domenica 31 luglio 2011

Micro Macro Mondo

Nosiola
http://www.flickr.com/photos/gio8710/
Dahlia 'Rosella'

Inpolliniamoci a dovere 1

Impolliniamoci a dovere

Mondiali di Atletica - Operazione riuscita per Andrew Howe

La sfortuna di Andrew Howe non ha confini. Tanti gli infortuni in carriera ed ora, appena prima del Mondiale, ecco la rottura del tendine d’Achille. L’operazione per fortuna è andata meglio del previsto. Tempo di recupero, almeno 6 mesi




E' stato operato all'Ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia il campione di atletica Andrew Howe, con un intervento durato circa un'ora. Lo ha riferito ai giornalisti Giuliano Cerulli, medico che lo ha operato.

"L'intervento è andato meglio del previsto - ha detto Cerulli - in quanto la lesione non era degenerata". Ieri Howe, in allenamento a Rieti, aveva riportato la rottura subtotale del tendine d'Achille sinistro. "Le condizioni dell'atleta – ha aggiunto Cerulli - sono buone". Il reatino è parso comunque sereno dopo l'intervento forse confortato anche dalla presenza della madre.

Riguardo ai tempi di ripresa Cerulli si è detto"ottimista, anche se - ha detto – sono prevedibili almeno sei mesi". Sfortunatissimo uno degli atleti di punta della nostra atletica che dopo aver perso l'appuntamento con i Mondiali, in programma a Daegu, in Corea dal 27 agosto-4 settembre, ora dovrà pensare a recuperare perché c'è un traguardo ormai prossimo, le Olimpiadi di Londra 2012.L'incidente è avvenuto durante un allenamento, stagione finita. L'atleta azzurro verrà operato domani e poi saranno resi noti i tempi di recupero. Ma la paura che Andrew possa dire basta è tanta...



Una brutta notizia per l'atletica italiana. Questo pomeriggio, a Rieti, nel corso di una seduta di allenamento, l'azzurro Andrew Howe (Aeronautica) ha riportato un serio infortunio: la rottura subtotale del tendine d'Achille sinistro. La diagnosi è giunta al termine degli accertamenti effettuati successivamente a Roma, alla presenza dei Carlo Tranquilli (Responsabile dell'Istituto di Scienza dello Sport del Coni) e di Giuseppe Fischetto (Responsabile sanitario Fidal).

"E' imprescindibile ed urgente un intervento chirurgico - le parole di Fischetto - che verrà eseguito domani stesso a Perugia, alla Clinica Ortopedica, da Giuliano Cerulli". "Per una stima dei tempi di recupero - ha aggiunto - dovremo attendere l'intervento di domani. Concorderemo successivamente con Cerulli il percorso di riabilitazione".

Nel corso del 2011, Howe si è dedicato con maggiore costanza allo sprint (agli Assoluti di Torino, la decisione di dedicarsi esclusivamente alla pista per quest'anno, dopo l'inatteso secondo posto nel lungo con 7,68), collezionando anche il successo nei 200 metri al Compeed Golden Gala dello Stadio Olimpico. Il 20.31 centrato in quella occasione, il 26 maggio, resta il suo picco stagionale, che lo colloca al diciassettesimo posto (terzo europeo) nelle liste mondiali dell'anno. In stagione, anche il personale sui 400 metri, 45.70, realizzato l'8 maggio, nella prova d'esordio, a Pavia (Memorial Della Valle). Venerdi' scorso, l'ultima gara: un 20.47 nei 200 metri realizzato sotto la pioggia di Pergine Valsugana.

sabato 30 luglio 2011

Adoroletuefoto ‎"The place where your photos talk about you"

Adoroletuefoto.it è un progetto che nasce con l'obiettivo di condividere ciò che ruota attorno alla fotografia.

Intervista al vincitore del concorso Adoroletuefoto.

- Ciao Giorgio, sei il vincitore del contest diAdoroletuefoto.it, complimenti per la foto. Raccontaci qualcosa di te, di dove sei?
Ciao, mi chiamo Giorgio Dalvit sono nato il 4 agosto 1971 a Mezzolombardo , piccolo paese di 7000 abitanti situato a pochi km da Trento . Sono sposato , papà di due figli e di professione faccio il cuoco..
-Quando nasce la tua passione per la fotografia e come si è sviluppata nel tempo?
Ormai da anni coltivo questa mia passione per la fotografia, ho iniziato con una reflex a rullino (pentaxz1) già nel 1995,per poi passare prima ad una reflex digitale Pentax k110d super e poi all mia attuale Nikon d3100 , ho anche una compatta sony dsc h10 che porto sempre con me e con la quale ho fatto dei bellissimi scatti.
-Cosa ti colpisce e cosa osservi principalemte quando guardi una fotografia?
In una foto quello che mi colpisce di più è la capacità di far risaltare i dettagli, e ancor di più i contrasti .Non mi piace molto l’ idea di elaborare troppo le foto con i vari software di fotoritocco , infatti penso che una mia foto deve riuscire ad esprimere ciò che volevo senza bisogno di “trucchi” altrimenti la cancello e riprovo a farla.
- Hai un portfolio di fotografie da mostrarci? Dopo aver visto la foto vincitrice siamo curiosi
Come tanti fanno da poco ho aperto un accunt pro su Flickr http://www.flickr.com/photos/gio8710/ sul quale metto alcuni dei miei scatti ,ho poi tanto materiale su un archivio digitale a casa.
- Qual è la foto che ti sarebbe piaciuto aver scattato tra quelle di fotografi famosi?
Non mi piacciono le foto troppo “complicate” ,infatti le foto che preferisco sono quelle di William Albert Allard. Le sue foto sprigionano musica, cantano al cuore di chi guarda, irrompono nella sfera emotiva per poi costringere a riflettere.
- Raccontaci la tua esperienza su Adoroletuefoto.it…
Ho da poco conosciuto Adoroletuefoto tramite Facebook, è una nuova piccola comunity che stà crescendo rapiamente e che mi pice in particolar modo perchè è frequentata da persone che fanno delle belle foto , semplici ma molto espressive.
- Conoscevi già la fotografia microstock, hai esperienze in questo campo?
Sono contentodi essere entrato a far parte del mondo di Pixmac , del quale non sapevo molto , ma che spero mi potrà servire a dare voce a qualche mio lavoro, concludo infine qeste mie poche righe con un aforisma che è anche un consiglio che dò a tutti coloro che si avvicinano al mondo della fotografia ed è “La cosa più difficile in fotografia è rimanere semplici.”di Anne Geddes.Un saluto a tutti  presto.
Ps. spero di essermi espresso correttamente e che queste poche righe vi abbiano fatto capire qualcosa  di me. Il mio username pixmac è GIO8710 . Saluti a presto.
Ciao Giorgio alla prossima!

12a edizione del Giro Lago di Resia i bocca al lupo a tutti i miei amici runner che possono Correrla


Ho avuto modo di correre per ben tre volte questa splendida gara organizzata in maniera esemplare e corsa in uno scenario veramente suggestivo .


Il Giro Lago di Resia è la gara podistica più frequentata dell' Alto Adige!
Il percorso intorno al lago di Resia, a quota 1500 m, è lungo 15,3 km ed offre uno scenario fantastico. La vista sull' Ortles e sulle catene montuose circostanti offrono la vista di un paesaggio indimenticabile. La gara è una tappa obbligatoria per i podisti ambiziosi ed amanti delle distanze medie, ma è adatta anche per corridori occasionali. 
Vi possono partecipare gli amanti della Handbike e del Nordic Walking. 
Sono presenti anche percorsi per ragazzi e la lunghezza di questi é legata all' etá. 
Esiste anche un percorso specifico, dedicato alle autoritá politiche ed amministrative. Il percorso in questo caso é di 1,2 km intorno al famoso campanile nell'acqua. 
Novitá: corsa JUST FOR FUN, la gara non competitiva, che dá la possibilità di partecipare senza misurazione cronometrica ufficiale e senza l'obbligo del certificato medico. Un vasto programma ne fa dell' evento una vera festa. 

Saremo lieti di accogliervi alla 12a edizione del Giro Lago di Resia, che si terrà il 30 luglio 2011!

Il comitato organizzatore e l`ASV Rennerclub Vinschgau Raiffeisen

Eroi nostrani "nascosti" Ermanno Salvaterra, l'impresa sfuma

VAL RENDENA. Un maltempo come raramente aveva visto nella sua carriera di alpinista. Telefonando a casa, Ermanno Salvaterra ha descritto così la rinuncia all'impresa programmata con quattro compagni sull'inviolata cresta nord del Latok I, picco di 7.145 metri che svetta nel Karakorum pakistano. Salvaterra era partito a inizio giugno con Andrea Sarchi, Cege Ravaschietto, Marco Majori e Bruno Mottini. Ieri il gruppo era atteso al rientro all'aeroporto di Milano. Come ha riferito Montagna.Tv citando a sua volta il sito dello Sport militare alpino (al seguito di Majori, in forza al Centro sportivo Esercito di Courmayeur), il team di Salvaterra era riuscito a superare le principali difficoltà su roccia e aveva organizzato un campo rifornito con scorte di cibo. A quel punto, si trattava di affrontare un canale di ghiaccio e misto, un passaggio particolarmente complicato lungo la cresta nord, un punto che ha respinto gli alpinisti italiani come aveva respinto altre spedizioni e personaggi di primo piano affacciatisi su questo itinerario. Il Latok è stato fin qui salito soltanto una volta, nel 1979, quando a conquistarlo lungo il versante meridionale è stato un gruppo giapponese. La sua cresta nord è stata obiettivo di decine di tentativi, tutti conclusi senza il successo finale. Dopo aver respinto anche Salvaterra e i suoi, sulla parete resiste il "record" segnato 33 anni fa da Jim Donini, Michael Kennedy, Jeff e George Lowe, capaci di raggiungere quota 7000 in una "battaglia" durata 26 giorni. Il team italiano ha toccato nei giorni scorsi i 5300 metri di quota e, dopo sei giornate di tentativi e due diversi approcci alla parete, è stato costretto a rientrare al campo base. Il maltempo ha bersagliato i cinque alpinisti, innescando tra l'altro una serie di slavine che hanno reso la montagna molto pericolosa. Le continue precipitazioni hanno battuto la zona, accumulando altra neve e moltiplicando i rischi di distacchi. La decisione di rinunciare, a questo punto, è stata inevitabile, ma, prima di fare i bagagli per casa, il gruppo italiano ha individuato un altro obiettivo e ha avuto la determinazione e la forza di centrarlo, salendo una via di 600 metri di sviluppo, con difficoltà fino al grado 7a. Alla nord del Latok I ci sarà tempo per ripensare in futuro. Intanto, la cresta allunga la serie delle imprese non portate a termine e intensifica il proprio sapore misterioso e leggendario. Quella organizzata da Salvaterra, Ravaschietto, Sarchi, Majori e Mottini era già stata definita "la sfida dell'anno": alla fine, ha vinto il maltempo .


CHI SONO Sono nato a Pinzolo il 21 gennaio 1955 ed ora risiedo nel Comune piu' piccolo del Trentino, Massimeno. La mia famiglia ha gestito il Rifugio XII Apostoli dal 1948 al 2007 e quindi, gia' in tenera eta', mi trovo a trascorrere l'estate in montagna a 2500 metri di quota. Sara' proprio per questo motivo che l'istinto infantile mi portera' ad arrampicarmi sulle rocce circostanti il rifugio. All'eta' di 11 anni faccio in cordata la mia prima vera scalata alle Torri d'Agola. I periodi che passo al rifugio sono sempre piu' lunghi fino a trascorrervi l'intera estate. In tutti i momenti possibili mi dedico alle mie piccole arrampicate. D'inverno vado a scuola e faccio gare di sci e d'estate lavoro al rifugio ed arrampico. A 20 anni divento Maestro di Sci e la mia passione per l'arrampicata e la montagna e' in continuo aumento e percio' comincio ad allenarmi assiduamente. Nel 1979 divento Guida Alpina. Inizia anche il periodo delle arrampicate solitarie in montagna. Nel 1980 esco per la prima volta dall'Europa verso gli Stati Uniti per conoscere altre realta' dell'arrampicata. Girovago per il Colorado e la California per tre mesi. Nel 1981 si comincia a parlare di Patagonia con gli amici e nel 1982 ci troviamo insieme fra quelle montagne. Riusciremo a raggiungere il compressore che si trova a 50 metri dalla vetta del Cerro Torre lungo la Via Maestri. L'anno successivo insieme a Maurizio Giarolli saro' in cima al Cerro Torre. Poco piu' tardi verremo raggiunti da Elio Orlandi ed insieme saliremo anche il Fitz Roy, l'Aguillaumet ed il Poincenot. L'anno dopo e' la volta dell'Himalaya. L'obiettivo e' il Makalu m 8465. Raggiungero' solamente la quota di 7000 metri. Nel 1986, tanto per provare un'esperienza nuova, per provare l'emozione della velocita' sugli sci, inizio a partecipare a qualche gara di Kilometro Lanciato. Dal 1988 con 211.640 chilometri all'ora rimango recordman italiano per 5 anni. Ma il fascino della Patagonia ha il sopravvento e nel 1985 saliamo il Cerro Torre in inverno rimanendo 11 giorni in parete. Nel corso dell'invernale al Torre faccio anche la prima esperienza come cine operatore realizzando un documentario per la trasmissione Jonathan condotta da Ambrogio Fogar. Vivo nuove esperienze in Alaska, all'Isola di Baffin ed ancora in California, ma il richiamo della Patagonia e' sempre forte, tanto da effettuare fino ad oggi 25 spedizioni in quelle terre. Compio molte salite Patagoniche, rivolte soprattutto alla piu' bella montagna del mondo: il Cerro Torre. Una via nuova sulla parete sud, una variante diretta alla via de compressore, una nuova via alla parete est e la nuova via sulla linea che Cesare Maestri disse di aver percorso nel '59 con Toni Egger. Nel corso di questi anni ho girato 15 filmati, dapprima in 16mm e poi in video, che oltre a girare il mondo partecipando a Festival, uso per tenere serate o conferenze in Italia e all'estero.

La mia passione per le Dolomiti di Brenta e per la Patagonia continua.

venerdì 29 luglio 2011

Tremonti: non ho bisogno di rubare...... Per foza hai già rubato abbastanza


NON HO PAROLE PER COMMENTARE QUESTI "EPISODI"  IN QUESTI MOMENTI IN QUI LA GENTE FATICA AD ARRIVARE A METà DICO A METà MESE ......VERGOGNA

"Nessun nero e nessuna irregolarità. Solo errori". Giulio Tremonti scrive al Corriere della Sera per rispondere alle domande di Sergio Romano sullo scandalo Milanese ma parla più da commercialista che da politico. E non sgombra le ombre sulla questione morale che grava sulla testa sua e del suo ex consigliere. La casa romana di via Campo Marzio da 1.000 euro a settimana, pagati in contanti, era regolata da un "rapporto tra privati cittadini" per cui "non era infatti dovuta l'emissione di fattura o vietata la forma di pagamento". Quei 4mila euro al mese erano dunque "una somma a titolo di contributo, pagata via via per ciascuna settimana e calcolata in base alla mia tariffa giornaliera di ospitalità alberghiera. Come facevo prima e come ora appunto faccio ogni settimana in albergo". Ecco perché dunque si deve parlare, secondo il ministro dell'Economia, di "errori e non di illeciti". L'errore più grande è stato quello di "non aver lasciato prima l'immobile. L'ho fatto in buona fede, ma sarebbe stato senza dubbio più opportuno dato che proprio questo è ora causa di speculazioni che avrei potuto e dovuto evitare".

La grana caserma - Tremonti si fa i conti in tasca ("Dal 2001 prima, e poi dal 2008, ricevo in contanti, in modo perfettamente lecito ed ufficialmente registrato il mio compenso da ministro, pari a circa 2.390 euro al mese. Rispetto ai circa 4.000 euro mensili, la differenza risulta così pari a circa 400 euro a settimana, a circa 1.600 euro al mese. Inspiegabile, impossibile, come facevo a disporne?") ma il botto lo riserva a Massimo Giannini, su Repubblica. Prima di trasferirsi da Milanese, il ministro abitava in una caserma della Guardia di Finanza o in albergo. "Ho accettato l'offera di Milanese perché in caserma non mi sentivo tranquillo. Ero spiato, controllato, pedinato". Questioni di privacy, dunque. L'impressione che rimane è che, volendo chiudere un fronte, Tremonti ne abbia aperto un altro, clamoroso.

"Non frego gli italiani" - La difesa di Tremonti prosegue anche a Unomattina, dove entra un po' più nello specifico dell'inchiesta su Milanese. "Se ci sono stati illeciti la magistratura procederà, se ci sono appalti illeciti commissariamo tutto, è stata già commissariata una società". Ma l'arma preferita rimane sempre l'ironia, come quella usata giovedì quando aveva detto di "dato le dimissioni da inquilino". "Di avere casa a Roma non me ne può fregare di meno; non frequento i salotti e non faccio vita sociale romana", ha spiegato davanti alle telecamere di Raiuno. E sui pagamenti a Milanese, puntualizza: "Io prima di fare il ministro dichiaravo al fisco 5 milioni, 10 miliardi di vecchie lire all'anno. Devo dire che do in beneficenza più di quanto prendo come parlamentare. Non ho bisogno avere illeciti favori, di fregare i soldi agli italiani".

"Guardate Cetto" - Il ministro ha parlato anche della situazione economico-finanziaria. Nessun appunto alla Deutsche Bank che giovedì ha venduto una grande quantità di titoli di stato italiani (Romano Prodi ha definito l'operazione un "suicidio, la fine della politica della solidarietà", mentre Tremonti ha preferito "non fare polemiche" con la Germania), una stoccata alla sinistra delle tasse (la patrimoniale è "una follia, un errore") e una riflessione sulla crisi: "Si può e si deve andare avanti. Bisogna fare di più, più in fretta essere più convincenti". E sui tagli, Giulio fa di nuovo l'umorista. "Se uno va a vedere le sedi delle Regioni non ha l'impressione della sofferenza economica". Rischiano i Comuni: "8.000 sono troppi, dobbiamo accorpare il più possibile". Insomma, la spesa pubblica si deve ridurre. Dove e come? "Guardate Qualunquemente (il film di Antonio Albanese incentrato sul personaggio di Cetto La Qualunque, ndr)".

Nikon D3100 Action Footage Test - Chicago Marathon 2010

Perché tenere d’occhio il Kosovo


Ieri sera ci sono stati scontri al confine con la Serbia: le vecchie tensioni per il passaggio delle merci hanno superato il livello di guardia

La tensione tra Serbia e Kosovo è tornata pericolosamente a salire negli ultimi giorni. Ieri sera alcune unità speciali della polizia kosovara hanno bloccato i checkpoint al confine tra i due paesi per impedire il passaggio di camion carichi di prodotti provenienti dalla Serbia. L’intervento ha scatenato una serie di scontri con la popolazione locale e un poliziotto kosovaro è rimasto lievemente ferito durante uno scontro a fuoco. Ne parla l’Economist.
L’incidente sembra essere stato innescato da una disputa sugli scambi commerciali che avvengono lungo il confine. Dalla fine della guerra il Kosovo non ha mai potuto esportare i propri prodotti passando per la Serbia, che non riconoscendo l’indipendenza del Kosovo si è sempre rifiutata di accettare merce bollata con francobolli con scritto “Repubblica del Kosovo”. Al contrario, però, la Serbia ha sempre esportato grosse quantità di prodotti attraverso il confine kosovaro. Fino a quando lo scorso 20 luglio il Kosovo ha stabilito un divieto ufficiale d’ingresso per i prodotti provenienti dalla Serbia, in nome di una reciprocità di trattamento.
Le principali merci che vengono esportate dalla Serbia attraverso il Kosovo sono alimenti e materiali da costruzione. Il mercato del Kosovo è fondamentale per la Serbia perché assorbe una fetta importante delle sue esportazioni, che nel 2010 hanno ammontato a 391 milioni di dollari. Il Kosovo può invece fare a meno dell’importazione di prodotti serbi e rifornirsi attraverso la Macedonia. Il blocco del confine è stato quindi un enorme shock per la Serbia, scrive l’Economist, che evidentemente non si era mai resa conto di quanto fosse dipendente dal paese che di cui ancora non vuole riconoscere l’indipendenza.

Demolizione ex ospedale di Mezzolombardo !! Un servizio essenziale , quali prospettive???

La mattina del 26 gennaio 2010 l’ospedale San Giovanni di Mezzolombardo veniva evacuato in tutta fretta. I pazienti ricoverati furono trasferiti presso gli ospedali di Trento e Cles. I risultati dei sopralluoghi effettuati in precedenza dai tecnici provinciali, parlavano di pericolo incombente per possibili cedimenti strutturali. Fu un fulmine a ciel sereno: medici, personale sanitario ma soprattutto la popolazione residente e tutti coloro che gravitavano attorno alla struttura ospedaliera vissero quei giorni nell’incertezza e nella preoccupazione, convinti che l’ospedale periferico non sarebbe stato più riorganizzato. I pessimisti gridarono addirittura al complotto, convinti che dopo anni di battaglie per la riqualificazione e il mantenimento delle piccole realtà sanitarie, gli interessi politici avessero prevalso su quelli delle comunità periferiche.

Ad un anno di distanza la situazione è radicalmente cambiata, lasciando ben sperare per il futuro. Già le settimane successive alla chiusura l’assessore alla salute Ugo Rossi, le amministrazioni comunali rotaliane e i vertici dell’azienda sanitaria provinciale rassicurarono circa le sorti del San Giovanni, impegnandosi pubblicamente per la riconversione.

Oggi il vecchio edificio è in fase di demolizione e sono stati già stabiliti i tempi, deliberati i costi e previste le funzioni del nuovo presidio ospedaliero che verrà inaugurato nella primavera 2013. “Un atto dovuto verso tutti i pazienti che costituiscono il bacino d’utenza del San Giovanni – ricorda Ugo Rossi – verso i quali ci siamo sin da subito impegnati affinché il disagio sopportato fosse assolutamente temporaneo. Gli ospedali di Cles e Trento hanno istituito delle corsie preferenziali per i pazienti provenienti dalla piana rotaliana, garantendo tempi certi e prestazioni efficaci”.

Tra i criteri adottati per la riqualificazione le parole d’ordine sono “efficienza ed economicità”, al fine di evitare sovrapposizioni con servizi già presenti, soddisfare le necessità della popolazione e offrire la maggiore integrazione possibile con altri servizi offerti dal territorio. Si parla infatti di “country hospital”, ospedale di comunità, una realtà nella quale i medici di famiglia e i servizi di assistenza alla persona sparsi sul territorio, rivestano un ruolo chiave in un’ottica sinergica. La nuova struttura si qualificherà per l’implementazione di servizi innovativi quali il centro per i disturbi del comportamento alimentare, oltre al potenziamento dei servizi precedentemente offerti come l’hospice, l’ambulatorio medico d’urgenza, la radiodiagnostica oltre a tutte le attività specialistiche ambulatoriali a partire dalla cardiologia, che da gennaio 2011 ha visto un potenziamento nell’offerta di prestazioni con la possibilità di effettuare esami specifici e visite di controllo prenotando al cup provincialeE' iniziata ieri la smobilitazione dell'ospedale di Mezzolombardo, anche se per ora mica si vede. Trasformato in cantiere con tanto di reti rosse a tenere lontani i passanti, l'ormai ex ospedale ieri ospitava elettricisti e altri operai intenti a disattivare le linee e mettere in sicurezza impianti e sottoservizi, operazione necessaria e preliminare rispetto alla demolizione fisica degli edifici. Ieri c'è stato anche un sopralluogo di tecnici e responsabili politici sul posto, in vista appunto dell'ora x in cui l'ospedale sarà raso al suolo per far posto quanto prima alla ricostruzione con criteri moderni e coerenti con le linee impostate dall'azienda provinciale per i servizi sanitari. A occuparsi di questa partita finale non è tanto l'Apss quanto la Provincia Autonoma con il superdirigente De Col..A sentir parlare di nuovo ospedale (come ieri su questo giornale la sindaco di Mezzolombardo Helfer) il consigliere provinciale Rodolfo Borga (ex sindaco del paese) diventa nervoso: «Sul "nuovo San Giovanni" è in atto una mistificazione vergognosa. L'ha detto a chiare lettere anche l'assessore Ugo Rossi: non sarà un nuovo presidio ospedaliero, bensì un presidio sanitario, che è cosa ben diversa da un nuovo ospedale per sostituire la vecchia struttura». Mentre sono in corso i lavori per la demolizione e le procedure per la ricostruzione del nuovo polo sanitario, Borga vuole togliersi alcuni sassolini dalla scarpa: «Con l'eliminazione di riabilitazione cardiologica, che finirà a Pergine, Mezzolombardo subisce una grave perdita, anche dal punto di vista dell'indotto visto che il reparto serviva tutta la Provincia. Saranno i cittadini a decidere se la sostituzione di riabilitazione cardiologica e medicina con attività ambulatoriali equivale a fare un nuovo ospedale. Di certo c'è che l'immobile verrà ricostruito (e ci mancherebbe altro) ma intanto faccio notare che la Provincia ha deciso di abbattere anche il punto di primo intervento (che poteva essere risparmiato) collocando il servizio attuale in una sistemazione che definire precaria è poco». E poi l'attacco al Comune: «E' sconfortante vedere gli amministratori locali che non solo non sono in grado di evitare quello che è accaduto, ma che addirittura aderiscono con entusiasmo alle decisioni della giunta»
Coppia "storica" evacuata 

Parte appena ristrutturata
Entrata Ospedale

Elogio alla Natura

giovedì 28 luglio 2011

Trento la città più eco-compatibile


TRENTO. E' Trento la regina dell'eco-compatibilità. Lo afferma il rapporto "Indicatori ambientali urbani" dell'Istat, che ha elaborato una classifica basata su una sintesi di tutti i principali indicatori di "cause generatrici di pressioni ambientali" e di risposte da parte delle autorità. L'anno di riferimento è il 2010. Il Comune di Trento raggiunge un indice di 7,1, lo stesso dell'anno precedente. Si conferma il podio, con Venezia, Bologna e Foggia ad occupare le posizioni di vertice. I comuni di Enna, Catania, Olbia e Siracusa si collocano invece in fondo alla classifica, con valori di poco sopra il 3,5.

Rifiuti. A livello nazionale, la raccolta dei rifiuti urbani è pari a 609,5 chili per abitante, in aumento dello 0,9% rispetto al 2009 dopo un triennio di andamento decrescente. Trento registra 516,1 chili, in calo rispetto ai 530,6 precedenti. In Italia, la quota percentuale della raccolta differenziata, sul totale dei rifiuti urbani, è pari a 31,7%, in aumento di 1,4 punti percentuali sull'anno precedente. La nostra città è 13ª, con il 61,2. In testa Pordenone (78,6), seguita da Novara e Carbonia. In coda tre capoluoghi siciliani: Messina, Siracusa ed Enna, ferma all'1,2%.

Acqua. Il consumo pro capite di acqua per uso domestico è pari a 66,7 metri cubi per abitante, in diminuzione dell'1,9% rispetto al 2009. Prosegue, dunque, la contrazione dei consumi di acqua che ha caratterizzato gli ultimi nove anni. Trento è quota 59,2, stesso valore del 2009.

Smog. Per ciò che concerne l'inquinamento atmosferico, su scala nazionale continua a diminuire il numero medio di giorni in cui si è registrato il superamento del valore limite per la protezione della salute umana dal Pm10 (44,6 giorni), quasi dieci giorni in meno rispetto al 2009 (54,1). I dati dell'Appa dicono che a Trento nel 2010 i superamenti sono stati 33, di poco al di sotto del limite di 35. Le centraline fisse di monitoraggio sono mediamente 2,1 per 100 mila abitanti. Da noi 1,7, come nel 2009.Gas. Su scala nazionale, in aumento del 4,7% risultano i consumi pro capite di gas per uso domestico e riscaldamento rispetto all'anno precedente, mentre sono solo in leggera diminuzione (-0,3%) quelli di energia elettrica per uso domestico. Non è però disponibile il dato locale.

Rumore. Trento è fra i nove comuni capoluogo che nel 2010 hanno incrementato o effettuato per la prima volta interventi di bonifica da rumore con asfalto fonoassorbente. In particolare la nostra città è passata dagli 1,7 chilometri asfaltati per 10 mila di superficie comunale del 2008 ai 3,3 del 2009 fino ai 3,4 del 2010.

Trasporti. I mezzi pubblici dei comuni capoluogo di provincia hanno trasportato complessivamente 228,6 viaggiatori per abitante, con un aumento dello 0,6% rispetto al 2009. Il dato di Trento non è disponibile. C'è invece quello relativo al numero di motocicli per mille abitanti. In città siamo passati da 92,2 a 94,8. La media italiana è di 130,7.

Verde. Ogni abitante dei 116 capoluoghi di provincia dispone di 106,4 metri quadrati di verde a gestione pubblica. Rispetto alla disponibilità del 2000 sono disponibili 3,1 mq in più per ogni abitante. A Trento siamo saliti da 209,6 a 210,4.

Energia solare. Aumenta l'utilizzo di pannelli fotovoltaici installati su edifici comunali: la potenza media, arrivata nel 2010 a 1,1 kw ogni 1000 abitanti, ha registrato un incremento del 114,9% sul 2009. Non disponibile il dato locale.

Densità abitativa. A livello nazionale la densità della popolazione è di 876,1 abitanti per Km quadrato. A Trento siamo saliti da 727,4 a 733,9.

Eccolo......di nuovo.

Finalmente...... dopo 7giorni di ospedale e 9 di riposo forzato a casa oggi sono uscito per andare al lavoro . Un fermo obbligato che devo dire mi ha fatto più male a livello mentale che a livello fisico.Ieri mi sono sottoposto ad una visita/consulenza dal Dott. Moscolo Fabio neurochirurgo dell' ospedale S.Chiara di Trento. Questa è stata la sua diagnosi finale:

Paziente vittima di frequenti episodi di lombalgia a risoluzione spontanea. Non vi sono  irradiazioni agli arti inferiori. Gli eccessi hanno una risoluzione spontanea.
Non è la mia ma è nello stesso posto
RM lombosacrale (): presenza di iniziale discopatia L2-L4 con minuta ernia discale L2-L3 espulsa migrata verso l'alto senza alcun segno di conflitto radicolare.
E.O.N Mantiene Mingazzini II. Non deficit motori agli arti inferiori .ROT normoevocabili i patellari e gli achillei. Lesegue - Wasserman non Babinski , non Clono . Distanza indice pavimento 10 cm. Deambulazione autonoma con marcia possibile su punte e talloni. Sfinteri controllati.
Al momento non vi sono indicazioni neurochirurgiche in atto . si consiglia la prosecuzione del programma fisiatrico che andrà continuato a domicilio .


In pale attuali role povere penso di essere stato abbastanza fortunato per il semplice fatto che l'ernia si trova in  una posizione che è abbastanza "COMODA", previo che mantenga le attuali dimensioni. L' inca cosa che il Doc. mi ha imposto è quella di ; riprendere la mia attività sia sportiva che lavorativa con calma e gradualità , evitare di corre in discesa,(solo VERTICAL,niente SKY)andare in bici, preferibilmente Mtb per via della posizione e per finire devo impormi di fare tutti i giorni almeno 10/15 min.di ginnastica posturale e di tanto in tanto farmi un seduta dal fisioterapista. Tutto questo dovrebbe teoricamente tenermi lontano da grossi infortuni, anche se mi ha assicurato che prima o poi......
Purtroppo devo dare addio al mio Progetto/Sogno della Maddalenesky ,dovrò pensare ad un' altro regalo da farmi per il mio 40mo compleanno. Mi dispiace veramente anche  perchè insieme a GIANCARLO NICK e ALESSIO mi ero buttato anima e corpo nella preparazione di questa difficile gara.
Ora mi sono ripromesso di seguire i consigli che mi sono stati dati e mi auguro che al più presto possa ritornare a "ZOMPETTARE" sulle mie beneamate Montagne, che mi hanno regalato e sono sicuro che sono pronte a regalarmi ancora tante tante emozioni.
Voglio ringraziare infine tutti coloro i quali mi son stati vicini in questi momenti che per me vi assicuro sono stati veramente difficili.
Ora vi saluto e vi auguro buono Sport ... ciaooo

mercoledì 27 luglio 2011

Convivere con l'Orso Bruno si può ?








Nel 1999 per salvare il piccolo nucleo di orsi sopravvissuti da un’ormai inevitabile estinzione, il Parco Adamello Brenta con la Provincia Autonoma di Trento e l’Istituto Nazionale della Fauna Selvatica, usufruendo di un finanziamento dell’Unione Europea, ha dato avvio al progetto Life Ursus finalizzato alla ricostituzione di un nucleo vitale di orsi nelle Alpi Centrali tramite il rilascio di alcuni individui provenienti dalla Slovenia.


L’ORSO BRUNO E’ PERICOLOSO?
L’immagine dell’orso è normalmente positiva anche per il fatto che molti di noi, nell’infanzia, hanno avuto il proprio orsacchiotto da stringere, hanno ascoltato canzoni, favole e storie sull’orso “buono”.
Effettivamente non è un animale aggressivo, anche se la grossa mole e la forza fisica lo rendono potenzialmente capace di ferire o uccidere una persona; gli attacchi (rarissimi) non sono comunque mai il risultato di un comportamento predatorio, ma piuttosto di autodifesa. E’ dunque fondamentale conoscere le sue abitudini e il suo comportamento per evitare inutili situazioni rischiose.


La casistica.
In Italia, nelle Alpi e negli Appennini, non sono documentate aggressioni deliberate nei confronti dell’ uomo negli ultimi 150 anni.
Uno studio scandinavo basato su numerose documentazioni e testimonianze, ha evidenziato che in Svezia la penultima vittima di un attacco risale a più un centinaio di anni fa, un cacciatore di orsi attaccato da un individuo ferito, mentre l'ultima è del 2004, anche in questo caso un cacciatore. In Norvegia l’ultima vittima risale al 1906, quando un giovane pastore sorprese un orso ad una carcassa. Più di recente, tra il 1976 e 1995, ci sono stati 21 incontri, con 7 feriti: di questi, 6 erano situazioni di caccia e in un caso fu coinvolta una femmina con i piccoli. Ancora, nel 1998, si è registrato in Finlandia un incidente mortale occorso ad un uomo mentre faceva footing.
Nel Progetto Scandinavo sull’Orso bruno, sono stati documentati negli ultimi 15 anni in Svezia (popolata da circa 3.000 orsi) 114 incontri, nella maggior parte dei quali l'animale è scomparso, senza attacco alcuno, appena percepita la presenza umana
In Russia, in uno studio specifico, sono stati documentati 704 incontri negli ultimi anni; nessuno di questi ha implicato aggressività o ferimenti. Da ultimo nel 2010, si è registrato un incidente mortale nella parte nord occidentale del Paese.
In Romania invece il dato è in controtendenza; si registrano infatti diversi casi di aggressione e anche alcuni decessi. In questo Paese l'orso è specie cacciabile e quindi viene tenuto artificialmente a densità altissime, viene cacciato e molti degli incidenti sono riconducibili all'attività venatoria. Inoltre molti orsi sono stati allevati in cattività (senza quindi nessun timore per l'uomo) e successivamente immessi in natura. Ancora, in Romania la comunicazione e l'informazione sull'orso sono ancora molto carenti. Infine va registrato che spesso gli orsi vengono alimentati artificialmente anche nelle periferie di alcune grandi città (Brasov) al fine di essere osservati, fotografati e filmati, ed anche questo è fonte di pericolo per l'uomo.
Un altro studio, in Austria, dove è stata realizzata una immissione di orsi sloveni, tra il 1989 e il 1996, ha registrato 516 casi di incontro, tra cui 5 “falsi attacchi”, ma senza alcuna conseguenza.


Quando l’orso può essere pericoloso.
L’orso bruno non è pericoloso se non in rare e particolari condizioni:
1.esemplari feriti
2.femmine con i cuccioli
3.esemplari sorpresi su carcasse o altre fonti di cibo
4.esemplari sorpresi all’improvviso, spaventati
5.esemplari disturbati in tana
6.in generale, esemplari molto confidenti con l’uomo.


E’ importante ricordare che è assolutamente negativo e pericoloso sia per l’uomo che per l’orso cercare di attirare quest’ultimo con esche alimentari allo scopo di osservarlo, fotografarlo o filmarlo. Questa pratica è vietata dalla legge e come tale sanzionabile. Con questa pratica il plantigrado perde il timore nei confronti dell’uomo, associando anzi la presenza umana alla possibilità di reperire cibo in modo facile. In rari casi succede anche che questi comportamenti siano effettuati in buona fede, nella convinzione di “aiutare” gli orsi. Deve essere chiaro invece che alla lunga questi atteggiamenti finiranno col nuocere gravemente sia al singolo animale sia alla popolazione intera. Un orso che perda il timore verso l’uomo, che si avvicini a fonte di cibo di origine antropica mostrando una sorta di dipendenza, alla lunga verrà catturato e rinchiuso in cattività, nella migliore delle ipotesi, o addirittura abbattuto.


Solo un po’ di attenzione.
L’orso è per natura un animale cauto e diffidente, specialmente con l’uomo, suo principale nemico. Quando lo incontra si comporta solitamente in modo schivo e timoroso e, come la gran parte degli animali selvatici, preferisce evitarlo. L’orso non attacca, se non è in qualche modo provocato. Bastano dunque poche semplici norme di comportamento per ridurre al minimo i già di per se improbabili rischi di aggressione.


Se lo si incontra a breve distanza.
Stare calmi e non allarmare l’orso gridando o facendo movimenti bruschi.
Parlare a voce alta. Se l’orso si alza in piedi e annusa è solo per identificare meglio ciò che lo circonda, non è un segno di aggressività!
Se opportuno, tornare indietro lentamente, non correre. La corsa può indurre un inseguimento, come succede spesso con i cani.
Lasciare sempre all’orso una via di fuga.«Incontrarci è molto difficile: siamo in pochi e molto timidi; per tale motivo tendiamo ad evitare gli incontri con l’uomo, scappando o nascondendoci.


Nonostante questo, ricordati che siamo animali di grandi dimensioni e, pur essendo di indole molto pacifica, quando ci spaventiamo possiamo reagire per autodifesa.

Se vuoi rendere ancora più difficile l’incontro, ci puoi avvertire con una camminata “rumorosa”: muoviti calpestando foglie e rami secchi o fai altri piccoli rumori. Grida e schiamazzi sono inutili e irrispettosi verso gli altri abitanti del bosco». Seguendo alcuni semplici consigli, il bosco sarà abbastanza grande per tutti!
vignetta delle impronte dell'orso Osvaldo

Se ti imbatti nelle mie tracce, osservale e fotografale ma non seguirle: rischi di spaventarmi!
vignetta dell'orso Osvaldo che rovista tra i rifiuti

Non lasciare rifiuti nel bosco o in prossimità di case isolate, nemmeno se si tratta di resti di cibo: ho sempre fame e, mentre sto mangiando, non voglio essere disturbato!
vignetta dell'orso Osvaldo che fa il bagno

Se mi avvisti in lontananza, osservami pure, ma senza tentare di avvicinarti!
vignetta dell'orso Osvaldo che guarda un uomo disteso
Se ci incontriamo nel bosco, non fare movimenti veloci, o a scatti, perché questi per me sono segnali d’attacco, così come lo è il gridare a squarciagola. Torna invece sui tuoi passi, lasciandomi una via di fuga.
vignetta di uomo che fotografa cucciolo di orso

Se ti imbatti in un mio cucciolo, non avvicinarti per osservarlo da vicino, ma allontanati con cautela, ritornando sui tuoi passi.
vignetta dell'orso Osvaldo spaventato da un cane
 Tieni il cane sempre al guinzaglio. Questa regola, che nel bosco deve essere sempre rispettata per evitare di arrecare disturbo alla fauna, diventa particolarmente utile laddove noi orsi siamo di casa

Incontri uomini-orsi

Con lo scopo di approfondire le conoscenze sull’etologia dell’orso, e in particolare sui comportamenti che esso assume quando incontra l’uomo, nel 2007 è stata avviata un’indagine condotta mediante la somministrazione di un questionario a chiunque avesse incontrato casualmente l’orso.
Lo scopo ultimo della ricerca è quello di favorire la convivenza delle due specie, dimostrando, attraverso numerose esperienze dirette, che l’orso non è un animale aggressivo. Inoltre questo studio si propone di indagare i cambiamenti che un incontro con l’orso può portare nell’uomo dal punto di vista emotivo, cioè le eventuali modifiche che l’esperienza diretta induce nello stato d’animo delle persone favorevoli o contrarie alla presenza del plantigrado. Da ultimo, si vogliono raccogliere testimonianze di incontri “straordinari”, che possano confluire in racconti utili a dimostrare come trovarsi faccia a faccia con l’orso possa essere un’esperienza intensa ed emozionante.

martedì 26 luglio 2011

Il leghista Mario Borghezio difende le posizioni dell'attentatore......"Al netto della violenza, sono sicuramente condivisibili". "Sacrosanta la necessità di una crociata", dice l'eurodeputato

 M
ario Borghezio è uno specialista nel creare polveroni. L'ultima trovata, rischiosissima, dell'eurodeputato della Lega Nord è quella di trovare qualche cosa di positivo in Anders Behring Breiviklo psicopatico 32enne norvegese autore della strage di Utoya di venerdì scorso. "Buone idee, in qualche caso ottime", ha commentato con discreta dose di coraggio Borghezio in collegamento telefonico a La Zanzara, su Radio24. Il fanatico cristiano, avversorde di Islam e marxismo, avrebbe in sostanza soltanto sbagliato il "modo" della sua protesta. Ma condurre la crociata contro gli islamici, sottolinea Borghezio, "è sacrosanto". Il problema, per il leghista, è che forse dietro alla carneficina di Oslo e Utoya c'è un complotto ordito da chi vuole gettare discredito sulle posizioni anti-europeiste e anti-islamiche. "Idee che vanno comunque difese".


Fuoco amico - Questa volta la provocazione-rivelazione è troppo pesante e i distinguo arrivano, per primi dalla Lega. "Farneticazioni", ha bollato le sue parole il ministro per la Semplificazione, il leghista Roberto Calderoli. "Condivido quello che ha detto Calderoli", ha tagliato corto il ministro dell'Interno Roberto Maroni. "Ci dissociamo", precisano imbarazzati i parlamentari veneti del Carroccio. E anche Carlo Giovanardi, del Pdl, parte in quarta: "Nella vana speranza di vedere Mario Borghezio dimettersi da parlamentare europeo e vergognarsi delle sue deliranti affermazioni, è troppo chiedere agli amici della Lega la sua espulsione dal movimento per indegnità?".

"Barbarie" - Da sinistra è il prevedibile fuoco di fila. "Borghezio è da ricovero", esclamaAlessandro Pignatiello dei Comunisti italiani. Per il capogruppo alla Camera di Idv,Massimo Donadi, "se c'è qualcuno di buon senso nella Lega ha il dovere di intervenire per fermare i deliri carichi di violenza, d'odio e di fondamentalismo di Borghezio". "Quelle parole sono il segno che si sta oltrepassando la linea rossa non solo della democrazia, ma anche della civiltà. Esse sono anche il sigillo di una politica che da anni calpesta i valori fondamentali della nostra società, con conseguenze sempre più imprevedibili", comunicano i capidelegazione al Parlamento europeo di Pd e Idv David Sassoli e Niccolò Rinaldi. Per Paola Concia (Pd) "è agghiacciante che proprio nel giorno in cui si vota alla Camera la legge contro l'omofobia e la transfobia, che mira a creare gli anticorpi contro l'intolleranza, Borghezio si lasci andare a dichiarazioni barbariche e indegne".

Controreplica - Borghezio, però, si ributta nella mischia tirando in ballo anche Oriana Fallaci, la paladina della 'resistenza' alla deriva 'debole' del pensiero occidentale di fronte all'arrembaggio culturale islamico.  "Spiace sentir qualificare come 'farneticazioni' le stesse idee forti, sulla realtà del pericolo islamista che, ovviamente al netto della violenza e più che mai di quella contro persone innocenti come le vittime della strage di Oslo, per non fare che un solo straordinario esempio, persone coraggiose e lungimiranti come Oriana Fallaci hanno espresso con grande chiarezza". Chiusura in grande stile, affidata ad Alessandro Manzoni: "Ma, come affermava giustamente Don Abbondio - prosegue Borghezio - Il coraggio, chi non ce l'ha, non se lo può dare". Quindi la domanda sibillina: "A chi giova questa strage? Forse proprio a quelli che hanno interesse a criminalizzare, attraverso il gesto di un folle, queste idee?". 

STANNO TUTTI BENE

Stanno tutti beneTitolo originale: Everybody’s fine
Nazione: Italia, USA
Anno: 2009
Genere: drammatico
Durata: 1h39m
Regia: Kirk Jones
Sceneggiatura: Kirk Jones
Fotografia: Henry Braham
Musiche: Dario Marianelli
Cast: Robert De Niro, Kate Beckinsale, Sam Rockwell, Drew Barrymore, Lucian Maisel, Damian Young, James Frain, Melissa Leo, Katherine Moennig, Brendan Sexton III, James Murtaugh, Austin Lysy


Trama
Frank Goode ha trascorso tutta la vita lavorando in una fabbrica di cavi in modo da non far mancare mai nulla alla sua famiglia. In pensione e da poco rimasto vedovo, si rende conto però di aver trascurato i suoi figli e decide così di radunarli per un barbecue. Tuttavia tutti si dileguano trovando scuse banali. Nonostante il divieto del medico, Frank decide di fare la valigia e partire per un viaggio attraverso gli Stati Uniti, con l’intenzione di fare una sorpresa ad ognuno dei suoi figli.

Recensione
Remake made in USA dell’omonimo film di Giuseppe Tornatore, bello ma poco noto ai più, “Stanno tutti bene” è una commedia agrodolce diretta dal regista Kirk Jones, autore del meraviglioso “Svegliati Ned”. Pur se meno triste dell’originale, il film conserva l’aria malinconica dettata dalla solitudine della vecchiaia. Frank è il classico padre, lavoratore modello per non far mancare nulla ai figli se non il tempo per dedicare loro attenzioni ed affetto. Uno di quei padri ai quali è meglio non dire nulla per non creare problemi e per non farli soffrire. Il punto di riferimento affettivo è la madre, alla quale i figli confidanotutti i problemi e tutti gli insuccessi. Perché quel padre, mai troppo di successo, ripone nei suoi figli tutti i sogni che di persona non è riuscito a realizzare. Se per rispetto per l’eccellenza di entrambi gli attori è inopportuno un paragone tra Robert De Niro e Marcello Mastroianni, si può affermare che “Stanno tutti bene” offre l’opportunità di ammirare una delle migliori interpretazioni di De Niro. La sua intensa interpretazione svolge un ruolo assoluto in questa storia drammatica e sentimentale di un uomo che cerca di ricongiungersi con i suoi figli, un ottimo lavoro nel coinvolgere e mantenere vivo l’interesse del pubblico durante la sua odissea alla ricerca di affetti perduti. Gli episodi surreali nei quali Frank sogna i suoi figli che finalmente gli raccontano come stanno le cose sono lo specchio della sua assunta consapevolezza, difficile da accettare. Perché Frank, che chiama bambini i suoi figli ormai adulti, li vede ancora così perché è forse stato assente durante la loro fanciullezza, troppo preso dal suo lavoro, vissuto come un dovere nei confronti della sua famiglia.
Attorno a De Niro gira un cast di attori di alto livello: Drew Barrymore, nel ruolo di Rosie, non è mai stata così dolce; Kate Beckinsale è meravigliosa negli sguardi; Sam Rockwell riesce con poche e semplici battute a far capire com’è stato il rapporto del padre con i suoi figli.
Buono il contributo della colonna sonora che l’italiano Dario Marinelli realizza nello stesso modo nostalgico e sentimentale di Ennio Morricone, autore di quella presente nel film originale di Giuseppe Tornatore.
“Stanno tutti bene” è un buon remake che conduce lo spettatore in un malinconico road movie alla ricerca dei figli e dei loro affetti. Inoltre regala una magnifica interpretazione di Robert De Niro.

Valdastico , ne abbiamo bisogno ???


I cantieri erano stati inaugurati a febbraio da Lunardi e dal presidente del Veneto Galan. La sentenza del giudice amministrativo annulla tutti gli atti relativi alla procedura d'impatto ambientale. E blocca le procedure di espropriazione e appalto. L'apertura al traffico è prevista per il 2010, con un costo stimato in 998 milioni di euro
Il Tar Veneto ha bloccato la realizzazione dell'autostrada A31 Valdastico Sud, inclusa tra le grandi infrastrutture e i cui cantieri erano stati inaugurati il 12 febbraio dal ministro Pietro Lunardi e dal governatore del Veneto Giancarlo Galan. Lo hanno reso noto gli avvocati Gianluigi e Matteo Ceruti, che hanno patrocinato tutti i ricorrenti: singoli cittadini, associazioni come Italia Nostra e Wwf, la fondazione inglese The Landmark Trust, che ha come presidente onorario il principe Carlo d'Inghilterra. I ricorsi riguardano le procedure di valutazione di impatto ambientale e di approvazione del tratto autostradale A31 da Vicenza a Rovigo che passerebbe, hanno ricordato i legali, vicino a 9 ville venete, «cancellando» almeno 900 aziende agricole e deturpando il territorio dei colli Berici.
In base al progetto il nuovo tracciato autostradale, della lunghezza di circa 54 km, inizia a Piovene Rocchette, là dove è rimasta a suo tempo incompiuta la Valdastico, che all'epoca fu ribattezzata anche “Pi-Ru-Bi”, dalle iniziali dei suoi 3 principali sostenitori (Piccoli, Rumor e Bisaglia), e termina con lo svincolo sulla Transpolesana, in provincia di Rovigo. All'opera sono interessati i territori di 4 Province (Vicenza, Verona, Padova e Rovigo) e di 23 Comuni. Sono previsti una barriera di esazione posta sulla sezione principale autostradale a Badia Polesine e 6 caselli (Longare, Albettone-Barbarano, Agugliaro, Noventa Vicentina, Santa Margherita d'Adige, Piacenza d'Adige). L'apertura al traffico è prevista per la fine del 2010. Il costo preventivato è di 998 milioni di euro.
La sentenza del Tar, esecutiva, annulla tutti gli atti relativi alla procedura di valutazione di impatto ambientale, ossia il decreto del presidente del Consiglio 16 maggio 2003, il parere della Commissione ministeriale Via 19 dicembre 2002 e la decisione del Consiglio dei ministri del 20 dicembre 2002. Ma anche il decreto del ministro delle Infrastrutture del 5 aprile 2004 di approvazione del progetto definitivo, nonché i pareri regionali della commissione tecnica del Veneto del 29 ottobre 2003 e il decreto del presidente della Giunta regionale del 19 novembre 2003 sulla conformità urbanistica dell'opera. Ne consegue il blocco di tutte le procedure di espropriazione (oltre 900 i privati interessati) e di quelle di appalto.
Secondo gli avvocati «il progetto, con lo stesso o con un diverso tracciato, potrebbe essere nuovamente sottoposto alla valutazione di impatto ambientale statale e alle procedure di approvazione, ma la nuova valutazione non potrà ripetere i gravi vizi censurati dal Tar Veneto e soprattutto non potrebbe prescindere dalle precise decisioni del Giudice amministrativo veneziano sull'effettiva opportunità dell'opera e su una necessaria “riconsiderazione della scelta di realizzare il tronco autostradale in questione nel contesto di una politica del territorio finora mancata”».
I lavori di costruzione di questa autostrada sono durati 4 anni, dal 1972 al 1976.
L'autostrada oggi

Esiste una sola interconnessione con altre autostrade: l'autostrada A4, in cui le corsie si scorporano, presso Vicenza, nelle direzioni di Milano eVenezia.

L'autostrada è a due corsie per senso di marcia e ha solo quattro uscite autostradali: Vicenza Nord, Dueville, Thiene-Schio e Piovene Rocchette, che coincide con il termine dell'autostrada.

È una delle più corte autostrade della rete viaria italiana.

Il suo percorso di circa 40 km è gestito interamente dalla società "Autostrada Brescia-Verona-Vicenza-Padova S.p.A."

Il progetto iniziale prevedeva il prolungamento dell'autostrada sia verso Nord per Trento che verso Sud per Rovigo. Diversi fattori concorsero al fallimento dell'iniziativa che ha avuto come unico esito la realizzazione di un tratto molto breve, quello oggi attualmente percorribile.[3]

Tra essi, gli ostacoli più significativi furono posti dall'opposizione delle amministrazioni locali del Trentino, che impedirono la continuazione dell'autostrada verso Trento, e dalla mobilitazione di associazioni culturali e ambientaliste (tra cui Italia Nostra, WWF, il Comitato intercomunale contro la realizzazione della Valdastico Sud e la Fondazione britannica "The Landmark Trust"), che si opposero alla realizzazione della Valdastico Sud (verso Rovigo).

Sviluppo futuro della Valdastico, evidenziati in verde scuro il costruendo tratto Vicenza - Rovigo ed il prolungamento verso Trento

Valdastico sud

Il via libera del Consiglio dei ministri alla realizzazione della Valdastico sud è avvenuta nel dicembre 2002 mentre l'approvazione definitiva dell'ANAS è del 13 maggio 2004.

Solo nel febbraio del 2005 si è trovato un accordo tra le tre province (Vicenza, Padova, Rovigo) e 22 Comuni, per ultimare a sud quel troncone di 36 km costruito negli anni settanta. Il progetto prevede la realizzazione di 54 km, fino all'interconnessione con la Strada statale 434 Transpolesana a pochi km dall'A13, agevolando così i collegamenti con l’Emilia-Romagna.

Nel maggio 2005 però il TAR del Veneto accolse un ricorso degli enti privati sopracitati e annullò l'ordine di avanzamento dei lavori. Toccò alConsiglio di Stato ribaltare tale sentenza, accogliendo le richieste delle autorità locali, sostenute da una petizione popolare. Nonostante ciò, nel settembre 2005 presero il via i lavori per il prolungamento dell'autostrada fino all'interconnessione con la superstrada "Transpolesana" a Badia Polesine in Provincia di Rovigo, per un'estensione complessiva di 54 km circa.

Attualmente la fine dei lavori è prevista per il 2013.

Tabella percorso

Il 12 febbraio 2010 Attilio Schneck, presidente della Provincia di Vicenza, nonché dell'autostrada Brescia-Padova annuncia di aver dato corso ad un bando europeo per la progettazione del tronco nord dell'autostrada da Piovene Rocchette all'Autobrennero[4]. L'innesto della Valdastico è previsto presso il comune di Besenello poco a nord di Rovereto ma a sud di Trento. La provincia autonoma di Trentosi è sempre opposta all'interconnessione di Besenello sostenendo che tale intervento porterebbe all'aumento del traffico nella viabilità interna del capoluogo trentino, auspicando altresì l'interconnessione a nord dell'interporto di Trento. Ma è tutta l'opera in sé a trovare perplessità nell'attuale amministrazione trentina.[senza fonte] Con la sentenza della Corte Costituzionale del 21 febbraio 2011 si è ribadito che qualsiasi opera, atto o progetto dell'arteria non possa essere realizzato senza la preventiva intesa con la Provincia Autonoma di Trento. Ciò in rispetto dovuto allo Statuto Regionale del Trentino Alto Adige ed alle sue norme di attuazione.[5]

Curiosità

All'inizio era stata definita "Pi-Ru-Bi", dal nome dei tre politici democristiani Flaminio Piccoli, Mariano Rumor e Antonio Bisaglia, originari, rispettivamente, delle tre città di Trento, Vicenza e Rovigoattraversate dall'autostrada e che vollero fortemente, tra la fine degli anni sessanta e i primi settanta, tale arteria.[4]
È da notare che sono già stati aggiornati i chilometraggi a partire dal tratto più a Sud dell'autostrada.

Il metodo Mckenzie per la cura dell' ernia







Esercizio Estensione da Prono.

Introduzione



L'ernia del disco è veramente la causa della lombosciatalgia ocervico-brachialgia?

Quando si dice ad un paziente che ha almeno una protrusione del disco intervertebrale, lui sarà convinto per tutta la vita che quello è il suo problema.

In realtà ci sono studi scientifici pubblicati nelle più importanti riviste di medicina che mostrano l'alta percentuale di soggetti sani con ernia o protrusione discale, circa l'80%.

In rari casi l'ernia comprime il nervo e ne compromette la funzionalità.



Il metodo di Diagnosi e Terapia Meccanica Mc Kenzie è un ottima terapia per il dolore lombare, cervicale e dorsale e intercostale anche irradiato verso l'arto superiore, inferiore e .




E' stato ideato 40-50 anni fa in Nuova Zelanda dal Fisioterapista Robin Mc-kenzie.

Un paziente di nome Smith stava seguendo una terapia di ionoforesi da tre settimane senza risultato, a fine trattamento il dottor Mckenzie gli disse di sdraiarsi prono su un lettino in un altra stanza.



Questo lettino aveva lo schienale alzato, ma Smith si sdraiò senza abbassarlo, quindi con la schiena inarcata all'indietro.

Dopo un quarto d'ora arrivò Robin Mc kenzie stupito dalla posizione assunta dal paziente e gli chiese come si sentiva, questo rispose che il forte dolore era sparito.

Da quel giorno sviluppò questo metodo che ora si segue in tantissime nazioni al mondo.





Come viene classificato il dolore che origina dalla colonna verteberale?


Il dolore meccanico si suddivide in 3 sindromi:


Derangement


Disfunzione


Posturale




Disco vertebrale con protrusione o bulging del nucleo polposo che va a comprimere la radice nervosa.

La sindrome da derangement è la più diffusa e corrisponde a uno spostamento di una parte del disco vertebrale che ostacola il movimento.

Il paziente soffre di lombosciatalgia, cioè il dolore origina dalla colonna lombare e s'irradia lungo il nervo sciatico fino al piede.

Alcuni movimenti ripetuti e posizioni statiche migliorano i sintomi o li centralizzano, cioè se il forte dolore si estende anche all'arto inferiore con la terapia tende a scomparire su coscia e gamba pur restando nella zona lombare.

Questo è un ottimo risultato anche se il fastidio a livello della schiena aumenta di intensità, spesso accompagnato da un miglioramento dell'ampiezza del movimento.

Altri movimenti, invece, causeranno un peggioramento dei sintomi o una periferalizzazione, cioè un peggioramento del dolore all'arto inferiore oppure un'estensione verso il piede.

In quest'ultimo caso bisogna cambiare questo movimento o posizione.


La maggiora parte dei pazienti ottiene beneficio da posizioni ed esercizi in estensione, ma ci sono anche pazienti che peggiorano con l'estensione.




La sindrome da disfunzione è presente in pazienti con tessuti molli retratti, cicatrici o aderenze, che in certi movimenti vengono allungati e danno una fitta o fastidio.

I sintomi sono provocati nell'ultima parte di alcuni movimenti, per esempio una disfunzione in flessione dà fastidio solo quando le ginocchia sono nella posizione più vicina alle spalle.

Il dolore dev'essere presente da almeno 6 settimane.

A riposo il paziente sta sempre bene.

La terapia consiste nella ripetizione dei movimenti che provocano dolore fino a rendere i tessuti più elastici.


La sindrome posturale è presente in pazienti con età minore di 30 anni, causato dal mantenimento di posture che mettono in tensione i tessuti molli.

Generalmente questo dolore è causato da una posizione seduta scorretta con la testa in avanti, ipercifosi dorsale e ridotta lordosi lombare.





Esercizio Flessione da Seduto.


I soggetti interessati da questa sindrome hanno uno stile di vita sedentario oppure praticano sport e appena finiscono l'attività si mettono in pessime posizioni(stravaccati).

Dopo l'attività fisica è più facile avere questo disturbo perché i tessuti sono facilmente deformabili.

A riposo i pazienti non avvertono sintomi.



La terapia consiste nella correzione posturale, esercizi da svolgere durante la giornata e nel cambiamento di alcune abitudini del paziente.





Il metodo mckenzie guarisce dall'ernia del disco?




Risonanza lombare con evidenziata un ernia grossa L5-S1 e una minore L4-L5.



Assolutamente no, non ho una statistica dettagliata da pubblicare perché una persona quando non avverte più i sintomi non fa una risonanza magnetica di controllo.

Nei pochi casi in cui un mio paziente ha fatto la risonanza dopo aver eseguito la terapia Mckenzie ed essere guarito, si è vista la stessa ernia presente prima del trattamento o addirittura più consistente.

Questo dimostra che quasi mai la protrusione discale è la causa dei sintomi altrimenti il soggetto trattato sarebbe peggiorato invece di migliorare molto o eliminare completamente il dolore.






Può capitare anche un paziente senza ernia del disco con dolore terribile che origina dalla schiena collo e si estende fino al piede o che dal collo si irradia fino alla mano, ho visto anche dei trentenni con una minima artrosi.

Grazie a questi casi si può evincere la mancata corrispondenza tra ernia e dolore sciatalgico o brachialgico.





Allora perché ho un dolore che origina dalla schiena e si irradia lungo l'arto inferiore?

Il dolore è dato dalle strutture fasciali che originano dalla schiena e si estendono senza soluzioni di continuità fino alle dita del piede.

Si può dimostrare che i sintomi che si irradiano dalla zona lombare verso il piede non è sempre di origine erniaria guardando la regione dolorosa, in tanti casi non corrisponde con il decorso del nervo compresso dal disco intervertebrale.

I pazienti che soffrono di dolore nel gluteo che si irradia al ginocchio possono soffrire di sindrome del piriforme che si è estesa lungo le strutture fasciali e connettivali della gamba.

L'ernia del disco che comprime il nervo impedendone la corretta funzionalità deve causare quattro sintomi lungo tutto il decorso del nervo, dalla schiena fino alle dita del piede: dolore, formicolio, perdita di forza e di sensibilità.

Se non corrisponde al quadro clinico del paziente dovrebbe far dubitare la diagnosi.





Come funziona?

Il primo trattamento consiste in una valutazione accurata dei sintomi del paziente per accertarsi che questa terapia possa far guarire o attenuare i sintomi e per capire la terapia più adatta da impostare.

Il giorno successivo si controlla se il programma ha portato miglioramenti ed eventualmente si modifica.



Nelle settimane seguenti il paziente dovrà continuare a casa il programma di esercizi o posizioni mantenute e la modifica di posture.

In questo modo riesce a “curarsi da solo”, evitando di assumere farmaci che danno sollievo temporaneo.

E' un metodo non invasivo che in molti casi porta alla scomparsa completa dei sintomi.

E' sufficiente un controllo a settimana per verificare l'andamento dei sintomi, la correttezza nell'esecuzione degli esercizi e l'eventuale modifica del trattamento.


La ginnastica posturale o gli esercizi per la lombalgia possono essere in:


Flessione; quando le spalle si avvicinano alle ginocchia.


Estensione; consiste nell'inarcare la schiena indietro come per guardare in alto.


Rotazione in flessione; consiste nel sollevare le gambe da supino e ruotare il bacino verso un lato.


Scivolamento laterale; si inclina la schiena da una parte o dall'altra con le braccia distese lungo i fianchi.

Il terapista può applicare forze aggiuntive, mobilizzazioni o manipolazioni se gli esercizi svolti dal pazienti non fossero sufficienti.

E' importante impostare un programma terapeutico personalizzato perché possono esserci differenze anche tra pazienti con la stessa sindrome.



Esercizio Mckenzie di rotazione lombare.




Alcuni potrebbero avvertire dolore o fastidio assumendo posture in carico, mentre altri potrebbero avere problemi a rimanere in certe posizioni per molto tempo.



Molti pazienti e terapisti sentendo parlare di Mckenzie pensano sempre al movimento di estensione per la schiena e il collo, ma non è così perché spesso si devono eseguire rotazioni, flessioni laterali o movimenti combinati.

La valutazione è necessaria per comprendere il tipo di mal di schiena, quali movimenti possono ridurre l'intensità dei sintomi e quali possono invece aumentarla.




Evidenza clinica

In pazienti con una sintomatologia non grave, gli esami di diagnosica per immagini (risonanza magnetica, TAC, ecc) possono fornire falsi positivi o falsi negativi.

Se l'80% dei soggetti con Bulging o protrusione discale non avverte nessun sintomo, questo dimostra che non c'è una relazione causa effetto tra il dolore e la discopatia.

Gli studi scientifici dimostrano che il riposo a letto non migliora la sintomatologia, anzi dopo 48 ore può dare un aggravamento della sintomatologia.

Fino a 10/20 anni fa i medici consigliavano il riposo a letto, inoltre prescrivevano il collare al collo dopo un intervento chirurgico, questi rimedi si sono rilevati controproducenti e oggi le terapie proposte dai medici sono basate sul movimento e sulla fisiochinesiterapia.

Il metodo di diagnosi e terapia meccanica Mckenzie si basa su alcuni concetti in cui esiste evidenza scientifica:


Esercizio terapeutico


Correzione posturale


Educazione


Manipolazioni (si eseguono solo in pochi casi solo dal medico).

Ci sono studi che dimostrano come la centralizzazione del dolore verso la colonna vertebrale sia un elemento positivo del trattamento, un livello intermedio tra i sintomi iniziali e la guarigione.



E' fondamentale rimarcare che il benessere della schiena è indipendente da alterazioni anatomiche come l'ernia del disco.





La regione lombare


La cosa più importante da analizzare quando si presenta un paziente con dolore nella zona lombare è l'intensità e l'esatta localizzazione dei sintomi.

La regione anatomica dell'anca è spesso coinvolta e il dolore può non originare dalla schiena, ma dal gluteo o dall'inguine.

Ci sono tanti test che si possono fare per comprendere l'origine dei sintomi, inoltre si deve stabilire se l'origine è meccanica, cioè se il dolore si avverte con i movimenti oppure se non è influenzato da piegamenti, rotazioni o estensioni.



Posizione mantenuta Mckenzie sui gomiti.




In ogni caso si deve sempre fare una corretta valutazione perché il mal di schiena può essere causato da patologie non ortopediche.





La regione cervicale




Retrazione del collo con sovrapressione del fisioterapista

Cervico-brachialgia significa dolore che origina dal collo e si irradia verso le dita della mano.

E' una sindrome dolorosa che può invalidare nei casi più gravi, possono presentarsi dei pazienti con la mano sopra la testa o con il braccio sorretto da un foulard al collo perché sono le uniche posizioni che attenuano i sintomi.

Generalmente è meno fastidiosa di notte, ma certi movimenti e le posizioni mantenute possono aumentare l'intensità dei sintomi.



Quando si eseguono gli esercizi di retrazione del collo si può avvertire una forte sensazione di stiramento nella zona dorsale inferiormente al collo, questo "tirare" scompare dopo alcune sedute e dimostra che il trattamento ha un effetto sulle strutture muscolari e fasciali.


La cervico brachialgia guarisce molto più in fretta rispetto alla lombo-sciatalgia, se il dolore è in fase acuta o post-acuta e non è molto intenso può guarire anche con una sola seduta.

Se i sintomi sono ormai cronici il tempo necessario per guarire è maggiore.



Cefalea, vertigini e nausea.

Il dolore di origine nervosa può interessare la testa e dare fastidiosi sintomi in questa regione.

L'emicrania, le vertigini e la nausea possono nascere da una compressione dei nervi cranici.

Le ossa interessate sono l'occipite e le vertebre C1 e C2, ovvero le prime due cervicali.

Il paziente con mal di testa e vertigini spesso non riesce ad estendere il collo (guardare in alto) e ruotarlo in un lato.

Generalmente il dolore origina dal collo e lentamente si irradia in alto lungo la nuca fin dietro l'occhio.

E' fondamentale farsi visitare da un medico che escluda tutte le altre cause di emicrania perché sono sintomi che possono derivare da tantissime patologie.

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