. Un governo che imponga a livello costituzionale il pareggio di bilancio, e che intacchi strutturalmente e seriamente il debito, con tagli draconiani alla spesa pubblica e, se necessario, un prelievo patrimoniale d'emergenza per garantire la tenuta dello Stato. L'Italia non può inabissarsi, ostaggio di un apprendista stregone, malato e prigioniero della propria psicolabilità e delle proprie ossessioni.

Bisogna fare presto. Il tempo è scaduto per pensare che siano gli altri ancora una volta a trarci d'impaccio. Tutti, tutti insieme, dobbiamo imprimere una svolta. Domani è l'8 settembre, data infausta per la nostra storia. Già un'altra volta ha segnato la fine della patria e lo sbando della nazione. Non possiamo permettere che questo si ripeta.

martedì 6 settembre 2011


Fragile Oasis - Connecting Space and Earth: Learn. Act. Make A Difference.

Il record mondiale della Giamaica nella 4×100



I mondiali di atletica di Daegu si sono chiusi con una staffetta movimentata, tra incidenti e record


I mondiali di atletica di Daegu, in Corea del Sud, si sono chiusi oggi con la finale maschile della staffetta 4×100. Ha vinto la Giamaica, che ha corso una gara praticamente perfetta e ha messo a segno il record mondiale nella disciplina. La Francia è arrivata seconda, Saint Kitts e Nevis terza. L’Italia è arrivata quinta. La gara è stata segnata da uno scontro all’ultimo scambio, che ha ostacolato l’atleta di Trinidad e Tobago e ha portato alla squalifica di Stati Uniti e Gran Bretagna.

Oggi lo sciopero anti-manovra



Anche Pd, Idv e Sel

schierati con la Cgil

Le ragioni dello sciopero promosso per oggi dalla Cgil si sono rafforzate dopo il provvedimento sui licenziamenti inserito in extremis 8e non se ne comprende la logica) nella manovra, tanto che anche in alcuni sindacati aderenti a Cisl e Uil - che non aderiscono - si manifestano forti malumori, mentre nel Pd è cresciuto il consenso, tanto che Bersani ha annunciato che sarà presente alla manifestazione di Roma, come lo saranno Di Pietro e Vendola, mentre di parere opposto è Casini. Tuttavia è difficile prevedere con esattezza quali potranno essere le conseguenze delle interruzioni di 8 ore del lavoro sia nei trasporti, sia negli uffici, sia nei vari settori della vita del paese e come si articoleranno le venti manifestazioni regionali in programma. E' comunque significativo che il "Corriere della sera" non sarà in edicola: ciò vuol dire che si avranno anche adesioni non preventivate.

La mappa della protesta

i fermeranno i lavoratori aderenti alla Cgil di tutti i settori, dai trasporti agli uffici pubblici con probabili disagi non solo per chi viaggia ma anche per chi avrà bisogno di pagare un bollettino postale, di fare un'operazione in banca o semplicemente di fare una visita medica in ospedale. Lo sciopero è stato proclamato dalla sola Cgil quindi è improbabile che ci siano servizi chiusi del tutto ma sono comunque previsti rallentamenti e file. Ecco in sintesi la mappa della protesta tenuto conto che per i servizi essenziali esistono fasce e prestazioni di garanzia.

- AEREI: Piloti, assistenti di volo e personale di terra degli aeroporti scioperano dalle 10 alle 18.

- TRENI: Lo stop del trasporto ferroviario e' previsto dalle 9 alle 17. Sciopereranno nello stesso orario anche nelle attività di supporto di pulizia delle vetture, di ristorazione a bordo e di accompagnamento notte.

- BUS-METRO: Bus, metro, tram e ferrovie concesse si fermeranno per 8 ore secondo modalita' stabilite localmente e nel rispetto delle fasce di garanzia. A Roma e a Napoli previsto lo stop dalle 9 alle 17; a Milano dalle 18 a fine turno; a Torino dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 18; a Bologna dalle 19.30 a fine turno; a Firenze dalle 16 a fine turno ed a Palermo dalle 8.30 alle 17.30.

- NAVI: Interessati allo sciopero anche navi e traghetti che ritarderanno di 8 ore le partenze e gli autisti di camion che si fermeranno per tutto l'arco della giornata.

- STRADE: Disagi sono previsti anche nei caselli autostradali ma e' possibili che ci siano rallentamenti e file anche per l'autonolleggio e nel soccorso autostradale.

- PUBBLICO IMPIEGO lo sciopero sara' per l'intera giornata. Incroceranno le braccia oltre tre milioni di dipendenti tra insegnanti, ospedalieri, ministeriali e dipendenti degli enti locali. Sara' possibile trovare la fila negli uffici pubblici mentre negli ospedali saranno garantite le prestazioni essenziali ma potranno essere rinviate le visite ambulatoriali. Scarsi i disagi nelle scuole dato che la stragrande maggioranza non ha ancora riaperto.

- BANCHE e POSTE: sembra improbabile la chiusura degli uffici ma e' possibile che ci siano file piu' lunghe a causa dell'adesione di parte del personale.

- COMMERCIO E TURISMO: Sciopero per l'intera giornata. Potrebbero esserci disagi nei centri commerciali e nei supermercati con file piu' lunghe alla cassa. Scioperano naturalmente anche i lavoratori della Cgil nell'industria senza che cio' porti pero' disagi per l'utenza.

MEDICI - Anche i medici parteciperanno alle manifestazioni organizzate dalla Cgil, insieme a tutti gli altri lavoratori della sanità. Perciò potranno saltare le attività programmate, come gli interventi, le visite e gli esami diagnostici negli ospedali e nei presidi territoriali delle Asl", anche se saranno garantite le urgenze. "Alla fine a pagare siamo sempre noi medici, insieme a tutto il pubblico impiego, non i calciatori", dichiara Massimo Cozza, leader della Fp-Cgil, ricordando che "per noi ritorna il contributo di solidarietà sugli stipendi oltre i 90mila euro, mentre per gli altri scompare anche a parità di retribuzione, in violazione del principio costituzionale di eguaglianza del sistema fiscale". Con la protesta, aggiunge Cozza, "ci siamo ripresi il diritto ai riscatti per le pensioni, le feste laiche e le tredicesime, e adesso continueremo a batterci per riprenderci lo stipendio senza iniqui prelievi forzosi, i contratti e gli aumenti negati, il turn over e la stabilizzazione per i precari". Per queste ragioni la Cgil medici ha anche promosso l'Appello "Cambiamo la manovra!" (www.cambiamolamanovra.it) insieme a tutte le altre organizzazioni sindacali mediche, veterinarie e della dirigenza del SSS, e il prossimo mercoledì 8 settembre decideranno unitariamente ulteriori iniziative di mobilitazione.

SCUOLE. Anche gli studenti saranno a fianco dei lavoratori della Cgil ''contro una manovra che distrugge i diritti, iniqua e che continua a far pagare i costi della crisi solo ai più deboli''. «Il nostro slogan - spiegano Rete degli studenti e Unione degli universitari - sarà "Questa volta noi non paghiamo"; da tre anni ripetiamo da ogni piazza che la politica di questo governo nell'affrontare la crisi è sbagliata e che avrebbe portato il nostro Paese al collasso, facendo pagare le conseguenze più gravi in primis a noi giovani. Quello che abbiamo sempre detto oggi è realtà: un'intera generazione vive nella consapevolezza che ormai studiare non serva perché non ci sono né lavoro né futuro nel nostro Paese''. Inoltre 12 settembre, al suono della prima campanella, saranno davanti alle scuole con un flash mob che aprirà l'autunno studentesco che proseguirà con mobilitazioni e iniziative continue, e con la prima grande giornata di mobilitazione studentesca nazionale il 7 ottobre.

Manifestazioni

Oggi sono annunciate manifestazioni in 100 piazze italiane, da Torino a Catania. Il comizio della Camusso è fissato al Colosseo in tarda mattinata

''Direi che da parte di Cisl e Uil c'é una grande sottovalutazione dell'effetto che può avere una norma come l'articolo 8, che viola le leggi esistenti e i diritti dei lavoratori, a nostro avviso assolutamente anticostituzionale'', ha detto il leader della Cgil Susanna Camusso. Per il segretario del sindacato, ''la manovra come quella precedente, come tutta l'opera del ministro del Lavoro è stata costruita sull'idea di isolare chi ha qualche elemento di dissenso. Mi pare evidente che il senso sia quello di vendicarsi''. Per il sindacato ''un'altra manovra e' possibile, dal segno diverso, pagata da chi piu' ha e non ha mai pagato''. Modificare il segno del decreto di ferragosto e', quindi, l'obiettivo del quinto sciopero generale dall'insediamento del governo Berlusconi, il secondo da quando alla guida della Cgil c'e' Susanna Camusso e il primo, dopo un periodo molto lungo, che si svolge a meta' settimana, rompendo la consuetudine degli scioperi di venerdì.

Russia, il milionario provoca la morte del centauro. La polizia lo lascia libero


Un video in Rete inchioda il responsabile
Gli utenti di Internet:«Ha pagato per farla franca»

MILANO - Un filmato choc documenta un sorpasso dalle tragiche conseguenze su un’autostrada in Russia e fa subito il giro della Rete. Tuttavia, nonostante la prova video sia eloquente, la polizia moscovita ha rinunciato a perseguire l’autore dell’incidente mortale, un milionario russo. Ora monta la protesta. E vengono sollevate accuse: il magnate avrebbe corrotto le forze dell’ordine per farla franca.

LO SCONTRO - Il terribile incidente è avvenuto sabato scorso su un’autostrada poco distante dalla capitale russa: una grossa Mercedes azzarda un sorpasso svoltando improvvisamente a sinistra, senza mettere nessuna freccia. Nella manovra la berlina colpisce una moto che sopraggiunge sulla carreggiata di sorpasso. L’impatto è violento: il pilota perde il controllo della sua Suzuki, sbanda e piomba contro il guard rail. La Mercedes non si ferma, mentre il centauro resta sull’asfalto gravemente ferito. Il 24enne muore poco dopo, prima dell’arrivo dei soccorsi.

PIRATA DELLA STRADA - L’episodio è venuto alla luce attraverso un video pubblicato su Internet. Il caso è però esploso quando è stata smascherata l’identità del protagonista dietro al volante della vettura. La polizia di Mosca ha confermato che si tratta del ricco uomo d’affari russo Alexander Zaribko. Ciò nonostante, il presunto pirata della strada non si trova nel mirino della giustizia. Oksana Shlyakhtina, una portavoce della polizia regionale moscovita ha spiegato all’agenzia di stampa russa Ria Novosti di «non vedere alcun motivo per procedere con un’indagine». Zaribko si è difeso raccontando al portale d’informazione russo, LifeNews «di non aver mai cambiato corsia».


SCONCERTO SUL WEB - Le reazioni in Rete non si sono fatte attendere, e sono violente: mentre alcuni internauti si schierano in linea di principio dalla parte degli automobilisti, altri difendono a spada tratta i motociclisti. Un blogger, tuttavia, indica un aspetto più inquietante: è convinto che il conducente della Mercedes abbia pagato per farla franca. «Siamo in Russia, chi paga ha sempre avuto ragione». Alexander Zaribko è coproprietario della grande catena di supermercati Viktoria. Secondo la rivista Forbes la fortuna del 49enne è stimata in oltre 170 milioni di euro.

http://video.corriere.it/russia-milionario-provoca-morte-centauro/4afd060e-d58c-11e0-b96a-5869f8404a57

lunedì 5 settembre 2011

Vasco Rossi - Live 2007 -


Gli oncologi contro Vasco: «Inaccettabili le sue parole sul cancro» Il cantante aveva dichiarato: «Se avessi avuto un tumore, non mi sarei curato. Meglio andare ai Caraibi»

vasco-rossiMILANO - Per qualche settimana non si era arrabbiato né aveva fatto arrabbiare alcuno. Ma ecco che Vasco ritorna al centro delle polemiche, dopo un'intervista rilasciata a Vanity Fair qualche giorno fa. Il rocker aveva dichiarato: «Se avessi avuto un cancro non mi sarei curato. Antidolorifici ai Caraibi, ecco quello che avrei fatto. Perché non voglio soffrire, voglio morire allegro».
I medici del settore sono scesi subito sul piede di guerra: Umberto Tirelli, direttore del dipartimento di Oncologia del prestigioso Istituto Nazionale Tumori di Aviano, attacca senza remore il cantante: «Le affermazioni di Vasco Rossi sono in forte contrasto con la realtà perché anche se questa potrebbe essere solo una sua considerazione personale, visto il personaggio pubblico, è un invito a molti pazienti a non essere trattati ed eventualmente guariti dalla loro malattia oncologica e senza, tra l’altro, rispetto e una parola di conforto per tutti coloro che oggi stanno affrontando questa terribile esperienza personalmente o con una persona cara e fra i quali ci sono sicuramente molti dei suoi fan».
I DATI - Tirelli espone i dati: «Ogni giorno lavorativo in Italia a circa 1.000 nostri connazionali viene fatta una diagnosi di cancro per 250.000 nuovi casi di tumore l’anno, dei quali circa 10.000 sono sotto l’età dei 40 anni. In Italia vi sono oggi 2.200.000 persone che vivono con il cancro e, di queste, circa 1.285.000 sono lungo sopravviventi, possono cioè essere considerati guariti con una spettanza di vita identica a quella della popolazione generale senza cancro. Quanto riferito pertanto da Vasco Rossi, pur rispettando la sua personale visione del problema, non si può assolutamente accettare come un eventuale consiglio a chi è affetto da una patologia oncologica.
CARAIBI? NON PER TUTTI - E il medico conclude: «Tra l’altro i Caraibi, oltre a non essere alla portata di molti pazienti, a differenza di Vasco Rossi, farebbero fatica a contenere le oltre 2.200.000 persone che oggi in Italia sono affette da tumore. Un cattivo maestro per quanto riguarda la droga e un pessimo maestro per quanto riguarda l’oncologia: questo è Vasco Rossi. Pur essendo un grande autore e un eccellente cantante. A ognuno però i propri ruoli: sconfinare dalle proprie conoscenze ed esperienze può essere dannoso per gli altri. Comunque, un augurio che la sua malattia, qualunque essa sia, guarisca con i trattamenti in atto. Anche Vasco Rossi è infatti un paziente”.

MotoGp, Simoncelli: "Amico di Rossi, ma non in pista"

Marco Simoncelli risponde a Valentino Rossi, che ieri ha scherzato sul sorpasso subito nel Gp di San Marino definendo l'amico "un bastardo". "La battuta di Rossi? Ovviamente uno scherzo - dice Simoncelli a SkySport24 - anche se in pista mi rendo conto di non essere simpatico A quella curva lui è arrivato lungo e io ho sfruttato il buco".

"Non è la prima volta che ci offendiamo in pista - continua Sic -. Io e Rossi ci conosciamo da tanto tempo, ma in pista non ci sono amici, gli avversari sono tutti uguali". In realtà, qualche avversario particolarmente sgradito c'è: "Lorenzo? I rapporti con lui sono più rilassati - taglia corto Simoncelli -, ma non mi interessa far la pace con lui, non è neppure mio amico". Infine una battuta sui problemi di Valentino in Ducati: "Quella moto lì solo Stoner riusciva a farla andare forte. La Ducati si è concentrata troppo sulle sue vittorie e non sul capire perché gli altri facevano fatica. Adesso - conclude - si è trovata indietro e non ha sviluppato la moto come avrebbe dovuto".

Google e le 65 candeline per Freddie Mercury



Omaggiato da un doodle (gli oramai celebri loghi animati) di Google, con un video che sulle note diDont’stop me now ne ripercorre la carriera artistica in poco più di tre minuti, tutti i naviganti in rete sapranno che oggi Freddie Mercury, storico frontman dei Queen, avrebbe compiuto 65 anni.

Ritratto al pianoforte mentre indossa la sgargiante giacca gialla e gli immancabili pantaloni bianchi attillatissimi con la striscia rossa sui fianchi, esattamente come nel Live Magic del 1986 a Wembley, parte per un viaggio immaginario attraverso il tempo e lo spazio. Un degno omaggio di Google a un grande della musica, a una delle voci più apprezzate della storia del rock, a un frontman che con 707 concerti in 26 nazioni nel periodo che va dal 1971 al 1986, rendeva ogni concerto un vero e proprio spettacolo teatrale, motivo per cui alla band è stato spesso attribuito il titolo di miglior live-banddella storia.

Frederick Bulsara nasce il 5 settembre 1946 a Zanzibar da genitori britannici, vive la sua infanzia in India e frequenta le scuole a Bombay. Al ritorno della sua famiglia in Inghilterra, si laurea in Arte e design nel 1970 e, scelto il nome “Freddie Mercury”, assieme a Roger Taylor (batterista), Brian May (chitarrista) e John Deacon (bassista), dà vita alla mitica pop-rock band dei Queen, componendo 15 album in studio e vendendo oltre 150 milioni di dischi.

Scomparso il 24 novembre 1991 a causa dell’Aids, nel doodle Freddie sfreccia nei cieli a bordo di una navicella spaziale: con mantello rosso e corona, domina il fuoco così come i leoni, affronta gli alieni, poi se ne torna a casa e, come nel video di I want to break free, danza con un aspirapolvere come un’arzilla housewife.

È la riprova che Freddie, dopo le innumerevoli e anche feroci critiche da parte della stampa britannica ricevute in vita, deve per forza aver pagato tutti i suoi debiti e scontato tutte le sue condanne, come canta in We are the champions. In molti tentano di imitarlo, ma inutilmente. Di Freddie Mercury ce n’è uno solo. Quanti di voi hanno apprezzato la reunion dei Queen guidati daPaul Rodgers, ex leader dei Free?

Intanto Brian May ha confermato che il tanto atteso film biografico sulla vita di Freddie Mercury uscirà nell’autunno del 2012 con l’attore Sacha Baron Cohen (già Alì G, Borat e Bruno) nei panni del cantante. Peter Morgan ha ultimato la prima bozza della sceneggiatura “e Baron Cohen si sta preparando al ruolo con una dedizione tale che avrebbe incantanto anche Freddie!”. Auguri.

Terremoto, leggera scossa in Trentino

TRENTO. Una debole scossa di terremoto è stata avvertita nel primo pomeriggio in Trentino Alto Adige, al confine tra le due Province autonome.

A segnalare il terremoto sono state alcune persone che stavano raccogliendo funghi in Val d'Ultimo, in Alto Adige, ma il sisma risulta avere interessato anche al Trentino. L'Istituto nazionale di vulcanologia lo segnala di magnitudo 2,9 della scala Richter, localizzato nelle Alpi Retiche. Vista la scarsa intensità non risultano danni a cose o persone.

domenica 4 settembre 2011

Lorenzo re di San Marino, poi Pedrosa


Stoner, partito in pole, chiude
in terza posizione. Vale settimo

Capolavoro Lorenzo. Il campione in carica è stato primo dall'inizio alla fine, dominando il Gran Premio di Misano Adriatico. A cinque gare dal termine del Motomondiale, lo spagnolo ha limato di 9 punti il distacco da Casey Stoner (terzo). Ora il gap tra i due, a vantaggio dell'australiano, è di 35 punti. Tanti, ma Lorenzo non molla. Guai a darlo per vinto. Il timore pioggia è stato fugato, nonostante qualche goccia iniziale (di cui ha approfittato Rossi). “Porfuera” è stato tallonato per metà gara da Stoner. Sembrava ipotizzabile un duello sino alla fine. Poi, dal 13esimo giro dei 28 complessivi, Lorenzo ha fatto il vuoto. “Sono molto contento, in Italia quest'anno ho vinto due gare su due, qui e al Mugello.

Le ultime prove erano state faticose, avevo bisogno del primo posto”. L'australiano, partito dalla pole position, ha ceduto di schianto. A sei giri dalla fine è stato superato anche da Dani Pedrosa, secondo al traguardo e autore di un sorpasso straordinario sul compagno di squadra. Pedrosa ha chiuso a 7 secondi, Stoner a quasi 12. Con il suo secondo posto, Dani ha aiutato in classifica Lorenzo – che decisamente non ama – e confermato come alla Honda non esistano ordini di scuderia. “Ieri la moto andava meglio, peccato. Abbiamo fatto una variazione al forcellone in mattinata e non si è rivelata una buona idea”.

Stoner ha detto di essersi sentito “molto stanco, a un certo punto. Le ultime tre gare sono state dure, a Laguna e poi Brno e Indianapolis. Non ho dormito molto. Forse il mio fisico non ha recuperato abbastanza, in ogni caso complimenti a Lorenzo: non ha sbagliato nulla”. Lo spettacolo maggiore è arrivato dalla sfida per il quarto posto, con Marco Simoncelli che – per la prima volta in stagione – ha chiuso davanti al rivale di sempre Dovizioso. Davvero vibrante il triello con Spies (sesto) negli ultimi tre giri. Emblematica la gara di Valentino Rossi. Il Dottore ha dimostrato che, più di così, non può ottenere. Partito undicesimo, alla seconda curva era sesto, in virtù di una partenza sontuosa. Quando Valentino ha superato Spies, si è trovato quinto e per un po' ha dato la sensazione di poter reggere il ritmo di Dovizioso.

Alla fine ha però chiuso settimo, più o meno la “solita” posizione del 2011. Il distacco da Lorenzo è abissale (quasi 24 secondi). Di buono, se non altro, c'è la consapevolezza di aver chiuso non troppo distante dal gruppo del quart-sesto. Ritirata l'altra Ducati ufficiale, quella di Nicky Hayden, così come Loris Capirossi, che giovedì scorso proprio a Misano aveva annunciato a fine stagione il suo ritiro ufficiale. Tra due settimane si corre nel deserto iberico di Aragona, dove un anno fa vinse Stoner. Quando era ancora in Ducati e quando il bolide di Borgo Panigale sembrava (era?) competitivo.

Postura corretta: migliora autostima, salute e forza


Siete timidi, insicuri, avete una bassa autostima di voi stessi? Ecco la soluzione giusta per voi: dovete sedervi con la schiena dritta. Uno studio condotto da Scott Wiltermuth, ricercatore della Marshall University in California ha dimostrato che una corretta postura sulla sedia migliora la nostra autostima. Gli studiosi infatti hanno dimostrato che sedersi dritti con la schiena ci fa stare meglio non solo fisicamente ma anche mentalmente.
una postura scorretta può esser causa di minor forza e può causare una mancanza di autostima nei confronti delle proprie capacitàGli studiosi hanno esaminato un campione di volontari. Dai risultati del test è emerso che i soggetti che erano abituati a sedersi con una postura corretta riducevano il rischio di avere mal di schiena e la sensibilità al dolore. Inoltre tali volontari miglioravano il proprio benessere a livello psicologico.
Quante volte capita che mentre stiamo al computer o guardiamo la tv o mangiamo, ci ritroviamo ad avere una postura sbagliata? Ricordatevi che sedendovi con la schiena dritta migliorerete la vostra autostima e sarete più attraenti nei confronti degli altri.
Scott Wiltermuth spiega: “I nostri dati implicano anche che ad esempio, quando si ha un dolore, sarebbe meglio stare dritti e non raggomitolarsi come in effetti viene spontaneo fare. La postura raccolta infatti può indurci a pensare di non avere il conpostura corretta migliora autostimatrollo delle nostre sensazioni, e questo a sua volta può avere un effetto negativo di intensificazione della percezione del dolore. Meglio sedersi spingendo il petto avanti e cercando di allargare il torace: il senso di potere e controllo che ne deriva può aiutarci a ridurre la soglia del dolore.”
Ora cerchiamo di capire qual’è la postura corretta davanti ad un pc. Ricordate che è importante non solo la vostra posizione sulla sedia ma anche quella del pc nell’ambiente circostante. Avere la schiena dritta infatti previene affaticamento della vista, rigidità e tensioni muscolari al collo, alla schiena, alle spalle, alle braccia, alle mani.
Dovete rilassarvi e assumere una posizione corretta di fronte al monitor, con i piedi ben poggiati al pavimento, angolo di 90 gradi tra cosce e busto, schiena diritta appoggiata allo schienale della sedia nel tratto lombare.
Quale sedia utilizzare? Acquistate una sedia che ha la manopola per la regolazione dell’altezza e dell’inclinazione dello schienale che deve essere a circa 90 gradi rispetto al pavimento.
Inoltre cercate di non trascorrere molte ore seduti dinanzi al pc, potreste così affaticare i vostri occhi. Ricordate inoltre che tra il pc e voi ci deve essere una distanza tra i 50 e i 70 cm. Dovete inoltre avere lo spazio sulla scrivania di mettere gli avambracci davanti alla tastiera, durante la digitazione. La scrivania deve essere stabile e di altezza tra i 70 e 80 cm.

Era «troppo occidentale» la ragazza marocchina frustata dal padre a Pesaro

Pesaro: frustata dal padre perché ”troppo occidentale” - La storia di una giovane marocchina segregata in casa per i suoi comportamenti. Il ministro Mara Carfagna:”inaccettabile, la giustizia sia severa”.

Roma – 1 settembre 2011 - Frustata dal padre e segregata in casa perché troppo "occidentale".

Una di quelle storie di cui si stenta a credere ma che invece è la dura realtà vissuta da una giovane marocchina in provincia di Pesaro.

La ragazza da giorni rimaneva segregata in casa, chiusa a chiave nella soffitta, ogni qual volta i genitori uscivano per lavoro, dopo aver subito le violenze del padre che l’aveva punita per le sue scelte considerate ”troppo occidentali” come le t-shirt che la ragazza indossava.
Il padre, un 52enne con regolari documenti per il soggiorno, è stato arrestato mentre la madre è stata denunciata per concorso in maltrattamenti in famiglia. Nella loro casa i carabinieri hanno trovato, nascosta tra i vestiti della camera da letto, il filo elettrico usato dal padre come frusta. La giovane ora si trova presso una comunità mentre il padre, dopo tre giorni in carcere a Villa Fastiggi, gli sono stati concessi gli arresti domiciliari.
I primi rimproveri iniziano quando la ragazza comincia a indossare abiti considerati "occidentali" dai genitori. Ma a far infuriare padre e madre è la storia d'amore con un connazionale, iniziata due anni fa: prima le impediscono di vederlo e poi le vietano di uscire di casa in alcuni orari. Da quel momento comincia un vero e proprio calvario per la giovane, che subisce continue prevaricazioni ed umiliazioni da parte dei genitori fino all’arrivo dei carabinieri, venerdì scorso, che hanno posto fine all’incubo della giovane.
Durissima la posizione del ministro per le pari opportunità, Mara Carfagna, che ha richiesto una pena esemplare: ” In Italia le donne possono godere di tutti i diritti, al pari degli uomini. Nessuno può pensare di riportare indietro le lancette della civiltà, chiudere la propria figlia in un solaio, prenderla a frustate e farla franca. Mi auguro - prosegue il Ministro - che la posizione del padre e della madre della diciassettenne marocchina sia valutata con la necessaria severità dalla magistratura; non vada persa l'occasione di dimostrare ancora una volta alle giovani donne immigrate che il Paese sta dalla loro parte e che possono rivolgersi con fiducia alle autorità".
“Questi atteggiamenti, - conclude Mara Carfagna - bisogna dirlo in maniera molto chiara e dimostrarlo con fermezza, sono in contrasto con la Costituzione Italiana, le nostre leggi e sono per questo sono inaccettabili”.
Dello stesso avviso anche il presidente dell’Osservatorio sui Diritti dei Minori, Antonio Marziale, definendo l’accaduto come un “crimine contro l’umanità” e aggiungendo come non esista “ragione al mondo che possa giustificare la violenza, soprattutto contro i minorenni.” Il presidente si è anche augurato che si trovino le condizioni affinché “la ragazza sia tutelata in una casa famiglia perché ha diritto di asilo” mentre profila per il padre la possibilità di “rimpatriarlo senza possibilità di ritorno, ma solo dopo avere scontato qui la pena adeguata”.

UNA PASSERELLA CICLOPEDONALE FRA SAN MICHELE E GRUMO


Oltre 150 persone hanno partecipato ieri sera, all'inaugurazione del ponte ciclopedonale che unisce il Comune di San Michele all'Adige con la frazione di Grumo, presenti numerosi amministratori della Piana Rotaliana e della neo nata Comunità di Valle. L'opera, finanziata interamente dalla Provincia autonoma di Trento, è frutto dell'impegno diretto che il presidente Lorenzo Dellai si era assunto nel 2006 verso l'amministrazione comunale di San Michele, nel corso dell'inaugurazione della passerella ciclopedonale che attraversa il torrente Noce all'altezza del ponte della Fosina. All'inaugurazione, l'assessore provinciale alla cultura, rapporti europei e cooperazione, Franco Panizza: "Oggi due comunità si uniscono in modo più forte - sono state le sue parole - attraverso questa opera ardita e davvero significativa dal punto di vista architettonico. Speriamo che essa rappresenti un ulteriore tassello per la mobilità e per la promozione turistica di questo territorio vivace e ricco".

In apertura i saluti del sindaco, Clelia Sandri "Questo ponte è un'apertura verso San Michele, finalmente è collegato alla rete delle piste ciclabili". Successivamente Marcello Pallaoro, direttore dell'Ufficio piste ciclopedonali della Provincia, ha ricordato l'impegno dell'ex dirigente del Servizio Conservazione della natura e valorizzazione ambientale, Pier Dal Rì, e presentato i dati tecnici dell'opera. Prima del taglio del nastro anche l'intervento di Romano Masè, dirigente del Dipartimento Risorse forestali e montane: "Quest'anno arriveremo a toccare i due milioni di ciclisti che hanno percorso le nostre piste ciclabili - ha commentato Masè -. Se le prime piste ciclabili provinciali sono nate inizialmente come strutture di svago, oggi stanno ormai assumendo significati importanti sul piano turistico, su quello della mobilità sostenibile e, in ultima analisi, anche sotto il profilo del risparmio economico e dell'ambiente".
Infine la benedizione di don Giancarlo, e il taglio del nastro.
Il progetto del ponte ciclopedonale è stato realizzato, su incarico del Comune di San Michele, da Alfonso Dalla Torre dello studio IGT di Trento con la collaborazione, per la parte architettonica, di Marco Piccolroaz, Cesare e Claudio Micheletti dello studio A2. Le caratteristiche aerodinamiche del ponte sono state studiate dal prof. Zasso del Politecnico di Milano, che ha effettuato prove nella galleria del vento su un modello fisico del manufatto. Il progetto esecutivo è stato poi approvato dal Servizio Conservazione della Natura e Valorizzazione Ambientale nell'ottobre del 2008.
Il passaggio sul fiume Adige è stato realizzato con un ponte della luce di 107 metri, larghezza utile m 3,15, sostenuto da due archi dell’altezza di 20 metri, formati da 2 tubi di acciaio del diametro di mm 711,2 (28 pollici). I tubi degli archi, prodotti dalla ditta Tenaris-Dalmine, sono stati calandrati a Genova in stabilimenti di carpenteria pesante a servizio dell’industria navale e costituiscono uno dei primi impieghi a livello nazionale di questa tecnologia.
L’impalcato, in grado di sopportare il peso di un mezzo di soccorso da 120 quintali, è costituito da due travi longitudinali in acciaio agganciate ciascuna a 31 pendini rigidi del diametro di 30 mm, che sostengono la soletta in calcestruzzo sulla quale è appoggiato il piano di calpestio in tavole di legno dello spessore di 6 cm.
Per il montaggio della passerella è stata impiegata una sola stilata provvisoria e due autogru, una di servizio da 70 tonnellate e una di sollevamento da 400 tonnellate a braccio variabile.
Il prof. Bursi dell’Università di Trento (Dipartimento di Ingegneria) ha analizzato il comportamento dinamico della passerella e ha progettato il sistema dei TMD (Tuned Mass Dumpers) in grado di smorzare eventuali oscillazioni dell’impalcato. Il sistema di smorzatori è stato realizzato dalla ditta Maurer Söhne Gmbh di Monaco.
La passerella è stata collaudata dal prof. Rosario Ceravolo del Politecnico di Torino in collaborazione con il Laboratorio Prove Materiali e Strutture dell’Università di Ingegneria di Trento. Per il collaudo statico è stato applicato un sovraccarico di 1.518,40 quintali costituito da 208 cassoni pieni d’acqua del peso di circa 7,30 quintali cadauno.
La passerella è illuminata con lampade a basso consumo (LED).


SCHEDA TECNICA

Materiali impiegati
  • 210.000 kg di acciaio, dei quali 100.000 kg circa per i due archi portanti;
  • 400 mc di calcestruzzo per le spalle di appoggio sulle sponde;
  • 2.800 m di micropali dei quali circa 1.500 m sono nelle fondazioni e 1.300 m nelle berlinesi;
  • peso complessivo dei due archi circa 100 tonnellate;
  • peso totale di acciaio impiegato (compresi gli archi) circa 210 tonnellate;
Caratteristiche tecniche
  • distanza fra le imposte degli archi: m 107.00.
  • altezza degli archi da terra: m 20.00 circa
  • larghezza passerella: m 3.15 (è consentito il transito di un mezzo di manutenzione/soccorso da 120 q.li come da Eurocodice 1).
  • tipo di struttura: sistema collaborante arco-trave con cortina di sospensione “rigida” (pendini in barra diam. 30 mm).
Costi
  • Importo di aggiudicazione : euro 1.675.441,53;
  • Impegno di spesa complessivo: euro 2,651.658,31;
  • Il ponte costa euro 24.781,85 al metro lineare, compresa IVA, indennità di occupazione temporanea, espropri ed imprevisti.
Tempi
  • Progetto definitivo ed esecutivo: dicembre 2007;
  • Gara di appalto:14 maggio 2009;
  • Aggiudicazione lavori: 25 gennaio 2010;
  • Consegna dei lavori: 30 marzo 2010;
  • Ultimazione: agosto 2011.
Progetto
  • Progetto e calcoli statici: Studio IGT di Trento, ing. Alfonso Dalla Torre;
  • Collaborazione progetto architettonico: Studio A2 di Trento, architetti Cesare Micheletti, Marco Piccolroaz e Claudio Micheletti;
  • Direzione lavori e sicurezza in esecuzione: ing. Alfonso Dalla Torre;
  • Ente appaltante: Servizio Conservazione della Natura e Valorizzazione Ambientale della Provincia autonoma di Trento;
  • Responsabile del procedimento: ing. Renata Albertini;
  • Referente del Servizio: geom. Valerio Valenti;
  • Imprese esecutrici: associazione temporanea di imprese C.M.M. srl e Sofia Edilsonico snc di Vezza d’Oglio (BS).

sabato 3 settembre 2011

Allerta meteo, arriva il maltempo

A renderlo noto è il dipartimento della Protezione civile che ha emesso "avviso di condizioni meteorologiche avverse" da stasera, con rovesci o temporali anche di forte intensità su Sardegna e nord ovest, in rapida estensione verso i settori nord orientali.

Roma, 03-09-2011
Il transito di una perturbazione di origine atlantica portera' un peggioramento delle condizioni meteorologiche, in particolare sulla Sardegna e sulle regioni settentrionali del nostro Paese. E' quanto si legge in una nota del Dipartimento della Protezione Civile.
Sulla base delle previsioni disponibili, e' stato emesso un avviso di condizioni meteorologiche avverse, che prevede dalla serata di oggi precipitazioni a carattere di rovescio o temporale anche di forte intensita' dapprima sulla Sardegna e sui settori nord-occidentali e in rapida estensione verso i settori nord-orientali.
Le precipitazioni saranno piu' frequenti sulle zone alpine e prealpine e saranno accompagnate da grandinate, raffiche di vento e attivita' elettrica.

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