
Nel patto viene inserito, ad esempio, che il disoccupato si impegna a conseguire, ad esempio, la patente di guida o a seguire un corso di formazione e a concluderlo, portando un attestato che lo certifichi. In particolare, nella decisione dell'Agenzia del lavoro, si parla delle categorie interessate dalla decisione. Si tratta dei disoccupati «che hanno presentato domanda di sostegno al reddito provinciale» o che hanno «diritto all'idennità di mobilità» (l'assegno prima del licenziamento) nonché i «lavoratori beneficiari di cassa integrazione guadagni dichiarati in esubero». In base al patto di servizio per chi appartiene alle prime due categorie si stabilisce di seguire corsi di orientamento e formazione, anche al di fuori dell'Agenzia del lavoro, la «partecipazione ai lavori socialmente utili, il sostegno all'avvio di lavoro autonomo» e altri servizi per l'occupazione tra i patti da rispettare. Per i cassintegrati in esubero (quelli la cui azienda, ad esempio, ha chiuso) viene fissato l'obbligo, come da norma nazionale, di accettare il posto di lavoro congruo (quindi con massimo il 20% di salario in meno rispetto all'ultima occupazione e distante non più di 80 minuti con i mezzi pubblici o 50 chilometri).
Chi non rispetta tali premesse e le misure «concordate o proposte dall'Agenzia» non per causa maggiore subisce «la perdita del sostegno al reddito provinciale o dell'indennità di mobilità regionale o in deroga, la segnalazione all'Inps per la perdita del trattamento di sostegno al reddito» nei casi previsti dalle norme nazionali, e se previsto «la perdita dello stato di disoccupazione o dell'iscrizione alle liste di mobilità». Per la Cgil «la delibera è la traduzione operativa degli accordi stipulati tra le parti sociali che costituiscono l'Agenzia del Lavoro. Si tratta di provvedimenti che puntano «ad estendere l'offerta di proposte formative ai disoccupati e a qualificare i servizi all'impiego per tutti coloro che hanno perso realmente il proprio lavoro» e a «incentivare l'attivazione del lavoratore nella ricerca di un nuovo impiego». Si tratta di «provvedimenti di stampo nordeuropeo che mettono al centro le politiche attive del lavoro» utili «a garantire una rapida e felice ricollocazione dei disoccupati». La Cgil chiede quindi che ad Agl «siano garantite le risorse umane e finanziarie per poter continuare ad offrire ai disoccupati trentini servizi altamente qualificati».
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