martedì 2 agosto 2011

PayPal, arrivano pagamenti offline



02/08/2011 15:00

Un nuovo tassello entra a far parte del puzzle con cui eBay vuole costruire un nuovo paradigma commerciale, unendo il mondo online con quello reale: nella giornata di ieri il Ceo della società, John Donahoe, ha infatti annunciato l’inizio di un progetto che porterà PayPal al di fuori dei dispositivi connessi a internet, trasformandolo pertanto in un sistema per il pagamento della merce nei negozi reali.



Entro la fine dell’anno il gruppo inizierà una prima fase di test, durante la quale collaborerà a stretto contatto con alcuni dei più importanti rivenditori statunitensi per verificare la bontà e gli eventuali difetti del progetto. Per il 2012 eBay si aspetta di portare PayPal in almeno 20 punti vendita dislocati sul territorio a stelle e strisce, avviando un processo di diffusione dei servizi offerti da quello che è divenuto nel tempo uno dei principali strumenti di pagamenti online.

La Morte in diretta Web ...... E la dignità umana dove la mettiamo ?????

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Cosa succede veramente in Siria?





Premessa

Da qualche mese i Tg e i giornali riportano, a piè sospinto, molte e diverse notizie sugli avvenimenti in Siria, sulla rivolta contro il potere centrale e sulle reazioni violente dello stato siriano nei confronti dei manifestanti. La situazione è molto più complessa di quello che possa apparire e le spiegazioni sull'origine, lo sviluppo e le conseguenze della rivolta sono molteplici e non sempre chiarissime. In un recente contributosull'Independent, Robert Fisk, il massimo esperto mondiale di Medio-Oriente, scriveva che "nessuna delle rivoluzione di questa primavera nel mondo arabo è nata solo da un episodio". Fisk citava poi le "gocce che hanno fatto traboccare il vaso" in Tunisia (un uomo che per protesta si dà fuoco) e in Siria (dei ragazzini inneggiano alla libertà del paese con dei graffiti sul muro di una scuola a Der'a).




Storia



La Siria, unico paese ad avere ancora al potere il partito Baath, è governato dalla famiglia Assad dal 1970 quando Hafez Al-Assad, un generale originario della zona alawita di Lattakia, nel Nord-Ovest del paese, riuscì ad imporre un colpo si stato da lui organizzato e a prendere il potere in una nazione che era allo sbando politico ed economico (il fallito tentativo della Repubblica Araba Unita con l'Egitto, le pesanti ingerenze francesi e le conseguenze della guerra dei Sei Giorni con Israele). Durante il regime di Hafez non mancarono proteste e feroci ritorsioni contro le opposizioni. AdHama l'aviazione siriana fu responsabile nel 1982 di un bombardamento della città, roccaforte di un gruppo di rivoltosi (la Fratellanza Musulmana), che costò la vita a circa 20.000 persone. Rifat Al-Assad, fratello del presidente e generale, fu esiliato a causa delle sue sospette attività anti-regime che minavano alla sicurezza dell'apparato politico-istituzionale messo in piedi da Hafez al-Assad. Alla morte di Hafez, nel 2000, gli è succeduto (forse a malincuore, il "prescelto" era il figlio maggiore Basil, morto in un incidente stradale) il suo secondo figlio, Bashar.
Bashar aveva studiato e vissuto per anni a Londra (è oftalmologo) e sembrava una soluzione per così dire forzata, data anche l'inesperienza non solo della Siria, ma anche del ruolo politico che aveva. In undici anni di "regime" Bashar però si è mostrato benevolo e furbo in più di una situazione. Ha modernizzato la Siria, rafforzato il controllo sul territorio e non ha prestato la guancia alle intimidazioni ad intermittenza di Israele e Stati Uniti. Il lato oscuro della medaglia è che le opposizioni, i blogger e i pochissimi giornalisti "liberi" sono stati fatti tacere e rinchiusi nella prigione politica di Tadmor (nei pressi della città romana di Palmira), già sotto osservazione da parte del tribunale dei diritti civili dell'uomo.




Considerazioni


L'apparato appena descritto funzionava perfettamente fino ad un paio di mesi fa. Cosa è cambiato? Apparentemente niente, nel senso che non c'è stato un colpo di stato o un'ingerenza esterna, ma la volontà dei cittadini di avere maggiori libertà e giustizie si è ingrossata, e le proteste, prima contro la legge speciale del 1963 (divieto di manifestazioni di dissenso), poi in generale contro il regime, si sono espanse a macchia d'olio in tutto il paese. La repressione dura del regime conferma però due teorie. La prima è che a differenza di Tunisia ed Egitto dove l'apparato militare e "segreto" si è schierato da subito con i manifestanti, in Siria il mukhabarat e l'esercito sono pienamente controllati da Assad e dallo stato siriano. La seconda è che le "contro-manifestazioni", cioè le piazze affollate al grido di "Bashar, Bashar" hanno da subito fatto da contrasto ai movimenti progressisti, segno anche questo che lo zoccolo duro del baathismo siriano è bel lontano dall'essere sconfitto.
La Siria è oggi il solo paese del Medio-Oriente dove vige un regime per così dire "anacronistico", e ancor di più, la Siria è la testa di ponte dell'Irannella regione, cosa che spaventa non poco sia Israele e Stati Uniti, quanto i vicini Giordani, da sempre in una posizione scomoda, schiacciata tra ideologie e tradizione e dollari esterni.
Non credo, tuttavia, che in Siria si possa verificare quello che è successo in Tunisia ed Egitto (lascio la Libia volutamente fuori; l'immediato intervento "occidentale" ha ben chiarito le reali intenzioni del "mondo buono" in Nord Africa). La Siria è troppo importante per "cadere" e soprattutto ha troppe connessioni che innescherebbero una pericolosissima reazione a catena nella regione in caso di caduta del regime. Il controllo pro forma e non in Libano, la situazione del Golan, le ingerenze sciite e iraniane (l'Iran considera da anni Tartous e Lattakia il suo sbocco sul Mediterraneo), ma anche i nuovi pozzi di petrolio nell'est del Paese con alleanze sino-russe, ed infrastrutture per la trivellazione appena costruite proprio da Cina eRussia e, ultima, ma non meno importante, un'apertura socio-culturale all'occidente, che se non farà diventare la Siria uno stato giocattolo del golfo (leggi: Emirati e Qatar) farà almeno rientrare un pò di quelle sanzioni che oggi sembrano purtroppo in aumento.
La Siria, insomma, è troppo importante per cadere, troppo legata a diverse situazioni che crollerebbero di conseguenza, lasciando il Medio Oriente in una situazioni di caos ancora maggiore di quella attuale. Damascovorrebbe ripristinare il precedente status quo, mentre la popolazione spinge per le riforme sempre promesse e mai ottenute. La situazione ha solo due vie d'uscita: la fine delle manifestazioni o la repressione violenta delle stesse, nel qual caso un intervento esterno (anche solo sotto forma di sanzioni, come sta avvenendo) sarebbe a mio parere solo l'anticamera di una situazione che metterebbe a serio rischio la geopolitica della regione, facendo uscire allo scoperto fantasmi da guerra fredda e affari poco chiari.

Il ramadan: che cos’é? E' iniziato oggi, 1° agosto, e durerà fino al 29 del mese

E’ iniziato ieri, per le persone di fede musulmana, il mese del ramadan, detto anche Digiuno. In origine, il mese di Ramadan era, come il suo nome stesso mostra (significa in lingua araba “mese torrido”), un mese estivo; successivamente Maometto stesso adottò un calendario puramente lunare di dodici mesi, composto da 354 o 355 giorni (10 o 11 giorni in meno dell’anno solare). Dunque il mese di Ramadan di anno in anno cade in un momento differente dell’anno solare, e quindi anche in una stagione diversa, e ha una durata di 29 o 30 giorni. Secondo il Corano proprio in questo mese Maometto avrebbe ricevuto la rivelazione dall’arcangelo Gabriele.
Durante questo lungo periodo gli islamici sono tenuti ad osservare un rigoroso digiuno diurno (sawn): chi non lo rispetta, è colpevole di empietà massima e può anche essere sanzionato penalmente.
Nel corso del mese di Ramadan i musulmani praticanti debbono astenersi, dall’alba al tramonto, dal bere, mangiare, fumare e dal praticare attività sessuali.
E’ inoltre richiesto di evitare di abbandonarsi all’ira e di fare guerra, cosa che non sta accadendo in Siria, dove anche oggi ha avuto luogo la durissima repressione delle forze di sicurezza nella città di Hama: ieri un centinaio di persone sono rimaste uccise, tra le quali bambini e donne.

2 agosto 1980 strage alla stazione di Bologna

CERCHIAMO DI NON DIMENTICARCI DELLE 85 VITTIME E DEGLI OLTRE 200 FERITI CHE QUEL MALEDETTO SABATO PERSERO LA LORO VITA ED ENTRARONO A FAR PARTE PER SEMPRE DEL "DIMENTICATOIO DELLO" sTATO iTALIANO.





Il 2 agosto 1980, alle ore 10,25, una bomba esplose nella sala d'aspetto di seconda classe della stazione di Bologna.
Lo scoppio fu violentissimo, provocò il crollo delle strutture sovrastanti le sale d'aspetto di prima e seconda classe dove si trovavano gli uffici dell'azienda di ristorazione Cigar e di circa 30 metri di pensilina. L'esplosione investì anche il treno Ancona-Chiasso in sosta al primo binario.
Il soffio arroventato prodotto da una miscela di tritolo e T4 tranciò i destini di persone provenienti da 50 città diverse italiane e straniere.

Il bilancio finale fu di 85 morti e 200 feriti. (testimonianze di Biacchesi e da "Il giorno")
La violenza colpì alla cieca cancellando a casaccio vite, sogni, speranze.

Maria Fresu si trovava nella sala della bomba con la figlia Angela di tre anni. Stavano partendo con due amiche per una breve vacanza sul lago di Garda. Il corpicino della piccola, la più giovane delle vittime, venne ritrovato subito. Solo il 29 dicembre furono riconosciuti i resti della madre.

Marina Trolese, 16 anni, venne ricoverata all'ospedale Maggiore, il corpo devastato dalle ustioni. Con la sorella Chiara, 15 anni, era in partenza per l'Inghilterra. Le avevano accompagnate il fratello Andrea, e la madre Anna Maria Salvagnini. Il corpo di quest'ultima venne ritrovato dopo ore di scavo tra le macerie. Andrea e Chiara portano ancora sul corpo e nell'anima i segni dello scoppio. Marina morì dieci giorni dopo l'esplosione tra atroci sofferenze.

Torquato Secci, impiegato alla Snia di Terni, venne allertato dalla telefonata di un amico del figlio Sergio, Ferruccio, che si trovava a Verona. Sergio lo aveva informato che a causa del ritardo del treno sul quale viaggiava, proveniente dalla Toscana, aveva perso una coincidenza a Bologna e aveva dovuto aspettare il treno successivo.
Poi non ne aveva più saputo nulla.
Solo il giorno successivo, telefonando all'Ufficio assistenza del Comune di Bologna, Secci scoprì che suo figlio era ricoverato al reparto Rianimazione dell'ospedale Maggiore.
"Mi venne incontro un giovane medico, che con molta calma cercò di prepararmi alla visione che da lì a poco mi avrebbe fatto inorridire", ha scritto Secci, "la visione era talmente brutale e agghiacciante che mi lasciò senza fiato. Solo dopo un po' mi ripresi e riuscii a dire solo poche e incoraggianti parole accolte da Sergio con l'evidente, espressa consapevolezza di chi, purtroppo teme di non poter subire le conseguenze di tutte le menomazioni e lacerazioni che tanto erano evidenti sul suo corpo".
Nel 1981 Torquato Secci diventò presidente dell'Associazione tra i familiari delle vittime della strage.

La città si trasformò in una gigantesca macchina di soccorso e assistenza per le vittime, i sopravvissuti e i loro parenti.
I vigili del fuoco dirottarono sulla stazione un autobus, il numero 37, che si trasformò in un carro funebre.
E' lì che vennero deposti e coperti da lenzuola bianche i primi corpi estratti dalle macerie.

Alle 17,30, il presidente della Repubblica Sandro Pertini arrivò in elicottero all'aeroporto di Borgo Panigale e si precipitò all'ospedale Maggiore dove era stata allestita una delle tre camere mortuarie.
Per poche ore era circolata l'ipotesi che la strage fosse stata provocata dall'esplosione di una caldaia ma, quando il presidente arrivò a Bologna, era già stato trovato il cratere provocato da una bomba.
Incontrando i giornalisti Pertini non nasconse lo sgomento: "Signori, non ho parole" disse,"siamo di fronte all'impresa più criminale che sia avvenuta in Italia".

Ancora prima dei funerali, fissati per il 6 agosto, si svolsero manifestazioni in Piazza Maggiore a testimonianza delle immediate reazioni della città.
Il giorno fissato per la cerimonia funebre nella basilica di San Petronio, si mescolano in piazza rabbia e dolore.
Solo 7 vittime ebbero il funerale di stato.
Il 17 agosto "l'Espresso" uscì con un numero speciale sulla strage.
In copertina un quadro a cui Guttuso ha dato lo stesso titolo che Francisco Goya aveva scelto per uno dei suoi 16 Capricci: "Il sonno della ragione genera mostri".
Guttuso ha solo aggiunto una data: 2 agosto 1980.

Cominciò una delle indagini più difficili della storia giudiziaria italiana.

Album di gio8710

Dahlia "rosella"InpolliniamociNonno MarioNosiolaInpollinataPiazza Duomo Trento iPhone4
c02FuriaaaaaaPero ZeoNuvoloniAkiraEye
FruitOhhhhhh issaaaaa VeeeeeeerdeUna volta nel boscoOggi nuvoloso
FratelliniDettagliDi notteSottosopraPiove pure in bianco e nero

Se avete 5 min. da dedicare alla fotografia.....

Vasco Rossi dimesso dalla clinica: «Sto molto meglio». Convalescenza a casa




Vasco Rossi lascia la clinica (foto Michele Nucci - Ansa)ROMA - Vasco Rossi ha lasciato la clinica di Villaba poco dopo le 15. «Sto meglio, sto molto meglio» ha detto prima di salire sulla sua Bentley guidata dal manager Floriano Fini. Tuta nera, occhiali scuri, ha assicurato ai cronisti: «Se sono pronto a tornare sul palco? Io sempre».

Il rocker, rimasto in clinica praticamente due settimane, è apparso stanco. «Il dolore per la costola rotta è ancora molto forte», ha spiegato la sua portavoce, Tania Sachs, aggiungendo che «gli esami sono tutti negativi e gli accertamenti sono andati bene».

Vasco continuerà la convalescenza tra la sua casa alle porte di Bologna e quella di Zocca, il paese dove è nato. Al momento il suo programma di Vasco non subirà variazioni, conferma Tania Sachs: «Non sono in discussione la seconda parte del tour 'Live Kom 011' (prima data a Torino il 27 agosto, ndr) e la presenza a Venezia il 5 settembre» per la presentazione del documentario biografico Questa storia qua, evento speciale fuori concorso alla Mostra del cinema (31 agosto-10 settembre).

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