mercoledì 24 agosto 2011

Le ciclabili superano i 300 chilometri



TRENTO. Il «Paradiso del ciclista», così è stato chiamato il bicigrill di Levico Terme, che si è addirittura meritato la prima pagina de la Repubblica, tra gli elogi generali alla nostra rete di piste ciclabili. Che è sempre più una fonte di richiamo turistico, pulito, senza stress ed economico. E che anche quest'anno vede delle importanti novità sul territorio trentino.
Bici e treno. La prima, importante novità arriva proprio da quella ciclopista della Valsugana che tanti consensi ottiene, con i suoi 250 mila ciclisti all'anno e gli 80 chilometri che collegano Levico a Bassano. Dal 1º luglio (ma, a quanto pare, fino solo al 31 agosto) i Minuetto che passano di tanto in tanto a fianco alla ciclabile sono stati attrezzati per trasportare 32 velocipedi. Così, basta un piccolo biglietto di supplemento bici per godersi il tratto in leggera discesa che dal Trentino porta in Veneto e poi, comodamente, salire su uno dei treni che percorrono la linea. Oppure, utilizzare il treno per spostamenti più lunghi e sfruttare la bici per le tappe intermedie e le visite ai centri toccati dal servizio.
Le nuove piste. Oltre ai servizi, anche dal punto di vista delle infrastrutture chi voglia abbandonare auto e gas di scarico ha quest'anno qualche possibilità in più. In particolare, in alta val di Non è attivo un nuovo percorso ciclopedonale. Sono ben 8 i chilometri del tracciato (che si svilupperà in futuro per ulteriori 24) sul territorio noneso. Quest'anno sono stati aperti i tratti tra Fondo e Romeno, tra Salter e Romeno e tra Amblar e Cavareno. Anche in val di Sole è stata aperta una nuova variante, in località Daolasa. Il percorso è solo di mille metri, ma consente ai ciclisti di evitare il tratto di statale tra Mestriago e Piano. Infine, l'apertura del casello autostradale di Trento sud ha aperto anche una nuova possibilità di viaggio in bicicletta: il nuovo ponte permette infatti di evitare quello di Mattarello per chi intende muoversi verso Bolzano. In pratica, quest'anno si è riusciti a superare la fatidica quota dei 300 chilometri di piste. Un ottimo risultato, se comparato alle altre realtà italiane, anche se si procede un po' lentamente, pensando che il Piano generale dei percorsi ciclabili e ciclopedonali di interesse provinciale del lontano 1994 prevedeva 400 chilometri di percorsi per le bici. Il cicloturismo. Certo, i numeri non sono ancora quelli dei grandi esodi di massa. Ma il turismo in bicicletta, nato tanti anni fa in Nord Europa, è ormai una realtà che investe il Trentino. Tanto più in tempi di caro benzina e di esigenza di contenere i costi. Così, gli alberghi e i residence dedicano attenzioni speciali agli amanti delle due ruote e, all'occorrenza, mettono a disposizione persino una piccola officina meccanica o l'affitto di mountain bike di qualità superiore. Ve ne sono ovunque, dal Garda al Primiero a Folgaria e attraggono molti turisti, che hanno fatto del viaggio in bici la loro filosofia di vita. Su tutti, i gruppi di amanti della bici associati alla Fiab. Tra le tante iniziative che riguardano il territorio trentino, come spiega la presidente trentina Manuela Dematté, ci sarà anche una tre giorni di turisti torinesi, che dal 9 all'11 settembre saliranno dal capoluogo piemontese appositamente per affrontare la ciclovia della Valsugana.
La mountain bike. Infine, in un territorio come il nostro, la bici da montagna non poteva che essere al centro dell'attenzione. Qui lo scontro, epocale, è con gli amanti dei Suv. Ma gli appassionati di bici possono contare su una ricca rete di sentieri. E sulla Coppa del mondo di mountain bike, che ha avuto come unica tappa italiana quella di sabato e della domenica appena passata. Dal cross country al downhill (disciplina in cui si scende lungo i sentieri), la mountain bike sta infatti facendo segnare notevoli successi su tutto il territorio e si sta mostrando l'ultima frontiera del turismo a due ruote.

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