venerdì 5 agosto 2011

Pericolo diffusione nuovo batterio killer

E’ allarme per l’individuazione da parte di un gruppo di scienziati di un nuovo ceppo della salmonella, batterio che non faceva parlare di se da qualche tempo. Ciò che più preoccupa è che il batterio in questione si è dimostrato molto resistente all’antibiotico ciprofloxacina, farmaco comunemente utilizzato per la cura di infezioni serie da salmonella.

 

Adesso la paura è che ci possa essere una veloce diffusione del batterio in questione. E così scatta già l’allarme internazionale. La prevenzione in questo caso è fondamentale e i governi mondiali sono già stati allertati di tenere alta la guardai circa una sua potenziale diffusione.

 

In questo caso è il pollame il settore alimentare che potrebbe rivelarsi il principale veicolo di questa forma di batterio. Il nuovo ceppo del virus è stato chiamato S. Kentucky, e pare si sia diffuso facendo contare finora 500 casi rilevati in Francia, Danimarca e Inghilterra tra il 2002 e il 2008. Lo studio relativo è stato pubblicato sulla rivista Journal of Infectious Deseases.

 

Alcuni casi sono stati riscontrati anche in America. Proprio qui si è rivelato molto resistente agli antibiotici, mietendo una vittima e colpendo in tutto circa 80 persone.

 

La salmonella è l’agente batterico più comunemente isolato in caso di infezioni trasmesse da alimenti, sia sporadiche che epidemiche. È stata segnalata per la prima volta nel 1886, in un caso di peste suina, dal medico americano Daniel Elmer Salmon. La salmonella è presente in natura con più di 2000 varianti (i cosiddetti sierotipi) ma i ceppi più frequentemente diffusi nell’uomo e nelle specie animali, in particolare in quelle allevate per la catena alimentare, sono S. enteritidis e S. typhimurium.

 

Per quel che riguarda la salmonellosi, il contagio avviene prevalentemente mediante l’ingestione di alimenti contaminati (specialmente uova crude o derivati, insaccati di suino, latte crudo e frutti di mare) o mediante il contatto diretto con i portatori, umani o animali. Qualsiasi alimento manipolato da persone infette (che potrebbero anche non manifestare sintomatologia clinica cioè portatori sani) con scarsa attenzione all’igiene personale può rappresentare fonte di infezione. Sono particolarmente a rischio i neonati e i bambini piccoli, gli anziani, gli ammalati e i soggetti immunodepressi.

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