mercoledì 27 luglio 2011

Convivere con l'Orso Bruno si può ?








Nel 1999 per salvare il piccolo nucleo di orsi sopravvissuti da un’ormai inevitabile estinzione, il Parco Adamello Brenta con la Provincia Autonoma di Trento e l’Istituto Nazionale della Fauna Selvatica, usufruendo di un finanziamento dell’Unione Europea, ha dato avvio al progetto Life Ursus finalizzato alla ricostituzione di un nucleo vitale di orsi nelle Alpi Centrali tramite il rilascio di alcuni individui provenienti dalla Slovenia.


L’ORSO BRUNO E’ PERICOLOSO?
L’immagine dell’orso è normalmente positiva anche per il fatto che molti di noi, nell’infanzia, hanno avuto il proprio orsacchiotto da stringere, hanno ascoltato canzoni, favole e storie sull’orso “buono”.
Effettivamente non è un animale aggressivo, anche se la grossa mole e la forza fisica lo rendono potenzialmente capace di ferire o uccidere una persona; gli attacchi (rarissimi) non sono comunque mai il risultato di un comportamento predatorio, ma piuttosto di autodifesa. E’ dunque fondamentale conoscere le sue abitudini e il suo comportamento per evitare inutili situazioni rischiose.


La casistica.
In Italia, nelle Alpi e negli Appennini, non sono documentate aggressioni deliberate nei confronti dell’ uomo negli ultimi 150 anni.
Uno studio scandinavo basato su numerose documentazioni e testimonianze, ha evidenziato che in Svezia la penultima vittima di un attacco risale a più un centinaio di anni fa, un cacciatore di orsi attaccato da un individuo ferito, mentre l'ultima è del 2004, anche in questo caso un cacciatore. In Norvegia l’ultima vittima risale al 1906, quando un giovane pastore sorprese un orso ad una carcassa. Più di recente, tra il 1976 e 1995, ci sono stati 21 incontri, con 7 feriti: di questi, 6 erano situazioni di caccia e in un caso fu coinvolta una femmina con i piccoli. Ancora, nel 1998, si è registrato in Finlandia un incidente mortale occorso ad un uomo mentre faceva footing.
Nel Progetto Scandinavo sull’Orso bruno, sono stati documentati negli ultimi 15 anni in Svezia (popolata da circa 3.000 orsi) 114 incontri, nella maggior parte dei quali l'animale è scomparso, senza attacco alcuno, appena percepita la presenza umana
In Russia, in uno studio specifico, sono stati documentati 704 incontri negli ultimi anni; nessuno di questi ha implicato aggressività o ferimenti. Da ultimo nel 2010, si è registrato un incidente mortale nella parte nord occidentale del Paese.
In Romania invece il dato è in controtendenza; si registrano infatti diversi casi di aggressione e anche alcuni decessi. In questo Paese l'orso è specie cacciabile e quindi viene tenuto artificialmente a densità altissime, viene cacciato e molti degli incidenti sono riconducibili all'attività venatoria. Inoltre molti orsi sono stati allevati in cattività (senza quindi nessun timore per l'uomo) e successivamente immessi in natura. Ancora, in Romania la comunicazione e l'informazione sull'orso sono ancora molto carenti. Infine va registrato che spesso gli orsi vengono alimentati artificialmente anche nelle periferie di alcune grandi città (Brasov) al fine di essere osservati, fotografati e filmati, ed anche questo è fonte di pericolo per l'uomo.
Un altro studio, in Austria, dove è stata realizzata una immissione di orsi sloveni, tra il 1989 e il 1996, ha registrato 516 casi di incontro, tra cui 5 “falsi attacchi”, ma senza alcuna conseguenza.


Quando l’orso può essere pericoloso.
L’orso bruno non è pericoloso se non in rare e particolari condizioni:
1.esemplari feriti
2.femmine con i cuccioli
3.esemplari sorpresi su carcasse o altre fonti di cibo
4.esemplari sorpresi all’improvviso, spaventati
5.esemplari disturbati in tana
6.in generale, esemplari molto confidenti con l’uomo.


E’ importante ricordare che è assolutamente negativo e pericoloso sia per l’uomo che per l’orso cercare di attirare quest’ultimo con esche alimentari allo scopo di osservarlo, fotografarlo o filmarlo. Questa pratica è vietata dalla legge e come tale sanzionabile. Con questa pratica il plantigrado perde il timore nei confronti dell’uomo, associando anzi la presenza umana alla possibilità di reperire cibo in modo facile. In rari casi succede anche che questi comportamenti siano effettuati in buona fede, nella convinzione di “aiutare” gli orsi. Deve essere chiaro invece che alla lunga questi atteggiamenti finiranno col nuocere gravemente sia al singolo animale sia alla popolazione intera. Un orso che perda il timore verso l’uomo, che si avvicini a fonte di cibo di origine antropica mostrando una sorta di dipendenza, alla lunga verrà catturato e rinchiuso in cattività, nella migliore delle ipotesi, o addirittura abbattuto.


Solo un po’ di attenzione.
L’orso è per natura un animale cauto e diffidente, specialmente con l’uomo, suo principale nemico. Quando lo incontra si comporta solitamente in modo schivo e timoroso e, come la gran parte degli animali selvatici, preferisce evitarlo. L’orso non attacca, se non è in qualche modo provocato. Bastano dunque poche semplici norme di comportamento per ridurre al minimo i già di per se improbabili rischi di aggressione.


Se lo si incontra a breve distanza.
Stare calmi e non allarmare l’orso gridando o facendo movimenti bruschi.
Parlare a voce alta. Se l’orso si alza in piedi e annusa è solo per identificare meglio ciò che lo circonda, non è un segno di aggressività!
Se opportuno, tornare indietro lentamente, non correre. La corsa può indurre un inseguimento, come succede spesso con i cani.
Lasciare sempre all’orso una via di fuga.«Incontrarci è molto difficile: siamo in pochi e molto timidi; per tale motivo tendiamo ad evitare gli incontri con l’uomo, scappando o nascondendoci.


Nonostante questo, ricordati che siamo animali di grandi dimensioni e, pur essendo di indole molto pacifica, quando ci spaventiamo possiamo reagire per autodifesa.

Se vuoi rendere ancora più difficile l’incontro, ci puoi avvertire con una camminata “rumorosa”: muoviti calpestando foglie e rami secchi o fai altri piccoli rumori. Grida e schiamazzi sono inutili e irrispettosi verso gli altri abitanti del bosco». Seguendo alcuni semplici consigli, il bosco sarà abbastanza grande per tutti!
vignetta delle impronte dell'orso Osvaldo

Se ti imbatti nelle mie tracce, osservale e fotografale ma non seguirle: rischi di spaventarmi!
vignetta dell'orso Osvaldo che rovista tra i rifiuti

Non lasciare rifiuti nel bosco o in prossimità di case isolate, nemmeno se si tratta di resti di cibo: ho sempre fame e, mentre sto mangiando, non voglio essere disturbato!
vignetta dell'orso Osvaldo che fa il bagno

Se mi avvisti in lontananza, osservami pure, ma senza tentare di avvicinarti!
vignetta dell'orso Osvaldo che guarda un uomo disteso
Se ci incontriamo nel bosco, non fare movimenti veloci, o a scatti, perché questi per me sono segnali d’attacco, così come lo è il gridare a squarciagola. Torna invece sui tuoi passi, lasciandomi una via di fuga.
vignetta di uomo che fotografa cucciolo di orso

Se ti imbatti in un mio cucciolo, non avvicinarti per osservarlo da vicino, ma allontanati con cautela, ritornando sui tuoi passi.
vignetta dell'orso Osvaldo spaventato da un cane
 Tieni il cane sempre al guinzaglio. Questa regola, che nel bosco deve essere sempre rispettata per evitare di arrecare disturbo alla fauna, diventa particolarmente utile laddove noi orsi siamo di casa

Incontri uomini-orsi

Con lo scopo di approfondire le conoscenze sull’etologia dell’orso, e in particolare sui comportamenti che esso assume quando incontra l’uomo, nel 2007 è stata avviata un’indagine condotta mediante la somministrazione di un questionario a chiunque avesse incontrato casualmente l’orso.
Lo scopo ultimo della ricerca è quello di favorire la convivenza delle due specie, dimostrando, attraverso numerose esperienze dirette, che l’orso non è un animale aggressivo. Inoltre questo studio si propone di indagare i cambiamenti che un incontro con l’orso può portare nell’uomo dal punto di vista emotivo, cioè le eventuali modifiche che l’esperienza diretta induce nello stato d’animo delle persone favorevoli o contrarie alla presenza del plantigrado. Da ultimo, si vogliono raccogliere testimonianze di incontri “straordinari”, che possano confluire in racconti utili a dimostrare come trovarsi faccia a faccia con l’orso possa essere un’esperienza intensa ed emozionante.

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