lunedì 5 settembre 2011

Gli oncologi contro Vasco: «Inaccettabili le sue parole sul cancro» Il cantante aveva dichiarato: «Se avessi avuto un tumore, non mi sarei curato. Meglio andare ai Caraibi»

vasco-rossiMILANO - Per qualche settimana non si era arrabbiato né aveva fatto arrabbiare alcuno. Ma ecco che Vasco ritorna al centro delle polemiche, dopo un'intervista rilasciata a Vanity Fair qualche giorno fa. Il rocker aveva dichiarato: «Se avessi avuto un cancro non mi sarei curato. Antidolorifici ai Caraibi, ecco quello che avrei fatto. Perché non voglio soffrire, voglio morire allegro».
I medici del settore sono scesi subito sul piede di guerra: Umberto Tirelli, direttore del dipartimento di Oncologia del prestigioso Istituto Nazionale Tumori di Aviano, attacca senza remore il cantante: «Le affermazioni di Vasco Rossi sono in forte contrasto con la realtà perché anche se questa potrebbe essere solo una sua considerazione personale, visto il personaggio pubblico, è un invito a molti pazienti a non essere trattati ed eventualmente guariti dalla loro malattia oncologica e senza, tra l’altro, rispetto e una parola di conforto per tutti coloro che oggi stanno affrontando questa terribile esperienza personalmente o con una persona cara e fra i quali ci sono sicuramente molti dei suoi fan».
I DATI - Tirelli espone i dati: «Ogni giorno lavorativo in Italia a circa 1.000 nostri connazionali viene fatta una diagnosi di cancro per 250.000 nuovi casi di tumore l’anno, dei quali circa 10.000 sono sotto l’età dei 40 anni. In Italia vi sono oggi 2.200.000 persone che vivono con il cancro e, di queste, circa 1.285.000 sono lungo sopravviventi, possono cioè essere considerati guariti con una spettanza di vita identica a quella della popolazione generale senza cancro. Quanto riferito pertanto da Vasco Rossi, pur rispettando la sua personale visione del problema, non si può assolutamente accettare come un eventuale consiglio a chi è affetto da una patologia oncologica.
CARAIBI? NON PER TUTTI - E il medico conclude: «Tra l’altro i Caraibi, oltre a non essere alla portata di molti pazienti, a differenza di Vasco Rossi, farebbero fatica a contenere le oltre 2.200.000 persone che oggi in Italia sono affette da tumore. Un cattivo maestro per quanto riguarda la droga e un pessimo maestro per quanto riguarda l’oncologia: questo è Vasco Rossi. Pur essendo un grande autore e un eccellente cantante. A ognuno però i propri ruoli: sconfinare dalle proprie conoscenze ed esperienze può essere dannoso per gli altri. Comunque, un augurio che la sua malattia, qualunque essa sia, guarisca con i trattamenti in atto. Anche Vasco Rossi è infatti un paziente”.

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