mercoledì 31 agosto 2011

Due tecnici Soccorso alpino uccisi da frana tentando di salvare due alpinisti

Non ci sono molte parole da dire quando si leggono queste notizie, dico solamente che due Uomini hanno sacrificato le loro vite per tentare di salvare due persone in difficoltà .... questo fa a lo ro un grandissimo onore....
Dramma sulle montagne bellunesi: due tecnici del Soccorso alpino sono stati travolti da una grossa frana mentre si stavano calando dalla cima del Pelmo per raggiungere due alpinisti tedeschi, rimasti feriti dai sassi sulla via Simon-Rossi ieri pomeriggio. I corpi senza vita dei volontari, Alberto Bonafede, 43 anni, e Aldo Giustina, 42 anni, entrambi di San Vito di Cadore, sono stati trovati senza vita dai colleghi. I due tecnici del Soccorso alpino della Stazione di San Vito sono stati strappati dalla parete dalla violenta scarica di sassi.
La frana, le corde tranciate e il volo per 700 metri. L'incidente è accaduto alle 5.17. I due tecnici, che si stavano calando a circa 2.900 metri di altitudine, per raggiungere i due alpinisti tedeschi, sono stati centrati dalla scarica, che ne ha tranciato le corde e li ha fatti precipitare per 700 metri. Al momento la caduta di altro materiale dalla parete ostacola l'avvicinamento alle salme. Il Soccorso alpino fa sapere di stringersi alle famiglie dei suoi volontari.

Volevano salvare i due tedeschi feriti e in difficoltà da ieri. I due alpinisti tedeschi, feriti anche loro da una scarica di sassi, si trovavano su una cengia: sono stati recuperati dall'elicottero e saranno trasportati in ospedale.

«Governo rincretinito, i cittadini lo mandino via»


dellaiROMA - «Ci troviamo di fronte a un governo totalmente imbambolato, rincretinito, nel pallone, smentito dalla sua stessa maggioranza che ha presentato 600 emendamenti e che ancora non riesce a presentare una manovra che sia credibile». Così il leader dell'Italia dei valori Antonio Di Pietro, parlando con i cronisti a Montecitorio. «Insomma, abbiamo un governo incapace di intendere e di volere. L'unica soluzione è mandarlo a casa. Questo Parlamento non ci riesce, i cittadini sono pregati di farlo al più presto», aggiunge Di Pietro.
 
Nel corso della riunione della giunta regionale, tenutasi oggi a Bolzano, i presidenti delle due Province autonome di Trento e di Bolzano, Lorenzo Dellai e Luis Durnwalder, hanno ribadito la volontà di intraprendere "un percorso comune rispetto alle problematiche poste dalla manovra finanziaria dello Stato". Dellai e Durnwalder hanno ribadito "l'assoluta unità di vedute sulla questione, riconfermando la comune strategia da portare avanti rispetto al governo e al parlamento. Una strategia che ha come punto prioritario quello di inserire nella manovra una clausola di salvaguardia delle autonomie speciali ed il rispetto, per Trento e Bolzano, dell'Accordo di Milano". Una posizione che le due Province autonome porteranno avanti, d'intesa con le altre regioni a statuto speciale, anche nella riunione straordinaria della conferenza delle Regioni e delle Province autonome in programma domani a Roma

Come se la cava Square, il cubetto


Come se la cava Square, il cubetto

Square è un piccolo cubetto che si attacca all’uscita audio degli iPhone o degli smartphone Android trasformandoli in lettori di carte di credito. Il sistema funziona grazie a una applicazione che permette di gestire le transazioni: basta inserire l’importo da pagare, indicare il tipo di pagamento e far passare la carta di credito all’interno del cubetto, che così legge la banda magnetica della scheda. Square è in circolazione negli Stati Uniti già da oltre un anno e ha raccolto molti investimenti, compresi quelli di Visache spera di aumentare il numero di transazioni con le sue carte di credito. Se ne è parlato dapprima come di un elemento interessante di scenari futuri, ma adesso il suo utilizzo comincia ad avere numeri che lo avvicinano a un uso “correntePer poter utilizzare Square occorre fornire i propri dati bancari, necessari per i depositi di denaro, e c’è un limite iniziale di mille dollari oltre il quale scattano controlli aggiuntivi. Si tratta di una formalità per verificare che le transazioni non siano eseguite per frodi di qualche tipo. Fatte le verifiche, il limite decade e si possono effettuare e ricevere pagamenti con limiti più alti. Il sistema si sta rivelando molto utile per i pagamenti tra singoli privati con carta di credito e per rendere più semplici gli acquisti occasionali di particolari bene o servizi. Molto esercenti, soprattutto quelli coi banchetti che vendono hot dog e compagnia bella ai bordi delle strade negli Stati Uniti, iniziano ad adottare questo sistema per ricevere i pagamenti con carta.

Negli ultimi tempi il sistema è stato adottato da un numero crescente di utenti e Alexis Madrigal dell’Atlantic ha suggerito alla società di creare una mappa, per mostrare dove viene maggiormente utilizzato Square negli Stati Uniti e per quali tipi di pagamenti. L’immagine mostra i volumi di transazioni effettuati nel corso di un’ora di un venerdì pomeriggio. Come era prevedibile, il sistema è principalmente utilizzato nelle grandi città della East Coast e della West Coast. Square sta ottenendo un buon successo anche in alcuni Stati centrali e i colori dei vari cerchi dimostrano quanto siano differenziate le tipologie di transazioni effettuare col cubetto. Si va dagli acquisti di cibo a quelli di accessori, passando per servizi di vario genere, quote associative e spese perOltre a essere pratico il sistema è anche vantaggioso: comporta una commissione del 2,75 per cento per ogni transazione alla quale si aggiunge un fisso di 15 centesimi di dollaro. Diversi istituti di credito e circuiti di carte richiedono spesso commissioni più alte che oscillano anche tra il 4 e il 5 per cento, cui si aggiungono 30 centesimi di dollaro a transazione.
 riparazioni.

Si vota per il nome del nuovo Nokia


Si vota per il nome del nuovo Nokia

Nokia, il più grande produttore di telefoni cellulari al mondo, ce la sta mettendo tutta per recuperare il terreno perso nei confronti della concorrenza nel campo degli smartphone. Dopo anni di prodotti poco entusiasmanti e di scarso successo, lo scorso febbraio la società ha deciso di affrontare in maniera radicale la propria crisi
alleandosi con Microsoft e rivedendo il proprio piano di produzione e uscita di nuovi smartphone. L’obiettivo è rientrare rapidamente in competizione con gli iPhone di Apple e i cellulari che utilizzano Android, il sistema operativo di Google.

Dopo mesi di lavoro, la progettazione del primo smartphone Nokia che utilizzerà Windows Phone è sostanzialmente terminata e Chanse Arrington, uno dei manager della società, ha invitato via Twitter a votare per scegliere il nome da dare al dispositivo. Salvo alcune rare eccezioni, fino a ora Nokia aveva scelto sigle con lettere e numeri per i propri cellulari che dicevano ben poco sul telefono ed erano difficili da ricordare. L’iniziativa mira a cambiare le cose, cercando di ottenere qualche buona idea da chi poi potrà comprare il nuovo smartphone.

Le votazioni sono ancora in corso e al momento i cinque nomi più votati sono questi:

1. Phoenix (15%)
2. Genesis (10%)
3. Fusion (6%)
4. Metro (6%)
5. Elite (5%)

I meno votati

1. Sync (<1%)
2. Ecstatic (<1%)
3. Redux (<1%)
4. Story (<1%)
5. Mix (<1%)

La voce “Altro” è comunque particolarmente nutrita con il 15% delle preferenze. Chi vuole può infatti mettere in votazione un nuovo nome. Tra le proposte più creative ci sono Jedi, Halo, Voyager, Apollo e Prime.

Phoenix è forse il nome ideale per simboleggiare e augurare la rinascita della società, che continua a vendere milioni di cellulari tradizionali, mentre è in affanno con i più redditizi smartphone. Del resto, lo stesso CEO di Nokia Stephen Elop aveva paragonato lo scorso febbraio l’azienda al guardiano di una piattaforma petrolifera che si sveglia in piena notte e si rende conto che la struttura su cui si trova, nelle acque gelide del Mare del Nord, sta andando a fuoco. L’uomo ha due sole alternative: rimanere sulla piattaforma oppure vincere le proprie paure e gettarsi in mare per cercare salvezza.

L’idea di chiedere a chi naviga online di scegliere il nome per il nuovo smartphone potrebbe rivelarsi efficace per trovare quello più adatto, anche perché spesso i produttori di cellulari se ne saltano fuori con nomi improbabili o poco attraenti. Tra i più brutti nomi nella storia della telefonia vale la pena ricordare:

- Casio GzOne Ravine,
- LG Rumor
- HP iPaqGlisten
- LG Chocolate
- Motorola Grasp Dynamic
- Pantech Jest
- Motorola Devour
- Samsung Honey Bubble
- Vergatario

- Motorola Brute i680.

Mondiali atletica - La fatica degli atleti italiani


Simona La Mantia in azione. Afp
Simona La Mantia in azione. Afp
Simona La Mantia, vice campionessa europea all’aperto e campionessa europea indoor, è fuori dalla finale del triplo. La siciliana, una delle poche punte della spedizione azzurra, non va oltre un misero 14.06 al primo tentativo. Poi infila due nulli, chiude 15ª e dice addio alla rassegna iridata. Per entrare tra le migliori dodici le sarebbe bastato un più che abbordabile 14.15. La prima prova sembra di studio: la finanziera regala 15 cm alla pedana, non è reattiva in uscita dall’hop e il risultato parla chiaro. Chiude il turno all’ottava piazza. Nella seconda pare molto più decisa e rapida nell’azione. Atterra lontana, ma il nullo è netto, di 13 cm. Scivola al 12° posto. Le basterebbe poco per essere promossa. Invece arriva un altro nullo, di 2.6 cm. Un niente. Ma quanto basta per la clamorosa bocciatura. Altre tre la scavalcano e addio sogni. Nessuna, al vertice, fa misure esagerate, segno anche forse che la pedana regala poco. Le migliori sono le cubane Yargeris Savigne (14.62) e Mabel Gay (14.53), quindi la colombiana Caterine Ibargüen (14.52). Simona, trattenendo a stento le lacrime, reagisce in modo anomalo: "Ci ho provato, non ho niente da rimproverarmi - dice - sono contenta. Le condizioni erano buone, avevo la misura necessaria nelle gambe, è andata così. Ma in un momento come questo, voglio ricordare che due anni fa ero davanti alla tv a curarmi da un infortunio. Dopo il primo nullo, ho accorciato la rincorsa di un piede, sono andata dentro decisa, senza alcuna paura". Non è bastato.
 
ALTRI AZZURRI — Ben poco tricolore anche nel resto della mattinata. Silvano Chesani non passa la qualificazione dell’alto: per il 23enne poliziotto è una gara difficile, piena di errori. Supera 2.16 alla seconda prova, 2.21 e 2.25 alla terza, ma non va oltre i 2.28, misura che sarebbe bastata per entrare in finale, ma solo se ottenuta senza alcun nullo a carico. L’azzurro chiude 22°. Nell’eptathlon, intanto, dopo sei prove guidato dalla russa Tatyana Chernova, Francesca Doveri firma un 6.09 (-0.1) da 877 punti nel lungo (con anche un nullo e un 5.82/-0.9), mentre nel giavellotto non va oltre un 35.09 da 573. In classifica generale fa un salto all’indietro, scendendo al 26° posto. Nella sessione serale, con gli 800 conclusivi, sarà lei l’unica rappresentante della squadra italiana in gara.
Yelena Isinbayeva, primatista mondiale dell'asta. Reuters
Yelena Isinbayeva, primatista mondiale dell'asta. Reuters
VAI YELENA — Nessuna particolare sorpresa nelle qualificazioni dei 1500 maschili (a parte la caduta del francese Mehdi Baala, eliminato, ma poi riammesso dopo il ricorso presentato dalla federazione francese contro il venezuelano Villanueva che lo ha ostacolato) e dei 5000 femminili: i più veloci sono il keniano Daniel Komen Kipchirchir (3’38"54) e l’etiope Meseret Defar (15’19"46). Oggi si assegnano sei titoli. In campo maschile quelli dei 400 e degli 800, con lo statunitense LaShawn Merritt e il keniano David Rudisha favoriti, più quello disco, gara dal difficile pronostico. Tre le donne, oltre appunto a quello dell'eptathlon, quelli dei 3000 siepi e dell’asta, con tutti i fari su Yelena Isinbayeva.

L”iPhone” cinese dal prezzo accessibile



Shangai - Il nuovo smartphone lanciato dalla cinese Xiaomi Technologysi prepara a fare concorrenza all’iPhone di Apple. La Xiaomi ha indetto una conferenza stampa riprendendo lo stile di Steve Job per la presentazione dei prodotti della Apple. La forma ed il design scelti dalla casa cinese assomigliano molto al famoso “melafonino” della Apple .
Il telefono costerà 2000 yuan (circa 200 euro) contro i 5000 yuan (circa 500 euro) dell’iPhone 4. Lo smartphone cinese ha come sistema operativo MIUI, versione modificata e personalizzata di Android 2.3 creato da Google.
L’ultimo prodotto lanciato dalla Xiaomi è caratterizzato da un processore dual core da 1.5 ghz, un giga di ram, un display multitouch da quattro pollici, fotocamera da otto megapixel, batteria da 1930 mAh ed un peso di 150 grammi.
Gli unici due prodotti sul mercato che vantano caratteristiche simili sono il Samsung Galaxy S II e l’LG Optimus Dual, che però hanno un prezzo che si aggira intorno ai 500 euro.Secondo alcuni dati resi noti dall’azienda di consulenza Analysis International, in Cina, solo nel secondo trimestre dell’anno, sono stati venduti oltre 16 milioni di smartphone, registrando un aumento del 7,5% rispetto ai tre mesi precedenti. Secondo le previsioni il numero degli smartphone venduti per la fine dell’anno potrebbe raggiungere i 95 milioni.

Sgommate folli alla festa di nozze

sgommateTRENTO - Mattone in profonda crisi, vola invece l'energia, in particolare le rinnovabili. Salvo stangate governative, naturalmente. Questa in sintesi la fotografia dell'economia trentina e del Nord Est come emerge dai dati del bilancio semestrale di Mediocredito Trentino Alto Adige, reso noto in questi giorni dalla banca di via Paradisi. Al 30 giugno 2011 i crediti totali verso clientela ammontano a 1 miliardo 353 milioni di euro, in calo del 3,1% rispetto allo scorso dicembre. Le sofferenze lorde sono salite a quasi 77 milioni. Ma l'impennata è stata tutta delle insolvenze delle attività immobiliari, cresciute del 54% rispetto a sei mesi prima. Complessivamente, tra sofferenze e crediti incagliati, i prestiti deteriorati al settore immobiliare superano i 16 milioni, sfiorando il 12% dei 138,5 milioni complessivi di finanziamenti al comparto. Senza contare le costruzioni, che portano al conto altri 18 milioni di debiti impagati, stabili su dicembre, e 9 milioni di incagli, in crescita del 28% su sei mesi prima.

Sui finanziamenti complessivi il primo settore è il manifatturiero, con un quarto circa del totale. Nei crediti deteriorati, che valgono complessivamente 134,6 milioni, la quota maggiore è invece quella di edilizia e immobiliare, che insieme superano il 32% del totale. Viceversa l'energia verde si conferma il terreno principale di espansione della banca guidata da Franco Senesi e Leopoldo Scarpa . I crediti totali al settore hanno superato i 78 milioni, con un aumento del 10% su dicembre, ma è sui nuovi finanziamenti che si registra il boom. Il credito concesso nel corso del semestre ammonta a 143,2 milioni. Di essi, circa 50 milioni, cioè il 34,9%, sono andati a manifatturiero e estrattivo (+6,4% sul primo semestre 2010), mentre 22,8 milioni, quasi il 16%, sono andati a progetti energetici, con un incremento del 50% sui primi sei mesi dell'anno scorso. Consistente peraltro anche la crescita dei nuovi finanziamenti all'immobiliare, triplicati a 13,5 milioni.

Per quanto riguarda le erogazioni, in testa è sempre l'industria con 28,3 milioni, seguita dall'energia con 13 milioni, su un totale di 80,7 milioni. A livello territoriale crescono del 47,2% i nuovi crediti concessi a imprese trentine, del 36,8% quelli ad aziende emiliane e romagnole, del 21,6% quelli ad imprese lombarde, mentre sono più che raddoppiati i finanziamenti in nuove aree, come le Marche. Calano invece i crediti all'Alto Adige (-26,4%) e al Veneto (-5,6%). Il deterioramento del settore immobiliare si riflette anche in alcune partecipazioni, come quelle in Urbin (Iniziative Urbane Trento) e in Aedes, entrambe svalutate a bilancio.

martedì 30 agosto 2011

Il fumo fa più male alle donne: una sigaretta vale come 5 per l'uomo


Ogni sigaretta accelera il processo di arteriosclerosi quanto cinque per gli uomini. Lo dimostra una ricerca finanziata dall'Unione europea su un campione di 3 mila persone. Ma le campagne informative sui danni del tabacco sono state un fallimento proprio nell'universo femminile

PARIGI - Il cuore delle donne è cinque volte più vulnerabile al fumo di quello degli uomini. Ogni sigaretta accelera il processo di arteriosclerosi, il principale fattore di rischio cardiovascolare, quanto cinque per gli uomini. E' quanto risulta da una ricerca finanziata dall'Unione Europea su oltre 3mila persone, metà uomini e metà donne, abitanti in Italia, Finlandia, Svezia, Olanda e Francia, in cui è stato misurato lo spessore della parete della carotide, una delle arterie che portano il sangue al cervello, parametro indicativo del livello di arteriosclerosi del sistema vascolare.

La ricerca è stata coordinata da Elena Tremoli del dipartimento di Scienze Farmacologiche dell'Università di Milano che l'ha presentata al Congresso della Società Europea di Cardiologia in corso a Parigi fino a mercoledì 31 agosto. I risultati delle misurazioni delle carotidi mostrano che l'ispessimento della parete è proporzionale alla durata ed all'intensità dell'abitudine al fumo in ambedue i sessi. Ma l'effetto del numero di sigarette fumate al giorno sulla progressione dell'arteriosclerosi è cinque volte maggiore nelle donne. Indipendentemente dalla presenza di altri fattori di rischio per l'inspessimento delle arterie come età, livello della pressione e del colesterolo, obesità e classe socioeconomica (più è bassa e maggiore è il rischio di arteriosclerosi).

"La maggiore nocività delle sigarette per il cuore delle donne - Spiega Elena Tremoli - è una scoperta particolarmente importante, in relazione all'ormai accertato fallimento sul sesso femminile delle campagne informative fatte negli ultimi anni per diminuire il numero dei fumatori". Per la prima volta in Italia, rivela il Rapporto annuale sul fumo dell'Osservatorio Fumo Alcol e Droghe dell'Istituto Superiore di Sanità, si è raggiunta quasi la parità tra uomini e donne con il vizio. E queste ultime sono anche più restìe a smettere.

Le fumatrici sono 5,2 milioni (19,7%), gli uomini 5,9 milioni, (23,9%). Le signore che hanno detto addio alle "bionde" sono 2,6 milioni (il 9,8% di ex fumatrici), gli uomini 3,9 milioni (il 15,7%). Fumo e alcol assieme poi, secondo un altro studio condotto in collaborazione con l'Istituto Superiore di Sanità presentato al congresso, stanno costando cari alle donne europee, che rispetto agli uomini vivono più a lungo, ma peggio.

"E' noto che le donne, sino alla menopausa, sono protette dalle malattie cardiovascolari - conclude la Tremoli - E le donne stesse pensano di essere meno vulnerabili ai fattori più dannosi per le arterie come ipertensione, colesterolo alto, alimentazione grassa e fumo. Per quest'ultimo abbiamo scoperto essere il contrario".

A Parigi, fra le altre ricerche ne sono state presentate alcune che confermano invece l'effetto protettivo del cacao. La revisione di 7 lavori, per un totale di oltre 100mila persone coinvolte, sia sane che cardiopatiche, ha portato a confermare i benefici del cacao sul cuore e a individuare la dose minima efficace. Bastano 7,5 grammi al giorno, il contenuto di un cioccolatino fondente, per registrare una riduzione del rischio di infarto del 37% e di ictus del 29%.

A proposito di ictus, infine, ottimi risultati vengono da uno studio su oltre 18mila pazienti in cui un nuovo anticoagulante, l'apixaban, ha ridotto sensibilmente il numero di casi di ictus in soggetti con fibrillazione atriale, l'artimia cardiaca asintomatica frequente causa del danno vascolare al cervello.

lunedì 29 agosto 2011

Maddalene Sky Marathon Terza edizione 28 agosto 2011 - Prova unica per il CAMPIONATO REGIONALE SKYRUNNING 2011


L’aquila rosa Brizio Emanuela1^nel Sudtirol,
è la regina delle Maddalene.
Dapit Fulvio si riconferma leader.
Campioni Trentini di skyrunning sono
Annemarie Gross e Fulvio Dapit.
Un’organizzazione sky perfetta in ogni dettaglio.

Madonna di Senale Bz- Rumo Tn 28 agosto 2011

La Maddalene è un’avventura-running di 47km nel Sudtirol Trentino, certo che a pochi km di distanza dalla Maddalene si è consumato il campionato Italiano di vertical Km. del Latemar e l’aver scelto di schierasi sulla linea di partenza di Madonna di Senale Bz per correre questa ultra-marathon, significa amare lo skyrunning senza limitazioni. Le Maddalene è una catena montuosa conservata gelosamente nel suo stato selvaggio, questo spettacolare territorio è privo di ogni inquinamento del turismo sfrenato a tutti i costi. Questa catena della Val di Non si trova nella sezione alpina delle Alpi Retiche meridionali, la Val di Non è la patria del frutto di Eva, qui si producono le famose mele Melinda, questo frutto è un fiore all’occhiello dell’agricoltura Italiana ed è esportato in tutto il mondo.
Come in tutte le ultra-sky i corridori affrontano questa tipologia del running in alta quota con tutto l’apparato muscolo scheletrico in piena efficienza, ma chi conosce bene l’ambiente dello skyrunning sà che per affrontare gli oltre 47 km per un dislivello positivo di 2849 mt. e nagativo di mt. 3200, è necessario soprattutto correre con la testa, e sfidare il proprio egoismo dei freni inibitori sportivi è facoltà di una ristretta nicchia del people del mountain running. L’apoteosi del finisch di un’ultra-sky diventa l’atto finale di un’esclusiva opera d’arte disegnata stavolta nel cielo azzurro lucente di questo fantastico Sudtirol, gli artisti delle marathon di montagna trovano la tavolozza tra le folate di vento che si avvertono sulle punte delle vette, invece i colori, sono acquisiti nell’archivio grafico degli arcobaleni e vengono trasportati sulla tela, direttamente dai raggi solari. Nel percorso della Maddalene si incontrano numerose malghe dove, con amorevole dedizione, i maestri casari dei pastori lavorano il latte trasformandolo in formaggi dai cento sapori montani, per i corridori questi caseifici estivi, sembrano invece tanti distaccamenti di una fabbrica di adrenalina. La partenza da Madonna di Senale in provincia di Bolzano a mt. 1351 s.l.m. è avvenuta alle ore 07.00 con una temperatura direi molto fresca infatti la colonnina di mercurio segnava in positivo 7 gradi centigradi, per i 200 runners è iniziata la prima ascent del giorno con la scalata verso il passo Palade per poi arrivare al culmine della prima asperità del lago di Luco a quota 2180 mt., sul primo trampolino della Maddalene sono transitati al comando un sgranato gruppetto di pretendenti alla corona di alloro, in testa il tandem Dapit e Bonfanti scandivano il passo. Nella sky rosa si alternavano al comando Brizio Emanuela e la Francese Stephanie Jemenez, la prima discesa non produceva nessun effetto sulla competizione maschile mentre al femminile l’aquila Valetudo Emanuela Brizio inizia il suo forcing e passo dopo passo distanzia progressivamente la vincitrice della Maddalene 2010 Jemenez. Sin dalle prime battute le altre atlete in gara non sono mai state in lotta per le prime due posizioni del podio.

La sky maschile si infiamma sull’ultima salita il Gpm monte Pin a mt. 2420, qui un Fulvio Dapit in perfetta forma fisica, affonda il passo sull’acceleratore e pianta in asso il Bergamasco Fabio Bonfanti, nell’interminabile picchiata finale su Rumo Trento, a mt. 1000 s.l.m., Fulvio da affermato discesita, resiste al ritorno di Bonfanti e con un passo di corsa per nulla appesantito dalla lunghezza della sky, si lascia incoronare re delle Maddalene con il bel tempo cronometrico di h. 4 41’12”, bravo 2° il Bergamasco di Fiorano al Serio Fabio Bonfanti in 4 45’06”, Bonfanti quest’anno ha già collezionato 6 piazzamenti sul 2° gradino del podio. Terzo Beatrici Silvano G.S. Fraveggio 4 50’03”, 4° uno dei grandi dei trail Silvano Fedel del Triathlon Trentino 4 56’18”, 5° il Camuno di Temu Menici Matteo in 4 58’12”. Al sesto posto l’aquila Valetudo Berlinghieri 5 04’36”, l’Orobico di Colere, Clemente, quest’anno è in forma smagliante e tutte le domeniche piazza delle ottime prestazioni. Sull’ultima ascent del monte Pin, Emanuela non vede alle sue spalle nessuna minaccia alla sua corona d’alloro e cosi può adottare una condotta di gara non ai limiti delle sue doti atletiche, anche perché nel mese di settembre ci sono ancora tre appuntamenti importantissimi, domenica 4 la Aosta Becca di Nona Chaervensod, penultima prova del circuito Mountain Running International Cup, l’11 c’è la finale dell’Italiano di skyrunning di combinata la skyrace del monte Cavallo a Pincavallo Aviano Pn, in questo campionato Emanuela è in lizza per conquistare di nuovo lo scudetto tricolore e infine il 18 settembre c’è la skymarathon mondiale delle Grigne a Pasturo Lecco dove la Manu è in lizza per un posto sul podio nelle World Series 2011.
Tra due ali di folla festante la leggenda dello skyrunning Mondiale Manu Brizio piomba sulla linea del finisch di Rumo con il tempo finale di h. 5 36’13”, mentre viene incoronata regina delle Maddalene lo speaker esalta la prestazione di Manu con la puntualizzazione che la campionessa di Aurano si piazza 11^ assoluta, proprio una vera regina!. Con il tempo di 5 46’46” 2^ Stephanie Jemenez del team Salomon, 3^ la vincitrice del Tor Des Geants 2010 Gross Annemarie ASV Telmekom Team Sudtirol 6 29’03”, 4^ della Promosport Valli Bresciane Galesi Emanuela 6 31’30”, in 10^ posizione la nostra aquila Valetudo skyrunning rosa Vergura Carmela. Per Carmela la sky delle Maddalene è uno degli ultimi allenamenti per il suo Tor Des Geants 2011 la gara è un’endurance-trail che si corre dall’ 11 al 18 settembre in Valle d’Aosta, misura 330 km per un dislivello positivo di 24000 mt.
Per finire in bellezza questa sky delle Maddalene il comitato organizzatore capitanato dal Presidente Leone Cirolini ha allestito una mega premiazione nel centro sportivo di Rumo, in questo luogo gli atleti con i rispettivi accompagnatori e famigliari sono stati presi per la gola con un pranzo di ottima fattura culinaria.

Giorgio Pese

«Chiudere i passi dolomitici un mese all'anno»


La proposta di Sat e Cai che si scagliano contro eliturismo e downhill
TRENTO. Chiudere i passi dolomitici più trafficati nel periodo più «caldo» dell'estate, tra il 20 luglio ed il 20 agosto. È la proposta emersa dalla riunione dei Club alpini della regione dolomitica che si è svolta ieri sul Pordoi ed alla quale ha partecipato anche Piergiorgio Motter, presidente della Sat, in rappresentanza dei suoi 28.000 soci. Ovviamente Motter si è espresso anche sul motoraduno delle Harley. Ed il suo pensiero è chiarissimo: «Mille moto in quota danno fastidio».

Sarà stato sicuramente un caso che la riunione del Cai sia andata in scena nello stesso giorno del mega raduno delle Harley Davidson sulle Dolomiti. Ma la strana coincidenza ha ridato forza al tema della chiusura dei passi dolomitici, sul quale il presidente dei satini si è espresso così. «Il ticket non porta a nulla. A nostro avviso andrebbe invece studiato un sistema di chiusura dei passi principali nel mese più frequentato dell'estate. Ad esempio, chiudere al traffico Sella, Pordoi, Gardena e Costalunga dalle 10 alle 16 dal 20 luglio al 20 agosto, potenziando ovviamente il servizio di bus navetta che trasporti i turisti in quota in un modo più sostenibile».

Una proposta precisa che in autunno sarà presentata ai politici trentini, dopo un confronto con albergatori e commercianti delle zone interessate. «Anche loro - ha aggiunto Motter - sembrano comunque favorevoli a questa soluzione». Ovviamente, un altro dei temi all'ordine del giorno era quello della Fondazione Dolomiti Unesco, nella bufera dopo le recenti dimissioni del segretario Giovanni Campeol. «Siamo amareggiati - ha detto Motter - per quel che è successo in questi giorni. È comunque di buon auspicio che nell'unità di coordinamento appena nominata ci sia Cesare Lasen, rappresentante del Cai. Certo, fino ad ora la nomina dell'Unesco è stata sfruttata più per fini pubblicitari legati al turismo, mentre a nostro avviso dovrebbe essere utilizzata a tutela del territorio».


In quest'ottica la Sat organizzerà nei prossimi mesi degli incontri nelle scuole trentine per parlare di Dolomiti patrimonio dell'umanità. Nell'incontro di ieri, poi, sono stati affrontati altri temi come quello dell'eliturismo. Una pratica bocciata con durezza. «Basta - hanno tuonato i presidenti dei Club alpini della regione dolomitica - sono troppi gli elicotteri che volano sulle nostre cime. La legge Bombarda va fatta rispettare». E ancora: no al downhill che devasta i sentieri percorsi dagli escursionisti. «Non ne possiamo più», afferma Motter. «Chi pratica questo sport usi le apposite piste». Infine, la Valdastico. Anche su questo punto Motter è categorico. «Personalmente sono contrario a questa realizzazione - ha concluso - perché porterebbe solamente traffico ed intasamenti. Bisogna, invece, potenziare il trasporto su rotaia».

    Pistorius, niente finale


    Oscar Pistorius non si è qualificato per la finale dei 400 metri maschili nella terza giornata dei Mondiali di atletica. Sulla pista di Daegu, il 24enne sudafricano che gareggia con le protesi, campione paralimpico, ha chiuso all'ottavo posto la sua batteria di semifinale con il tempo di 46"19
    Oscar Pistorius of South Africa crosses the finish line in his men's 400 metres heat at the IAAF World Championships in Daegu August 28, 2011 - 0Il sogno è finito. Oscar Pistorius non potrà nemmeno disputare la finale dei 400 metri ai Mondiali d’atletica di Daegu. Il sudafricano la cui storia ha commosso appassionati di sport e non è stato eliminato nelle semifinali. Il suo, un 46’’19, è stato il tempo peggiore della terza batteria di qualificazione. Il modo peggiore per mettere fine a tutte le sue speranze di gloria.
    Ottavo nella propria semifinale, ma non il più lento in senso assoluto. L’unica soddisfazione per il 24enne che gareggia con due protesi alle gambe è questa. Sui 24 in corsa, Pistorius ha fatto registrare il 22esimo tempo. Che sarà anche peggiore di poco più di un secondo rispetto al suo personale di 45’’07 grazie al quale è arrivato a Daegu, ma è anche migliore di altri due crono.
    Il dominicano Erison Hurtault (46’’41) e il giamaicano Riker Hylton (46’’99) sono infatti stati più lenti del sudafricano. La storia di Pistorius a Daegu finisce qui. Ma il sogno continua. L’obiettivo è quello di prepararsi al meglio per l’Olimpiade della prossima estate a Londra.
    Per la cronaca, infine, si qualifica alla finale con il miglior tempo LaShawn Merritt, vincitore della prima batteria con un 44’’76 che è stato soltanto avvicinato dal giamaicano Jermaine Gonzales (44’’96 nella terza semifinale). Gli altri qualificati sono Kevin Borlee (45’’02), Jonathan Borlee (45’’14), Rondell Bartholomew (45’’17), Kirani James (45’’20), Femi Ogunode (45’’41) e Tabarie Henry (45’’53). Tutti troppo veloci per Pistorius

    Bolt, l'uomo più veloce di se stesso




    Usain Bolt si spoglia del titolo di campione del mondo, leva la maglia e abbandona i 100 metri senza correrli: ci si aspettava tutto tranne la resa, invece falsa partenza. Gli altri ai blocchi e Usain schizza via, dritto in un vicolo cieco: «Volete le lacrime? Non succederà».

    No, non ci sono proteste, né scene isteriche davanti alla vittoria del compagno di allenamenti Yohan Blake perché che Bolt abbia sbagliato è chiaro all'intero stadio pietrificato. Che l'uomo da cacciare, e non più da battere, sia lui è l'unica certezza della serata. Il resto è una serie di ipotesi senza prove: non si sa se davvero Bolt avrebbe vinto, se aveva già un'inedita pressione addosso e quindi è andato fuori giri, se l'errore sia stato condizionato da un leggero movimento che qualcuno ha notato alla sua destra, giusto nella corsia di Blake. Non ci sono risposte, Bolt è il primo a capirlo: con una lucidità incredibile rimane in mezzo alla pista a interagire con il pubblico, a cercare le telecamere per languidi sguardi disarmati, a comunicare come, ora è evidente anche ai più scettici, fa in modo assolutamente naturale. Privato della sua gara non strepita, non cerca uno sfogo, sceglie piuttosto di raccontare anche quel momento di incredulità e delusione. Una scena muta e un po' retrò. Si appoggia alla parete del corridoio che lo riporterà dentro lo stadio e ci sbatte contro, piccoli continui colpi con la testa all'indietro. Movimenti al rallentatore, in moviola. L'ultimo suono regalato alla platea è un urlo: «Com'on».

    Andiamo, doveva essere il segnale di battaglia dopo l'ennesimo giochetto. Indica i vicini di corsia (tra cui Blake) e fa no con la testa, «non esistono» rivali, poi segnala il suo percorso, dallo start al traguardo, come fanno le hostess per indicare le luci d'emergenza, e annuisce allegramente. Scenografia perfetta e una sola frase prima di iniziare lo show. Giusto all'uscita della semifinale, vinta in scioltezza, gli chiedono: «Buone sensazioni?» e lui «Always, man». Un concentrato di convinzione evaporata in 0,104 secondi, il tempo di reazione in negativo. Il cronometro della sua ansia.

    Condiziona la gara anche quando non c'è più. Troppo ingombrante, i 35 mila presenti avvertono l'assenza e si distraggono, guardano i 100 metri senza crederci, concentrati sulla melodrammatica uscita dell'uomo dei record e i suoi rivali si spaventano.

    Partenze catastrofiche. Persino il vincitore resta aggrappato ai blocchi e alla fine è l'unico che corre sotto i 10 secondi (9"92), non succedeva dal 2005 che una finale mondiale viaggiasse così lenta. Gli altri tutti ben al di sopra dei personali, scioccati e disorientati dall'uscita del punto di riferimento. Walter Dix, argento americano, deve spremersi perché allo sparo resta fermo e Christophe Lemaitre, solo l'ottavo bianco della storia a entrare nell'elite dei 100 con una finale, dimentica ciò che deve fare e frana al quarto posto confermando la statistica: mai un bianco sul podio. Collins, bronzo a otto anni dal suo oro al Mondiale di Parigi, è quello che reagisce meglio. Il veterano ne ha viste tante e non si scompone, semmai perde il fiato a 80 metri e deve lasciare il passo alle ultime generazioni. Lui era già sulle piste quando la falsa partenza ha dato il primo scossone a una gara che conta. Atlanta 1996, Lindford Christie, campione in carica, esce di gara e di testa. Tutt'oggi è convinto di essere stato truffato. Strattona i giudici, pretende un replay in un crescendo di agitazione che lo riduce uno straccio. Lo devono accompagnare fuori in due e solo una volta girata, di forza, la schiena all'orizzonte del traguardo, svuotato di ogni energia, accetta una sconfitta che è convinto di non meritare. Scenata ancor più pacchiana ai Mondiali del 2003 (quelli in cui ha trionfato Collins). Jon Drummond viene espulso ai quarti e si rifiuta di lasciare i blocchi. Si sdraia dietro la sua corsia, la gara viene posticipata di quasi un'ora e lui deve essere portato fuori a braccia.

    È raro che i colpevoli si consegnino, anzi di media strepitano fuori controllo. Bolt evita perché è diverso, la plateale e capricciosa rivolta non è nel suo stile, quell'atteggiamento «cool» a cui lui tiene tanto andava salvato. Era la sola cosa salvabile ormai, solo che neanche Usain ha retto fino in fondo. Deciso a non crollare in pubblico, è dovuto sparire. Solo quell'avvertimento: «Volete le lacrime?», l'accenno a un lamento ricacciato nel profondo e la fuga. È Usain Bolt, l'uomo che studia da leggenda e non accetta cadute di stile, ha consegnato, maglia e titolo, però venerdì si ripresenta al Daegu Stadium per i 200 metri e non può rovinare le aspettative, macchiare il personaggio. È il solo sulla terra capace di correre i 100 in 9"58 e punta ad abbassare l'impossibile, purtroppo è rimasto fulminato dalla sua stessa rapidità. Resta da capire quanto male si è fatto.

    domenica 28 agosto 2011

    Bin Laden è Morto per Davvero?


    Gli Stati Uniti, per bocca del loro presidente, hanno annunciato l’avvenuta uccisione di Osama Bin Laden per tramite di una loro unità militare in territorio pakistano.
    Senza pregiudizi, cerco di fare qualcheriflessione a caldo basandomi esclusivamente sulla mia esperienza professionale. Le mie informazioni derivano solo da fonti ufficiali (giornali, televisioni, agenzie di stampa, comunicati governativi). Le mie considerazioni:
    1. Non è stata proposta alcuna prova filmata o fotografica della morte dei Bin Laden. E’ stata diffusa una foto del viso, palesemente taroccata ed un video sfocato di una stanza con macchie rosse sui tappeti e sul letto definite come macchie di sangue.
    2. Secondo una prima versione ci sarebbe stato uno scontro armato dove anche delle donne sono state utilizzate come scudi umani. Dal filmato e dalle foto di cui al punto precedente, sembrerebbe invece che ci sia stata un’uccisione a sorpresa in camera da letto. In un’altra versione si è parlato di una vera e propria esecuzione con un colpo alla testa. Quale è la versione ufficiale?
    3. Sembrerebbe che ci sia stata un’incursione armata di militari americani in territorio pakistano. Dal Pakistan non giunge nessun commento. Il Pakistan ha autorizzato l’ingresso di truppe americane? Lo ha osteggiato? Militari pakistani hanno partecipato all’operazione?
    4. Le foto della villa di Bin Laden mostrano militari in divisa in servizio di guardia. Le divise sembrano quelle di militari pakistani. Questo vuol dire che truppe regolari pakistane svolgevano un servizio di guardia a Bin Laden?
    5. Il corpo di Bin Laden è stato sepolto in mare perché “nessun paese voleva accettarlo”. Perché il corpo non è stato portato negli Stati Uniti?
    6. Nessuno, nonostante ci sia stato il tempo e il modo di farlo, ha pensato a procurarsi una prova indiscutibile dell’avvenuta esecuzione del più grande nemico degli Stati Uniti dopo Adolf Hitler.
    Per rispondere alla domanda che da il titolo a questa nota, la mia opinione è che: sì, Bin Laden è morto. Se gli americani non fossero certi di questa cosa, non si sarebbero mai esposti al rischio di essere sputtanati a livello mondiale dalla comparsa di un video dove un Bin Laden vivo e vegeto sfoglia i giornali che parlano della sua morte.
    Bin Laden è stato ucciso da un commando USA? Non lo so, ma se dovessi scommettere punterei sul no.
    La mia opinione è che Bin laden sia morto da tempo per motivi naturali o per cause terze non attribuibili nemmeno indirettamente agli Stati Uniti. Una volta sicuri di questo fatto, gli americani hanno deciso di “appropriarsene” per una serie di motivi. Il più importante è che nel grande film della guerra al terrorismo ed all’Islam, ci vuole la certezza che la legge trionfi sempre e che i cattivi vengono sempre e comunque puniti. Un altro motivo è che in questo modo i gruppi estremisti islamici più periferici e meno visibili ( e per questo non  ancora informati della morte del loro leader) entreranno in agitazione rendendosi più immediatamente identificabili.
    Nel complesso mosaico della grande guerra globale che si sta combattendo, l’operazione di disinformazione americana appare lecita e opportuna. Quello che preoccupa il professionista è l’approssimazione con la quale è stata condotta ed i numerosi aspetti grossolani che la caratterizzano. Evidentemente, il controllo dei mezzi di comunicazione di massa, tutti allineati in riga nel diffondere informazioni senza alcuna prova, consente una manipolazione dell’opinione pubblica che non necessita di meccanismi raffinati o di costruzioni complesse. Basta dire che una cosa è successa e farla ripetere ai giornali, affinché diventi verità, a prescindere da tutto.

    Libia, Kurt il mercenario: "Con Gheddafi contractor senza nessuna qualifica. I loro compiti sono i più brutali”









    “Invano cercherete soldi nel tascapane, li ho spesi proprio tutti insieme alle puttane”, ha cantato negli anni sessanta Pino Caruso, per ricordare i mercenari milanesi che si arruolarono per vendicare l’uccisione dei caschi blu italiani trucidati e divorati dalla soldataglia congolese. Soldati di ventura che, secondo lo scrittore Ippolito Edmondo Ferrario - autore del libro Mercenari. Gli italiani in Congo 1960 (Mursia) – fecero questa scelta estrema per motivi ideologici e non per soldi. Chi sono, invece, i contractor che stanno combattendo al fianco di Muammar Gheddafi? Di sicuro ci sono ciadiani, mauritani, nigeriani, italiani ma anche libici appartenenti alle tribù nomadi del sud: Mastini della guerra sulle cui capacità – ha scritto Gianandrea Gaiani sulle pagine del Sole 24 ore - è però lecito dubitare. C’è, tuttavia, anche chi sostiene che la colonna portante dell’esercito privato del rais sia composta dai Berretti Rossi, il corpo speciale creato dal criminale serbo Slobodan Milosevic.

    “Mi faccia sapere se esce il pezzo quando e dove: è la prima intervista della mia vita. Sto invecchiando. La saluto. k.” La kappa sta per Kurt: lo pseudonimo del mercenario che ha rilasciato un'intervista a Tiscali . Kurt, ebreo, si legge su MenteCritica, raggiunta la maggiore età si arruolò nelle truppe d’elite israeliane per dare il suo contributo per la difesa della Terra Promessa (ferito 4 volte ricevette due promozioni sul campo ed una decorazione al merito). Kurt ha un suo decalogo: “Per me le armi sono veramente l’ultima risorsa, mi piace ragionare e mediare. Ho uno dei tassi tango più bassi del circuito. Se le mie missioni fossero state affidate a uno spetsnaz o a qualche fanatico di Parris Island, probabilmente ci sarebbe un centinaio di persone in meno in giro per il mondo. Preferisco pensare che la mia professionalità abbia salvato la vita di questa gente”.

    Kurt, si dice che fra i contractor che stanno combattendo al fianco di Gheddafi ci siano i Berretti Rossi, il corpo speciale creato dal serbo Slobodan Milosevic. Quanto costa ingaggiarli e che di tipo di soldati sono e dove hanno operato in precedenza?

    Questa informazione non mi risulta: in genere si tende a evitare l'utilizzo di personale la cui storia di reparto fa riferimento a violenze nei confronti di comunità religiose in territori dove questa è maggioritaria o dominante.

    Per ora escluderei questa eventualità, anche se il degenerare della situazione potrebbe rendere possibile questa ipotesi. Per i costi, com’è immaginabile, non esiste un tariffario. Dipende dalla missione e dalle condizioni in cui si svolgerà. Chiaramente, un impiego operativo in Libia in queste condizioni è rischiosissimo e andrà retribuito di conseguenza. Per quanto riguarda la preparazione, va tenuto conto del fatto che il personale disponibile ad accollarsi un rischio del genere non è certamente quello più qualificato”

    Secondo indiscrezioni, i contractor di Gheddafi sono stati ingaggiati in Ciad, Nigeria e Sudan. Con loro ci sarebbero anche arabi, italiani ed ex soldati provenienti dall'Europa Orientale. Quale potrebbe essere il loro compito nello scenario libico?

    “ Si tratta di personale senza nessuna qualifica tecnica e cresciuta in una cultura senza valori. I compiti non possono che essere i più brutali”.

    Sono almeno 4 o 5 gli italiani impegnati in Libia come mercenari tra le fila dei miliziani di Gheddafi ha detto un ex contractor. Secondo lei, che tipo di consulenza sarebbero chiamati a fornire?

    “ Non sono qualificato per rispondere a questa domanda”.

    In generale, come fa il contractor a mettersi in contatto i clienti, qual è la loro cultura?

    “Esistono vari livelli di specializzazione derivanti da provenienze diverse e che anche i sistemi d'ingaggio dipendono dalla qualità del personale. Si va dai contadini reclutati nei villaggi africani per il solo fatto di sapere da quale parte della canna esce il proiettile, ai superspecialisti che si servono di agenti o agenzie internazionali”.

    Da quali reparti provengono?

    “I reparti di provenienza, in genere, sono quelli più operativi: SAS, Spetsnaz, solo per citarne alcuni. Sui clienti e la loro tipologia ci sarebbe da scrivere un libro. Si va dagli uomini di stato fino al signorotto locale, passando per multinazionali e agenzie governative. Ovviamente, ognuno accede alla risorsa in maniera diversa”.

    Il Social Networking



    Che cos’è il Social Networking? Ormai ne sentiamo parlare tutti i giorni o quasi, ma non tutti conoscono il suo significato. Se vi state chiedendo quale sia la definizione esatta di queste parole, sapreste in qualche modo farlo in maniera accurata? E questo capita anche per chi già partecipa ad alcune reti sociali come Facebook o MySpace. La definizione di Social Networking identifica l’attività comune di diversi individui raccolti in gruppi specifici e tematici, ovvero riconoscibili in piccole comunità. Sebbene questo tipo di interazione sia possibile in qualsiasi ambiente sociale come le scuole o l’ambiente lavorativo, le dinamiche più popolari di networking si sviluppano online.

    Questo accade soprattutto perché internet, a differenza degli ambienti sociali tradizionali, raccoglie milioni di individui ed è perciò molto più facile trovarne alcuni interessati ad argomenti specifici e quindi disponibili a sviluppare una rete di amicizie e conoscenza. Per entrare nel mondo del Social Networking è necessario utilizzare alcuni siti. Questi siti sono conosciuti con il nome di Social Network e non sono altro che comunità online di utenti del web. Ognuno di questi siti permette ai membri delle comunità di poter condividere risorse ed informazioni su diversi e svariati argomenti come hobbies, politica, religione, cucina… una volta entrati in un social network potrete cominciare a… socializzare!

    Questa dinamica comincia con la lettura dei “profili” degli altri membri ed includendo la possibilità di entrare in contatto con loro. Fare amicizia su questi siti è solo uno dei benefici a disposizione degli utenti, un altro grande beneficio è invece l’ampia eterogeneità dell’audience. A differenza dell’ambiente di lavoro classico, per fare un esempio, interne permette ad ogni individuo di accedere alle comunità online da ogni parte del mondo. Questo significa che se voi vivete in Italia, potreste comunque sviluppare un’amicizia o un rapporto professionale online con qualcuno che sta in Giappone o negli USA e magari imparare a conoscere meglio anche le altre culture. Come ho già menzionato in precedenza, il Social Networking è caratterizzato dall’attività di gruppi di individui o di organizzazioni su tematiche e argomenti specifici. Alcuni Social Network però non hanno queste caratteristiche e sono aperti a qualsiasi utente del web, cioè, non è importante quale hobby o credo politico, o passione sportiva uno abbia, tutti possiamo diventarne membri.

    Comunque sia, una volta entrati in queste comunità online, potrete cominciare a costruire la vostra rete di conoscenze e amicizie tenendo fuori le persone che non incontrano i vostri stessi gusti o i vostri interessi. Se pensate di essere interessati a fare social networking online sicuramente avrete anche il coraggio di capirne di più anche in merito ai rischi ai quali ci si può esporre su un social network. Questi rischi sono spesso rappresentati da persone che si spacciano per ciò che in realtà non sono ma nell’attività online questi pericoli sono facilissimi da evitare a differenza di quanto invece accade nella realtà quotidiana. Allo stesso modo, come accade quando conoscete nuove persone al bar, a lavoro, anche online si deve procedere con la dovuta cautela.

    Una volta che avrete preso confidenza con lo strumento web sarete molto più abili e sicuri nella gestione dei vostri rapporti sociali online. Una volta che questi concetti di Social Networking vi saranno più chiari non vi resterà che entrare in una comunità online e cercare i gruppi che più vi interesserà seguire. Basterà farlo attraverso una classica ricerca tramite Google ottenendo un gran numero di risultati tra i quali troverete sicuramente Facebook, MySpace, Orkut, Friendster, MeetUp, Tagged (Social Network non specialistici) oppure LinkedIn, Viadeo, Xing (Social Network professionali). Nella sezione finale di questo volume troverete una serie di indirizzi web dei più noti Social Network.

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