domenica 28 agosto 2011

Le Harley sulle Dolomiti scatenano le polemiche

raduno harley motoL'anno scorso a Pozza di Fassa erano quattro gatti. Ma quest'anno gli organizzatori del Dolomiti Run contano di quintuplicare. Se il tempo reggerà sabato e domenica prossimi Canazei sarà invasa da almeno cinquecento fiammanti Harley Davidson. Un evento, senza dubbio, che crea interesse ma inevitabilmente provoca polemiche e divide. L'Azienda di promozione turistica della Val di Fassa benedice e sponsorizza, sperando in un week end da tutto esaurito. Gli ambientalisti la considerano invece l'ennesima dimostrazione che le Dolomiti Unesco patrimonio dell'umanità sono tanto sulla carta e nelle chiacchiere e ancora troppo poco nei fatti e nelle decisioni politiche.
In verità la due giorni di Canazei non sarà tutto rombi e sgasate. Certo ci sarà la possibilità di provare gratuitamente i nuovi modelli 2011 della leggenda su due ruote e sabato pomeriggio la carovana dei partecipanti andrà ad affrontare in colonna il giro dei quattro passi dolomitici del circondario. Ma poi all'Harley Village si farà anche musica e gastronomia, con gli stand aperti a tutti. Al centro dell'attenzione rimarranno comunque i motori a V della più ammirata tra le moto. E il fatto che tutto questo avvenga nel cuore delle Dolomiti non va giù a chi queste montagne vuole difenderle. Il primo a criticare pubblicamente è stato Michil Costa, albergatore gardenese, che teme tra rumori e gas di scarico un impatto pesante per la fauna locale. Sulla sua scia avanza forti critiche anche il portavoce di Mountain Wilderness, Luigi Casanova, che ieri ha avuto un franco confronto con i vertici dell'Apt. «Nella filosofia di fondo - commenta - Costa ha perfettamente ragione perchè se vogliamo dare un segnale coerente con le Dolomiti patrimonio Unesco gli enti pubblici dovrebbero astenersi dall'appoggiare eventi del genere».

Casanova non vuole però gettare la croce addosso agli appassionati delle HD. «Il fatto è - dice - che non si possono fare discriminazioni. Finchè i passi dolomitici rimangono aperti al traffico come si fa a dire si alle macchine e no alle moto? Se non c'è una regolamentazione e la politica non offre servizi pubblici alternativi per la mobilità in quota ognuno è legittimato a fare e organizzare ciò che vuole». Gira e rigira insomma la colpa è della politica e delle sue contraddizioni. Prima spinge per dare un riconoscimento all'unicità e alla necessità di tutela di una delle zone di montagna più belle del mondo ma poi, una volta ottenuto il marchietto, fa poco o nulla per realizzare in concreto quella tutela. Ed anzi, denuncia Mountain Wilderness, tende ad emarginare le organizzazioni ambientaliste. «Le cinque province dolomitiche - attacca Casanova - devono finirla di escluderci dal confronto. Io dico che dove è possibile bisogna avere il coraggio di dire stop al traffico a motore. E lasciare fuori dalle vette dolomitiche almeno gli elicotteri, con buona pace di politici come Roberto Bombarda e Luca Zeni».

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