martedì 23 agosto 2011

CANOA, LA IDEM DA RECORD: OTTAVA OLIMPIADE, A 47 ANNI


ROMA - Immensa, grandiosa, inimitabile e con «margini di miglioramento». Dice lei, mai sazia. Le scorte di aggettivi vanno in esaurimento per una come Josefa Idem, che a 47 anni - li compie il prossimo 23 settembre e quasi trenta li ha passati in canoa - ha conquistato la qualificazione per la sua ottava Olimpiade: un record assoluto tra le donne al mondo che fa di lei una campionessa senza tempo, una delle atlete più grandi in assoluto in testa nella speciale classifica degli olimpici più longevi, da adesso a braccetto con Raimondo D'Inzeo. Nelle acque ungheresi di Szeged la canoista nata in Germania, ma con cuore italiano da oltre vent'anni (suo marito Guglielmo Guerrini la allena dall'89), non ha vinto la medaglia mondiale (è arrivata settima nel K1 500, quanto bastava per il pass), ma ha compiuto l'ennesimo capolavoro: non un miracolo però, perchè ai Giochi di Londra va dopo tre anni «impegnativi e pesanti», ma con la consapevolezza che i prossimi dodici mesi saranno ancora «impegnativi, ma gioiosi». Già perchè quella passione nel pagaiare come e meglio delle avversarie è andata solo crescendo negli anni: al punto di non sentire l'età come un peso, ma come la garanzia di avere un'arma in più sulla linea di partenza. «L'ottava Olimpiade è un record - dice senza voler nascondere un briciolo della sua gioia - adesso cominciamo a giocare, ora viene il bello. La passione si amplifica perchè ho la consapevolezza di far parte della storia dello sport olimpico: e questo mi darà una grande carica». Cinque medaglie in sette edizioni olimpiche a cui ha già partecipato (due con la Germania a Los Angeles e Seul), con la perla dell'oro di Sydney a impreziosire il suo curriculum infinito, Josefa Idem anche a Londra punterà al massimo. «Chi mi conosce lo sa - sorride la canoista azzurra - non mi alleno per nulla: a Londra non andrò in vacanza, voglio essere protagonista e vado per vincere. E non avrò bisogno di incentivi: per ottenere il pass qui bisognava picchiare duro e mi sono resa conto di essere in condizione straordinaria. Peccato la partenza, la pagaia mi è scappata via, ho preso un granchio come diciamo noi e poi ho dovuto rimontare. Ma con tutti i problemi che ho avuto quest'anno, compreso il dolore alla spalla da mesi, ero lì a giocarmi cose grosse». Ma il cammino non è mai troppo semplice. «Noi siamo una squadra - racconta - mio marito mi allena e conosce alla perfezione tutto di me, e poi ci sono i ragazzi: quest'anno confesso che guardavo le altre mamme a scuola e pensavo che mi sarebbe piaciuto fare una vita normale. È stato un passaggio pericoloso, non ero più monotematica sullo sport: mi sono data una scossa, ho rimesso il turbo ed eccoci qui». E l'anno che verrà sarà un altro memorabile comunque: «Detesto fare male il mio lavoro. Credo che questo mondo andrebbe decisamente meglio se ognuno facesse bene il proprio. Io non accetto di lavorare al di sotto del 120 per cento delle mie possibilità, e poi oggi ho l'esperienza dalla mia parte. Dallo sport ho imparato tanto, è uno strumento per conoscermi e farò tesoro di ogni singola cosa. Sempre guardando avanti: mi piace scoprire fin dove posso arrivare». Per questo si piace più ora di quando, appena diciannovenne, si affacciò alla sua prima Olimpiade. «Il pensiero dell'84 è caro perchè la giovinezza è una cosa che non torna, con la sua carica di spensieratezza - dice l'azzurra - ma non la cambierei con l'esperienza e la tranquillità di oggi». La Idem si prepara per la nuova avventura: ripartendo da quell'argento che a Pechino non fu oro per 4 millesimi. Quasi una beffa. Avrà 48 anni quando a Londra tenterà l'ennesimo record della sua vita. «Gli anni? Alla mia età il cronometro non mi interessa...». Più grande di così.

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