ma ricordiamoci sempre ki è Valentino Rossi....il Dottore.......io prima di darlo per spacciato aspetterei il suo ritiro......guarda cosa ha fatto l'anno scorso con la yamaha a motegi,in germania,in malesia......rossi è fortissimo.....e nn è in declino....è solo in difficoltà......dovendo affrontare i migliori avversari della sua carriera....con la moto con cui si trova meno bene.....!!!!!!!
Nello sport deve essere dura sentirsi vecchi quando si hanno soltanto 32 anni. Valentino Rossi è uno dei piloti di moto più famosi e vincenti che l’Italia abbia mai avuto.
È un personaggio simpatico, perché incarna quella sana baldanzosità da riviera romagnola che non tramonta mai: piace sempre, come la piadina.
Sfreccia, impenna, esclama sovente parolacce, un intercalare dialettico che non appare mai volgare, strappa al massimo un risolino.
Però Rossi non vince più. La Ducati, casa motoristica italiana per eccellenza, marchio capace di creare addirittura un termine, «ducatista» appunto, lo aveva scelto a inizio stagione per sancire finalmente il matrimonio tanto atteso tra due eccellenze italiane.
ROSSI DIETRO A TUTTI. Il trionfo dell’italianità, seppure il ragazzo di Tavullia (che risedeva a Londra) sia un pilota più giapponese che italiano. Un matrimonio che al momento però ha portato soltanto denti digrignati, facce scure e dichiarazioni di circostanza. Tutti quanti fanno affidamento sul tempo che, come nella canzone cantata da Loredana Bertè e Mia Martini, «… è un gran dottore».
Ma il tempo passa, e i Gran premi li vincono Jorge Lorenzo (come quello del Mugello il 3 luglio) o l’ex ducatista Casey Stoner, e i titoli dei giornali sono occupati dalle bizze di Marco Simoncelli, dalla costante anche se lenta crescita di Andrea Dovizioso e dall’affermarsi di quel gran talento di Ben Spies.
Insomma da tutto tranne che da Vale. Sì perché la sua mediocre costanza lo sta facendo scivolare nella notizia da non dare, oppure cui accennare giusto per dare il contentino ai nostalgici.
È un personaggio simpatico, perché incarna quella sana baldanzosità da riviera romagnola che non tramonta mai: piace sempre, come la piadina.
Sfreccia, impenna, esclama sovente parolacce, un intercalare dialettico che non appare mai volgare, strappa al massimo un risolino.
Però Rossi non vince più. La Ducati, casa motoristica italiana per eccellenza, marchio capace di creare addirittura un termine, «ducatista» appunto, lo aveva scelto a inizio stagione per sancire finalmente il matrimonio tanto atteso tra due eccellenze italiane.
ROSSI DIETRO A TUTTI. Il trionfo dell’italianità, seppure il ragazzo di Tavullia (che risedeva a Londra) sia un pilota più giapponese che italiano. Un matrimonio che al momento però ha portato soltanto denti digrignati, facce scure e dichiarazioni di circostanza. Tutti quanti fanno affidamento sul tempo che, come nella canzone cantata da Loredana Bertè e Mia Martini, «… è un gran dottore».
Ma il tempo passa, e i Gran premi li vincono Jorge Lorenzo (come quello del Mugello il 3 luglio) o l’ex ducatista Casey Stoner, e i titoli dei giornali sono occupati dalle bizze di Marco Simoncelli, dalla costante anche se lenta crescita di Andrea Dovizioso e dall’affermarsi di quel gran talento di Ben Spies.
Insomma da tutto tranne che da Vale. Sì perché la sua mediocre costanza lo sta facendo scivolare nella notizia da non dare, oppure cui accennare giusto per dare il contentino ai nostalgici.
Il tramonto del nove volte campione del mondo
È passato poco tempo da quando il nostro campione palesava velleità da pilota di Formula Uno o di rally. E noi saremmo stati pronti a dire che Rossi poteva mettersi in sella pure a un tostapane che avrebbe fatto un buon intermedio, migliorabile magari cambiando i gommini sotto l’elettrodomestico.
È passato poco tempo, ma sembrano secoli, perché nel frattempo Rossi è diventato normale, il «dottore» pare un diplomato e il tempo non ha ancora guarito niente, semmai tiene in vita diabolicamente le speranze di vedere il pilota di Tavullia vincere ancora.
Anche perché in classifica Stoner è già a 152 punti, mentre Valentino ne ha solo 91. Quel che basta per illudere i sognatori, visto che Rossi è quarto nella classifica del mondiale di MotoGp.
I DUBBI DI BORGO PANIGALE. Chissà però se quel distacco è ancora colmabile, chissà se davvero la Ducati ha ancora così tanto da dare, sotto la guida di Vale. Certo è che a Borgo Panigale quelli pronti a dire «io l’avevo detto» sono tanti. Bisognerà soltanto poi scoprire cosa avevano detto.
Rossi intanto continua a correre, sudando per salire sul podio, attento a non farsi recuperare posizioni, teso nel limare il tempo sul giro. Insomma tutte quelle cose che fanno i piloti normali.
Ma lui no, lo immaginiamo sempre mentre impenna, tenendo tra le braccia una bambola gonfiabile e agitando il dito medio verso Max Biaggi. E soprattutto mentre vince.
Il ragazzino sfrontato e vincente invece è diventato un uomo, da metà classifica, e tra qualche tempo dovrà ritirarsi. Quando e come, toccherà a lui deciderlo. Noi, comunque vada, lo avevamo detto.
È passato poco tempo, ma sembrano secoli, perché nel frattempo Rossi è diventato normale, il «dottore» pare un diplomato e il tempo non ha ancora guarito niente, semmai tiene in vita diabolicamente le speranze di vedere il pilota di Tavullia vincere ancora.
Anche perché in classifica Stoner è già a 152 punti, mentre Valentino ne ha solo 91. Quel che basta per illudere i sognatori, visto che Rossi è quarto nella classifica del mondiale di MotoGp.
I DUBBI DI BORGO PANIGALE. Chissà però se quel distacco è ancora colmabile, chissà se davvero la Ducati ha ancora così tanto da dare, sotto la guida di Vale. Certo è che a Borgo Panigale quelli pronti a dire «io l’avevo detto» sono tanti. Bisognerà soltanto poi scoprire cosa avevano detto.
Rossi intanto continua a correre, sudando per salire sul podio, attento a non farsi recuperare posizioni, teso nel limare il tempo sul giro. Insomma tutte quelle cose che fanno i piloti normali.
Ma lui no, lo immaginiamo sempre mentre impenna, tenendo tra le braccia una bambola gonfiabile e agitando il dito medio verso Max Biaggi. E soprattutto mentre vince.
Il ragazzino sfrontato e vincente invece è diventato un uomo, da metà classifica, e tra qualche tempo dovrà ritirarsi. Quando e come, toccherà a lui deciderlo. Noi, comunque vada, lo avevamo detto.
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