martedì 23 agosto 2011


LONDRA - Il cervello umano ha raggiunto i limiti dell'intelligenza: le leggi della fisica impediscono alla razza umana di diventare più intelligente. Lo sostiene uno scienziato di Cambridge, secondo quanto riporta oggi il Sunday Times. Secondo Simon Laughlin, professore di neurobiologia nell'ateneo britannico e coautore del libro Work Meet Life, milioni di anni di evoluzione umana avrebbero raggiunto il massimo livello e nulla esclude che l'intelligenza potrebbe fare marcia indietro «se le pressioni dell'evoluzione imponessero un tale declino». Secondo Laughlin l'espansione dell'intelligenza ha incontrato due barriere. La prima è che la miniaturizzazione delle cellule del cervello - e la crescita nelle connessioni tra cellula e cellula - è ormai arrivata a un punto limite. L'altra è che il cervello umano, pur rappresentando il due per cento appena del peso dell'organismo, consuma il 20 per cento di energia: anche minimi aumenti nel potere di azione del cervello provocherebbero un netto aumento dell'energia necessaria a sostenerli. «Abbiamo dimostrato che il cervello deve consumare energia per funzionare, tanta energia quanto il cuore, e che i requisiti sono abbastanza alti da limitarne la performance», ha detto Laughlin al domenicale del gruppo Murdoch. E tuttavia non è solo l'energia consumata dal cervello, è anche la sua struttura che impone limiti allo sviluppo dell'intelligenza. I neuroscienziati da tempo sanno che il cervello è diviso in circa dieci 'moduli«, ciascuno responsabile di diverse funzioni come il movimento o la visione. Questi moduli sono connessi da fasci di fibre nervose e una teoria è che l'intelligenza è legata all'efficienza di queste connessioni. Un collega di Laughlin a Cambridge, Ed Bullmore, ha misurato l'efficienza con cui diverse parti del cervello comunicano l'una con l'altra e scoperto che più una persona è intelligente, più velocemente viaggiano gli impulsi: »L'alta integrazione delle reti cerebrali sembra associata con un alto quoziente di intelligenza«. Il problema è che questa »alta velocità« e come una macchina che ha bisogno grandi quantità di energia: »Si paga un prezzo per l'intelligenza«, ha detto Bullmore al Sunday Times: »Essere più intelligenti significa migliorare le connessioni tra diverse aree del cervello e questo si scontra contro forti limiti in energia e spazio«.

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