lunedì 20 settembre 2010

Ecco il "problema" che mi stà perseguitando



TALALGIA PLANTARE, SPERONE CALCANEARE

A cura del Dott. Ugo Perugini
Con talalgia plantare , tallonite o, in termine clinico, tallodinia si definisce una patologia infiammatoria e dolorosa al tallone, cioè a quella regione del piede che corrisponde alla parte posteriore e inferiore del calcagno, chiamata anche retropiede .
Le cause della patologia variano a seconda delle zone colpite e cioè:
  • le zone molli (infiammazioni tendinee, fasciti, borsiti, ecc.)
  • le zone ossee (fratture da stress, sperone calcaneare, artrosi astragalo-calcaneare, tumori, ecc.)
Non è infrequente anche che il dolore sopraggiunga a causa di alterazioni posturali che in qualche modo alterano l’assetto podalico e del carico su questa zona. Ciò può accadere per diversi motivi quali soprappeso od obesità, calzature non idonee, attività sportiva.
Gli sport più a rischio sono la corsa, il calcio, la pallavolo, il basket, la marcia e tutte quelle discipline che comportano notevoli sforzi alla regione calcaneare. Da non sottovalutare anche le scarpe utilizzate per queste attività sportive che devono essere dotate di uno speciale tacco, chiamato shock absorber , in grado di attenuare le vibrazioni e le sollecitazioni da impatto. Le donne che passano da calzature con il tacco alto a scarpe basse possono soffrire di tallonite perché la pressione esercitata sulle strutture ossee e legamentose del tallone aumenta in relazione alla diminuzione di altezza del tacco.
Diversi tipi di tallonite
La tallonite può essere localizzata a livello dell’arcata longitudinale, con o senza dolore concomitante al tallone, e in questo caso si parla di fascite plantare . In genere, il dolore ha origine nella parte intermedia dell’arcata e con la palpazione è possibile anche rilevare dei noduli, a loro volta dolenti. Il dolore compare alla mattina quando si comincia a camminare per passare in seguito, anche se può riprendere improvvisamente durante il corso della giornata.
Una delle più frequenti cause della talalgia plantare , però, è lo sperone calcaneare , definito anche spina calcaneare , una sporgenza ossea del tallone che può essere di origine congenita o formarsi successivamente. Lo sperone calcaneare si genera perché, per diverse ragioni che si vedranno in seguito, la pronazione , cioè l’appoggio del piede durante la fase di deambulazione, è alterata e ciò causa un’infiammazione attraverso una trazione continua della fascia plantare al punto di inserzione sul calcagno.
Varie sono le cause di questa patologia e tra le principali un’attività fisica ripetuta che aumenta le sollecitazioni ed eventuali microtraumi – magari svolta calzando scarpe inadeguate (strette o con bordi rigidi) o muovendosi su terreni non idonei – che aumenta la pressione e l’irritazione sul calcagno e provoca contusioni della superficie plantare del piede. Senza dimenticare, il soprappeso o erronee e alterate posture.
Ma, naturalmente, la patologia può essere provocata anche da affezioni sistemiche e metaboliche tra le quali è opportuno ricordare:
  • l’artrite reumatoide
  • la gotta
  • le collagenopatie
  • le patologie reumatiche, ecc.
Il calcagno, dove è presente un centro secondario di ossificazione su cui si inserisce il tendine calcaneare (tendine di Achille), può essere esposto anche a osteocondrosi , cioè a una patologia caratterizzata da una alterazione degenerativo-necrotica dei nuclei di ossificazione in accrescimento. Colpisce, infatti, giovani tra gli 8 e i 13 anni, con dolore localizzato nella parte posteriore del calcagno, soprattutto dopo un cammino prolungato. L’evoluzione è sempre benigna e non causa deformità locale anche se la durata dell’affezione può essere piuttosto lunga. In questi casi, è sufficiente un plantare che limiti gli urti posteriori, somministrando nei momenti in cui il dolore si fa più acuto farmaci antiflogistici.
Nelle persone anziane, la causa della tallonite può ricercarsi, invece, nella progressiva atrofia del cuscinetto adiposo infracalcaneare, dovuta all’invecchiamento dei tessuti.
Deformità di Haglund e borsite.
Diagnosi
Lo sperone calcaneare , chiamato anche deformità di Haglund o “pump bump” consiste in una esostosi , cioè una escrescenza ossea congenita che il più delle volte compare a livello del versante posteromediale dell’osso.
Questa forma di alterazione ossea causa molto frequentemente borsiti, cioè infiammazioni, della borsa sinoviale situata davanti al tendine di Achille e dietro al calcagno, dal momento che provoca una pressione anomala sul punto in cui si trova e conseguente dolore.
Il medico, dopo aver raccolto dal paziente tutte le informazioni necessarie per inquadrare la patologia, a partire dalla modalità dell’esordio, effettua un esame obiettivo della parte interessata, richiedendo il supporto di esami radiografici, ecografie, risonanza magnetica, in grado di evidenziare la presenza di speroni o deformazioni ossei.
La borsite posteriore del tendine di Achille può essere diagnosticata sia attraverso indagini radiografiche, che verificando direttamente la parte dolorante che in genere presenta una tumefazione diffusa e la formazione di uno spesso callo sulla superficie posteriore del calcagno.
Possibili terapie
Naturalmente il trattamento terapeutico dipende in larga misura dalla natura della talalgia e dall’estensione dell’eventuale danno osseo al calcagno. Si tenga conto che una patologia lieve guarisce nel giro di pochi giorni. Se il dolore permane oltre le due settimane è necessario il ricorso a una visita specialistica.
Il consiglio principale, soprattutto se il paziente svolge attività fisica continua, è quello di sospenderla subito, in attesa di riprendere la sua normale funzionalità. Il dolore al tallone, infatti, non va sottovalutato in nessun caso, ma soprattutto bisogna evitare il rischio di possibili peggioramenti che possono sopravvenire se non si sospende l’attività motoria, a causa di quelli che vengono chiamati paramorfismi compensativi. Le persone che soffrono di tallonite tendono a limitare il carico sul piede dolente adottando una postura particolare ma scorretta o modificando in modo innaturale la deambulazione. Il che, a lungo andare, può determinare problemi, anche seri, al bacino, alla colonna vertebrale e alle ginocchia.
Il primo intervento, durante la fase acuta della malattia è, come sempre, l’applicazione di una borsa di ghiaccio sulla zona dolente. Nei casi di fascite plantare può essere efficace sottoporsi ad esercizi di stretching che, oltre alla fascia plantare, interessino il polpaccio e il tendine di Achille. In seguito, si potrà ricorrere all’uso di plantari, cosiddetti “di scarico”, tutori notturni, gambaletti che favoriscono la deambulazione e, nei casi in cui il dolore sia particolarmente intenso, può essere consigliabile anche l’uso di stampelle. Utili sono anche le sedute di fisioterapia, eventualmente anche con utilizzo di crioultrasuoni , una terapia recente che si è dimostrata efficace in numerosi casi, e ionoforesi. È chiaro che se la tallonite non si risolve entro un periodo di due settimane, si rende necessario effettuare ulteriori accertamenti ed esami clinici.
Nel caso di sperone calcaneare conclamato è possibile procedere subito a una terapia infiltrativa con iniezioni locali di un corticosteroide e di un anestetico con cadenza settimanale, ponendo la massima attenzione ad evitare di iniettare direttamente il tendine di Achille, fino alla completa remissione dei dolori.
Inoltre, per fare in modo che la tensione sulla fascia plantare si allenti è possibile ricorrere a una fasciatura contenitiva plantare, adottando le coppette calcaneari e i cuscinetti plantari che possono contribuire a ridurre i disturbi al tallone.
È chiaro che una volta attenuato il dolore, sarà necessario eseguire un esame posturografico e una valutazione biomeccanica, per realizzare un apparecchio ortotico ad hoc.
Per far fronte alla borsite del tendine di Achille si può ricorrere ai FANS, procedendo, qualora sia presente un versamento infiammatorio, all’aspirazione del liquido.
Nei casi più gravi e per evitare recidive può ritenersi opportuno intervenire con l’escissione chirurgica dell’esostosi e/o della borsa.

2 commenti:

  1. Niente da dire... ma hai studiato stanotte l'enciclopedia medica????
    ... a parte le battute... Giorgio.... fai quello che devi fare e.... guarisci!!!!!

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  2. Semplice divulgazione scientifica ..... comunque non sono il solo ad essere affetto da questa patologia, oggi ho sentito il Sergio Pompa e mi ha detto che è affetto dal mio stesso prolbema ,quanto a me oggi ho preso appuntamento da un ortopedico per lunedi prossimo , vedremo come deciderà di agire ..... speriamo in bene .... nel fratempo RIPOSO PASSSSSSIIIIIIIVVVVVOOOOOOOO

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