8 agosto 2011
Il terremoto che ha sconvolto il Giappone ha provocato danni anche all’estremo sud del Pianeta
Lo tsunami che lo scorso 11 marzo ha devastato le coste giapponesi ha raggiunto il circolo polare antartico. Lo ha spiegato Kelly Brunt, scienziato del Goddard Space Flight Center della Nasa.
LE CONSEGUENZE – Fino ad oggi nessuno aveva immaginato che il sisma avesse interessato altri parti del mondo. Anche se l’intensità fu disastrosa, 9 magnitudo sulla scala Richter, nulla lasciava presagire la scoperta annunciata dal dottor Brunt: lo Tsnumani ha raggiunto le coste dell’Antartide, provocando il distaccamento di un iceberg grande come Manhattan. Kelly ha spiegato che il terremoto ha generato onde così grande da attraversare tutto il Pacifico. In sole 18 ore le stesse sono state in grado di scagliarsi sulle coste del continente e iniziare a martellarlo letterlamente. La forza delle onde ha così distrutto parte delle lastre di ghiaccio che compongono il gigantesco Sulzberger Ice Shelf situato a circa 13600 km di distanza dall’epicentro. La frantumazione del ghiaccio ha creato iceberg di grandi dimensioni, uno dei quali è grande quasi 50 miglia quadrate.


IL BATTITO DELLE ALI – “Questo è un esempio non solo del modo in cui sono connessi gli eventi, anche se avvengono a diversi intervalli temporali e a grandi distanze, ma anche di come gli eventi del sistema terra, del sistema della tettonica a placche, siano in grado di connettersi con un altro tipo di evento apparentemente non correlato come in questo caso: dallo tsunami giapponese è scaturito il parto di un iceberg dalla calotta di ghiaccio in Antartide”, ha dichiarato Douglas MacAyeal dell’University of Chicago Geophysical Sciences reparto e membro del gruppo di ricerca del dottor Brunt.
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