sabato 3 settembre 2011

L'appello: «Non pagate la tassa sui cellulari»


cellulariROVERETO - Lo sapevate che in Italia esiste una tassa governativa sui telefoni cellulari con canone in abbonamento, che però è stata «implicitamente abolita», ma per qualcuno non ancora abolita, e che per questo vi potrebbe arrivare a casa una ingiunzione di pagamento che va da qualche decina a un paio di centinaia di euro, con picchi di 189 euro per privati e 480 per contratti business?

È quello che sta succedendo a molti trentini anche in questi giorni: «Siamo tempestati di richieste di informazione - conferma Pasquale De Matthaeis della Federconsumatori - perché è arrivata una raffica di ingiunzioni dell'Agenzia delle Entrate. Ma noi lo ribadiamo: è una tassa non dovuta, che comunque non deve pagare il titolare del telefono, ma casomai il gestore o il rivenditore».

La faccenda è controversa: gli utenti di telefonia cellulare titolari di un contratto di abbonamento sono tenuti a pagare un balzello mensile di importo fisso, pari a 5,16 euro per i privati e 12,91 euro per le imprese (anche individuali; quest'ultima è deducibile all'80%). La tassa fu introdotta nel 1995 per colpire i consumi legati ad uno status symbol: all'epoca, infatti, il telefono cellulare era considerato un bene volutuario, al pari di un'auto di lusso o uno yacht.

Nessun commento:

Posta un commento

Cerca nel blog