mercoledì 7 settembre 2011

Titolo del postBORGA: bisogna tagliare le Comunità, non i Comuni


euroLa questione dei costi della politica ha finito con l'investire anche il sistema delle autonomie comunali trentine sotto il duplice profilo delle indennità degli amministratori e del numero dei Comuni, entrambi da molti ritenuti eccessivi. A tal proposito, pur consapevole di pormi fuori dal coro, dico subito di non condividere tale opinione. In primo luogo, pur consapevole della necessità di non eludere il tema in questione, rilevo come i Comuni non possano essere valutati con un approccio meramente ragionieristico. Essi, infatti, sono anche e soprattutto identità, storia, cultura ed appartenenza: in una parola Comunità, quella vera, ovviamente, quella che ha alle spalle secoli di storia condivisa, e non quella artificiosamente creata da Dellai e soci nel 2006. Tutti valori, questi, che difficilmente possono essere monetizzati, ma la cui importanza per la vita della nostra gente mi pare difficilmente negabile. Ciò non significa che il numero dei Comuni trentini sia intangibile, ma la questione va affrontata cum grano salis, senza cedere alla demagogia. E qui faccio riferimento a chi, da un lato invoca la soppressione di buona parte dei Comuni trentini, dall'altro nulla dice sulle Comunità di valle.
 
Se di costi della politica si vuole (e si deve) parlare, cominciamo in primo luogo dalle Comunità di valle, enti estranei alla nostra storia, rifiutati dai Trentini con livelli clamorosi di diserzione dalle urne, e a tutt'oggi, dopo oltre sei anni, ancora fermi, che altro non faranno che aggiungere burocrazia a burocrazia. Il tutto comprimendo fortemente le autonomie comunali, trattenendo nel contempo ben saldo il timone in mano alla Giunta provinciale. Se di tagli dobbiamo parlare, incominciamo con il tagliare le costose Comunità. In tal modo al consistente risparmio ottenuto, si aggiungerebbe il riconoscimento del ruolo degli enti da sempre più vicini ai cittadini. E a chi obietta che i Comuni non sarebbero in grado di fornire servizi adeguati, è facile rispondere che alla gestione associata dei servizi possono provvedere anche le Amministrazioni comunali, così come accade(va) da tempo, ad esempio, in materia di polizia urbana. Peraltro un percorso di unificazione dei Comuni si è già spontaneamente avviato, indicando la strada da perseguire, senza la necessità di inopportune forzature.
 
Venendo ora al problema delle indennità, personalmente ritengo che le indennità di sindaci ed assessori comunali non siano eccessive in considerazione delle responsabilità e dell'impegno che tali ruoli comportano, così come ho avuto modo di apprendere nei miei oltre otto anni da sindaco. E ciò anche per i Comuni di più ridotte dimensioni, di cui molti invocano la soppressione, come se il problema dei problemi fosse quello delle indennità dei relativi amministratori. Prendiamo, dunque, ad esempio proprio questi Comuni e vediamo che l'intera Giunta costa complessivamente 31.464 euro all'anno (con compensi che per il Sindaco sono di 1.140 e per gli assessori di 342 euro al mese lordi). Cifra considerevole qualcuno dice, senza però considerare l'importanza che la presenza di un Comune ha per la relativa Comunità, né, soprattutto, i costi per la collettività trentina di altre brillanti iniziative. A solo titolo d'esempio (si tratta di gocce nell'oceano) mi permetto di ricordare il calendario «glocal» pubblicato lo scorso anno «per celebrare un mondo biodiverso, non uniforme, non omologato» ed il cofanetto contenente un opuscolo ed un dvd, aventi ad oggetto la storia dei musulmani aleviti turchi. Il costo delle simpatiche iniziative, entrambe promosse dalla nostra allegra Provincia, è stato pari a complessivi 32.589, superiore ad un intero anno di quello delle Giunte di uno dei piccoli Comuni trentini.
 
Ed allora, mi chiedo, sapendo che di spese come questa il bilancio provinciale è infarcito, chi è più utile alla Comunità trentina: gli amministratori di Fierozzo, Sfruz o Bresimo o bizzarre iniziative quali quelle sopra ricordate? Ed ancora mi chiedo, cosa dovremo tagliare prima: i piccoli Comuni o i calendari «glocal» e le opere sui musulmani aleviti turchi? Nel concludere, però, una sintetica annotazione. È ormai del tutto evidente la volontà della Giunta provinciale di trasferire in tempo breve alle Comunità di valle molte (tutte le più importanti) competenze oggi facenti capo ai Comuni: anagrafe, tributi, edilizia privata e pubblica, commercio (a tal riguardo sono chiarissime le recenti dichiarazioni dell'assessore Gilmozzi). E ciò nel silenzio, oltreché del Consiglio delle Autonomie, di molti, troppi, amministratori comunali, evidentemente più preoccupati di rispondere ai propri referenti di Trento, che non delle sorti dei loro Comuni. Se ciò avverrà, allora sì che molti Comuni e relativi amministratori diverranno inutili e che le loro indennità saranno giustamente considerate una spesa ingiustificata.
 
Noi faremo quanto ci è possibile perché ciò non avvenga, ma da soli ben difficilmente riusciremo a fermare il processo in corso. Sugli amministratori comunali trentini grava quindi ora una grande responsabilità: in gioco non sono, infatti, il loro ruolo e le loro indennità, ma stesse le Comunità che i cittadini hanno loro affidato. Con giusto orgoglio rivendicate il vostro ruolo: difendetelo fino in fondo, rigettando le pressioni politiche, perché con esso voi difendete una parte importante della storia della nostra Terra.

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