giovedì 8 settembre 2011

Manifesti minacciosi contro il Giro di Padania






ROVERETO - Se fosse servita, la conferma che non tira aria di attesa ospitale per il Giro della Padania è arrivata la notte scorsa dai manifestini minacciosi appesi in tutta la città. «Benvenuti a Rovereto... merdacce!!!», recita il cartello in cui si raffigura il «trota» - al secolo Renzo Bossi, figlio del senatùr Umberto - a faticare sui pedali in salita bersagliato dal tiro di ortaggi e con un filo spinato a sbarrargli la strada. Insomma, l'annuncio di quanto potrebbe accadere domani con l'arrivo della quarta tappa a passo San Valentino di Brentonico o sabato alla partenza prevista a Rovereto per l'ultima tappa diretta a Montecchio Maggiore. Anche ieri i momenti di tensione non sono mancati. Subito dopo esser scattata da Loano, la seconda tappa del Giro della Padania ha subìto un primo stop sul lungomare di Savona da parte di un gruppo di manifestanti che brandivano i tricolori.

I corridori, dopo uno stop iniziale, sono stati fatti proseguire all'interno della città e si sono ricongiunti alla carovana degli organizzatori in periferia. Il tricolore Visconti, spintonato, è stato costretto poi a ricorrere alle cure del medico per aver battuto un ginocchio contro il manubrio. Nel parapiglia è rimasto ferito anche un poliziotto. Prima di ripartire, il leader della classifica generale, Sacha Modolo, e Ivan Basso, si sono recati dal presidente della Monviso-Venezia, Michelino Davico, per chiedere a nome di tutti i partecipanti che il pubblico rispetti la corsa: «Noi siamo venuti a questa gara per correre e chiediamo solo che il pubblico ci permetta di farlo. Siamo professionisti, chiediamo il rispetto del nostro lavoro da parte di tutti». Modolo e Basso hanno riferito di essere stati insultati a più riprese da alcuni manifestanti lungo il percorso: «Qualcuno è andato anche oltre e ci ha rifilato delle sberle. Sono comportamenti inaccettabili. Ci alleniamo e fatichiamo quotidianamente per poter correre, non accettiamo che i nostri sforzi vengano resi vani in questo modo». Frattanto ieri mattina a Trento, al commissariato del governo, in vista della tappa roveretana si è tenuto un vertice al quale hanno partecipato il sindaco, il questore, i comandanti provinciali di carabinieri e guardia di finanza e la dirigente provinciale Patrizia Gentile.

«Abbiamo fatto il punto - spiega Miorandi - per capire se tutto è in ordine e la risposta è stata positiva. La città è pronta a gestire al meglio l'evento, senza allarmismi e senza paura. Compiremo il nostro dovere istituzionale. Domani (oggi, ndr) faremo un vertice in città per controllare che tutto sia pronto, come si fa per qualsiasi altro evento. Purtroppo non è così, lo dicono le cronache. Ci si adegua e ci si prepara». Ieri è stato confermato il percorso. Ritrovo al Mart e passerella dei corridori in corso Rosmini, via Fontana, via Dante, via Setaioli e piazza Podestà. Il via ufficiale alla gara sarà dato in via Vicenza, all'altezza della casa rossa, con la carovana poi diretta in Vallarsa. Sarà il sindaco ad abbassare la bandierina al via? «No - risponde -, io sono il responsabile dell'ordine pubblico e devo sorvegliare che tutto vada bene». «Oggi - conclude il commissario del governo, Francesco Squarcina - abbiamo valutato con attenzione le condizioni di rischio legate all'arrivo in Trentino del Giro della Padania. Il comitato per la sicurezza si sta preparando all'evento con misure particolari, più incisive e mirate, per garantire la sicurezza della manifestazione». Infine va registrata la nota del Comitato delle associazioni per la pace e i diritti umani di Rovereto: «Riteniamo che la città che si propone come città della Pace, concetto in cui risultano incluse la tolleranza, la collaborazione, l'accoglienza e la solidarietà, non dovrebbe prestarsi ad essere parte di un'iniziativa chiaramente riconducibile alla Lega Nord».

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