domenica 21 agosto 2011

Calderoli divide lo sport trentino

TRENTO. «Dovete pagare anche voi, siete dei viziati» con queste parole ieri l'altro il ministro alla Semplificazione Roberto Calderoli ha tuonato contro i calciatori, contrari al pagamento del cosiddetto contributo di solidarietà, che toccherà tutti i redditi annui superiori ai 90 mila euro. «Ma che, sono i club che devono rispettare i patti» gli risponde a distanza la stella del calcio trentino, il giovane attaccante dell'Hellas Nicola Ferrari. La polemica sulla "nuova casta" degli sportivi investe anche il Trentino ed è difficile districarsi in questo nuovo turbine di insulti e scontri.

Ma chi ha ragione? Il primo a dire la sua è stato Francesco Moser: «E' giusto che paghi chi ha. E mi sembra ovvio dire che loro sono dei privilegiati. Loro che giocano in serie A, dovrebbero essere i primi a capire che non possiamo rassegnarci a diventare un Paese di serie B».

«Guardo con preoccupazione a questo fatto. Noi abbiamo solo contratti al lordo ma un 10% in meno negli stipendi ci mette in difficoltà soprattutto verso gli stranieri e se i club del nostro sport dovessero sobbarcarsi questo problema sarebbe una mazzata», gli fa eco il presidente dell'Itas e della Lega pallavolo maschile, Diego Mosna.

Insomma, i soliti sportivi tutti veline e discoteche che non vogliono fare la loro parte. Ma secondo il mondo del calcio trentino le cose non stanno proprio così. Il superprocuratore della serie A Andrea Pretti, che ha avuto tra i suoi campioni come Chivu e Damiano Tommasi non ci sta: «Sul discorso c'è ben poco da discutere e chi come Maurizio Zamparini parla di noi in modo offensivo mi auguro abbia a che fare in futuro con persone per bene. Il discorso della tassazione al club o al calciatore è un falso problema, perché nessuno si è ricordato di dire una cosa importante: che se nei contratti è indicato il netto che il calciatore deve percepire allora l'accordo deve tutelarlo» spiega il procuratore. Ma allora perché si è alzato questo polverone? «Manca una giurisprudenza specifica e i vari Galliani e Zamparini se ne approfittano per fare demagogia e creare consenso, perché se ci fosse la volontà di fare un accordo su questo tema, lo si potrebbe fare anche subito».


Anche un altro dei big del calcio trentino, il mister Rolando Maran, che è stato allenatore fino al 6 giugno scorso del Vicenza (squadra che milita in B) non ha dubbi: «I parametri di tassazione dovrebbero basarsi su quello che uno percepisce, senza puntare il dito contro una particolare categoria». Anche perché, ricorda Maran, «il calciatore ha un periodo professionale molto corto e non è vero che tutti hanno stipendi elevatissimi. Questo è il vero punto su cui bisognerebbe maggiormente riflettere». In altre parole, una risposta a Calderoli e alla sue definizione dei giocatori come di «bambini viziati».

Ma ad essere più convintamente vicino alle posizioni dei suoi colleghi di serie A è stato, come preannunciato, soprattutto Nicola Ferrari, attaccante dell'Hellas Verona e vera e propria stella dei campi nostrani: «Io sto dalla parte dei calciatori e sono d'accordo con quando affermato da Damiano Tommasi che lo dice chiaro e tondo: se nei contratti si parla di netto bisogna percepire quello e la super tassa la devono pagare i club. Certo, loro ora vogliono giocarci ma i patti sono patti e non c'è niente da discuetere».

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