sabato 10 settembre 2011

Titolo del postI venditori ambulanti di Ground Zero Da dieci anni fanno grandi affari vendendo libri e souvenir sugli attacchi terroristici, Slate spiega come sono organizzati



Nei pressi dell’area in cui un tempo sorgevano le Torri Gemelle c’è il Tribute-WTC, il centro visitatori che racconta che cosa accadde a New York durante gli attacchi dell’11 settembre nel 2001 e come sarà il nuovo World Trade Center. Il centro raccoglie fotografie, filmati e testimonianze dei sopravvissuti e di chi si diede da fare per organizzare e gestire i soccorsi. C’è anche un piccolo negozietto che vende souvenir molto sobri, ma numerosi turisti preferiscono acquistare un ricordo di Ground Zero sulla strada da uno dei tanti ambulanti che vendono spesso abusivamente libri e fotografie legati all’11 settembre, come spiegaLuke O’Brien su Slate.

Il fenomeno era già iniziato poche settimane dopo gli attentati a New York e dopo dieci anni la presenza dei venditori di souvenir è diventata la norma. I prodotti che vendono di più sono i libri con le immagini del giorno degli attacchi: costano tra i 5 e i 15 dollari e hanno nomi evocativi come “Tragedy” o “Forever in Our Hearts”. Ce ne sono di semplici e di più elaborati con tanto di mappe, schemi e approfondimenti sul terrorismo. Hanno mediamente una ventina di pagine con numerose fotografie, diventate tristemente famose, anche protette dal diritto d’autore.


I venditori ambulanti capiscono di essere in una posizione delicata. Invece di vendere rumorosamente la loro merce, si affiancano ai turisti e cercano di scambiare quattro chiacchiere. Una delle loro strategie preferite è quella di indicare un edificio della zona, poi di aprire uno dei loro libri per mostrare una foto dell’11 settembre in cui lo stesso palazzo era ricoperto da macerie e detriti.

Intervistare e avere informazioni dai tanti venditori ambulanti che circolano per Ground Zero non è semplice. Hanno sempre il sospetto che chi fa troppe domande possa essere della polizia, oppure qualcuno del crimine organizzato che vuole controllare i loro affari. Gli ambulanti si muovono del resto in una zona grigia gestendo un’attività che non è del tutto legale. Sanno di non aver bisogno di particolari licenze e che i loro prodotti sono protetti dal Primo emendamento, quello sulla libertà di parola e di stampa, ma al tempo stesso sanno che un poliziotto potrebbe sempre multarli, allontanarli dalla zona o indagare sui loro eventuali precedenti.



Jennifer Adams, che gestisce il Tribute-WTC, racconta che alla maggior parte dei sopravvissuti dell’11 settembre non piacciono queste forme di profitto, basate su una tragedia che ha colpito direttamente le loro vite e i loro affetti. I turisti non sembrano invece turbati dalla presenza degli ambulanti e, se dopo molti anni sono ancora lì, significa che riescono a fare buoni affari con i loro libri e souvenir.

Nei giorni buoni, un venditore ambulante riesce a piazzare fino a quindici libri, venduti con notevoli margini di guadagno. Molti volumetti vengono stampati direttamente a New York nelle tipografie di Chinatown, spiega O’Brien, e ogni stampa costa intorno agli 80 centesimi. I testi al loro interno sono spesso composti traendo ampio spunto dalle pagine online sull’11 settembre. Anche le fotografie sono tratte dal Web e ci sono diverse violazioni del diritto d’autore. Periodicamente i libri subiscono modifiche alla grafica e alla organizzazione dei contenuti: rimangono sostanzialmente gli stessi, ma la nuova grafica dà l’idea che siano prodotti recenti e più aggiornati.

Per rendere la loro attività ancora più credibile, alcuni venditori ambulanti fanno anche aggiungere falsi ISBN alle pubblicazioni che vendono e codici a barre fasulli, dando così l’impressione di commerciare documenti affidabili. Dalla tipografia le scatole contenenti i libri arrivano nella zona di Battery Park quasi tutte le mattine. I venditori comprano i loro stock di libri a circa un dollaro l’uno, li mettono nelle loro borse e si spostano poi verso Ground Zero per iniziare la vendita.

Il controllo sul commercio di queste pubblicazioni è di recente passato nelle mani di Huseyin Gulgu, un uomo di origini turche la cui identità viene protetta con molta attenzione dei venditori ambulanti. O’Brien è riuscito a mettersi in contatto con Gulgu, che ha confermato di gestire il commercio di buona parte dei libri venduti per strada sull’11 settembre, senza dare però altre informazioni.


Ho ottenuto il numero di Gulgu da Mark Anthony Niemczyk, l’ambulante più eccentrico di Ground Zero. È un tizio barbuto di Tinton Falls, New Jersey, e dice di essere stato un membro dei Navy SEAL e di aver lavorato come pompiere tra le macerie del World Trade Center. Guida un pickup Ford F-150 sul quale sono riportati i nomi dei pompieri uccisi l’11 settembre. Sul retro del furgoncino c’è l’immagine degli aeroplani che colpiscono le Torri e una serie di citazioni.

Il pickup è appariscente e attira ogni giorno frotte di turisti. Oltre al furgoncino, Niemczyk possiede un banchetto per la vendita di magliette, libri e altro materiale sugli attacchi terroristici. Dice di dare i soldi che ricava dalle vendite in beneficenza allo High Hopes, un centro di aiuto per le persone sorde che però fa sapere di non aver mai ricevuto un centesimo dall’ambulante. Gli altri venditori sono ammirati dalla sua capacità di fare affari, ma al tempo stesso lo destano per come li tratta e per gli insulti che rivolge loro in continuazione: «Non sono nemmeno americani».

È vero, non lo sono, ma questo non ha impedito a Niemczyk di farci ugualmente qualche affare insieme. Un giorno il proprietario del furgoncino rimase senza libri e riuscì a rintracciare un compare di Gulgu, Ramazh Sahin, per comprare una ventina dei libri venduti dagli altri ambulanti. Li comprò a 1,25 dollari l’uno e riuscì a venderli tutti in un’oretta chiedendo dieci dollari per ogni copia.


Alla fine della giornata, Sahin si è rifatto vivo. Niemczyk ne voleva altri. I due uomini hanno così deciso di mettersi in affari insieme e si sono dati una stretta di mano dietro al pickup di Niemczyk, davanti all’immagine degli aerei che colpiscono le Torri Gemelle. E questa è l’America.

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